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Giovanni De Castro
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*''[[Comunismo]]'' – Che cosa si potrebbe ottenere? La [[proprietà]] diventerà criminosa e celata, come quella dei Ghetti nei tempi antichi. La ricchezza perderà, più ancora di adesso, ogni civiltà, gentilezza, festa e ricreazione. Diventerà privata del tutto. Tutti saranno avari. Avranno feste di stato, arte e scienza di stato. Del resto è probabilmente il cammino della democrazia, e i ricchi moderni ci si sono già messi avanti di un buon poco. Può darsi invece che, minacciata sul serio una cosa provvida e naturale come la proprietà, questo istinto di conservazione della società, nasca per essa, in tutti quelli che non sono dei puri salariati e pensionati, affetto trepido, sollecitudine e gratitudine. Tale che amava nella sua proprietà la sua porzione di libertà e di spiritualità, non farà più distinzione e vorrà difenderla mentre non ci aveva forse mai pensato. Per rendere nobile, stimabile ed amata una cosa, non c'è nulla di meglio che [[proibizione|perseguitarla]]. ([[Riccardo Bacchelli]])
*Delle ricchezze l'uomo di valore non può sopportare nemmeno la vista, e ben a ragione, perché il forziere pieno di tesori impedisce la vera gloria. ([[Fedro]])
*Di una ricchezza cementata da umane vite si deve avere orrore; e, talvolta, la maledetta avidità dell'oro dà corso a molti sofismi in proposito, e occhi vili si dilettano di noverare e cumulare monete di cui ciascuna è il prodotto di stenti imposti e di energie anzi tempo consunte. ([[Giovanni De Castro]])
*[[Diogene di Sinope|Diogene]] diceva che nelle città e nelle ricche case difficilmente abita la [[virtù]]. ([[Giovanni Stobeo]])
*Dovrai pur confessare che questa brama della ricchezza è per natura insita in tutti. Tutti infatti, in ogni età, in ogni condizione, in ogni onore, in ogni dignità, sono presi dal desiderio dell'oro, e cioè dell'[[avarizia]], e godono dell'oro come di cosa ben nota ed affine. ([[Poggio Bracciolini]])