Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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: Gli amici si dicono sinceri, i nemici lo sono: per cui bisognerebbe utilizzare il loro biasimo per la conoscenza di se stessi, come una medicina amara.
*Il conflitto interno della volontà oggettivandosi in tutte queste idee si manifesta nella implacabile guerra di sterminio che si fanno a vicenda gli individui di quelle specie… Il teatro e l'oggetto di questa lotta è la materia, di cui gli avversari cercano di strapparsi a viva forza il possesso; è il tempo e lo spazio, la cui riunione nella forma di causalità costituisce propriamente la materia. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'')
*Il dolore è in effetti il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l'uomo, di distoglierlo cioé dalla volontà di vita. Perciò nei libri di edificazione cristiana viene così spesso nominata la virtù salvatrice della croce e del dolore, e molto propriamente la [[croce]], strumento di sofferenza e non di azione, è il simbolo della religione cristiana. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', II vol., ediz. del 1859, pag. 816)
*Il nucleo e lo spirito più profondo del [[cristianesimo]] è identico a quello del [[bramanesimo]] e del [[buddismo]]: tutti insegnano la grave [[colpa]] della razza umana causata dalla sua semplice esistenza. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', II vol., ediz. del 1859, pag. 773)
*Il protestantesimo, eliminando l'ascesi e il suo punto centrale, cioé i meriti del celibato, ha di fatto rinunciato al nucleo più profondo del cristianesimo, e deve quindi venire considerato uno scarto di questo. Può essere una buona religione per pastori protestanti amanti della comodità, sposati e illuminati: ma non è cristianesimo. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', II vol., ediz. del 1859, pag. 802)
*Il suicidio, lungi dall'essere negazione della volontà {{NDR|...}} è un atto di forte affermazione della volontà stessa [...] ne deriva che la distruzione di un fenomeno isolato è azione in tutto vana e stolta. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'')
*In fondo al cuore le donne pensano che compito dell'uomo è guadagnare soldi, e compito loro spenderli. (da ''Parerga e Paralipomena'')
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*Mentre per l'uomo comune il proprio patrimonio conoscitivo è la lanterna che illumina la strada, per l'uomo geniale è il sole che rivela il mondo. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'')
*Nella [[tragedia]] vediamo le creature più nobili rinunziare, dopo lunghi combattimenti e lunghe sofferenze, ai fini perseguiti con accanimento, sacrificare per sempre le gioie della vita, oppure sbarazzarsi liberamente con gioia del peso dell'esistenza medesima… bisogna tenere bene a mente, se si vuol comprendere l'insieme delle considerazioni presentate in quest'opera, che quest'opera suprema del supremo genio poetico ha il fine di mostrare il lato terribile della vita, i dolori senza nome, le angosce dell'umanità, il trionfo dei malvagi, il poter schernitore del caso, la disfatta irreparabile del giusto e dell'innocente; nel che si ha un indice significativo della natura del mondo e dell'esistenza. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'')
*Nel [[Nuovo Testamento]] si parla del mondo come di qualcosa di estraneo, che non si ama, dominato dal [[diavolo]]. Questo coincide con lo spirito ascetico della negazione del proprio Sé e del superamento del mondo, che insieme all'illimitato [[amore]] per il prossimo, addirittura per il [[nemico]], è la caratteristica che il cristianesimo ha in comune con il bramanesimo e il buddismo, e ne dimostra l'affinità. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', II vol., ediz. del 1859, pag. 801)
*Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso. Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra. Cosí qui l'intero fenomeno aderisce ancora strettamente al tronco della natura, dal quale è germogliato, ed è partecipe dell'inconsapevole onniscienza della grande Madre. Solo dopo che l'intima essenza della natura (la volontà di vivere nella sua oggettivazione) s'è elevata attraverso i due regni degli esseri incoscienti e poi, dopo essere passata, vigorosa ed esultante, attraverso la serie lunga e vasta degli animali, è giunta infine, con la comparsa della ragione, cioè nell'uomo, per la prima volta alla riflessione: allora essa si stupisce delle sue proprie opere e si chiede che cosa essa sia. La sua meraviglia, però, è tanto più seria, in quanto essa si trova qui per la prima volta coscientemente di fronte alla morte, e, accanto alla caducità di ogni esistenza, le si rivela anche, con maggiore o minore consapevolezza, la vanità di ogni aspirazione. Con questa riflessione e con questo stupore nasce allora, unicamente nell'uomo, il bisogno di una metafisica: egli è dunque un ''animal metaphysicum''. (da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'', citato in Umberto Antonio Padovani, Andrea Mario Moschetti, ''Grande antologia filosofica'' – Marzorati, Milano, 1971)
*''Operari sequitur esse, ergo unde esse inde operari.'' (da ''La libertà del volere umano'', Laterza)
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*Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.
*Tutti gli uomini vogliono vivere, ma nessuno sa perché vive.
*Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.
 
==''Aforismi sulla saggezza del vivere''==