Aristide Calani: differenze tra le versioni

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→‎Il Parlamento del Regno d'Italia: tre uomini sommi per l'Italia
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*Chi poche volte vide il nostro protagonista {{NDR|[[Alberto Cavalletto]]}} o non ebbe che corti colloqui con esso, può difficilmente farsi una giusta idea del suo carattere.<br>Amante soprattutto della patria, a questa sola dedica ogni suo pensiero, intera l'opera sua, trascurante affatto ogni proprio individuale interesse. Ragiona con logica chiarezza e brevità, insofferente del parlar divagato, prolisso e non serio. [...].<br>Brusco di modi per ordinario, ma compassionevole e pronto a soccorrere chi soffre, è degno del nome che gli dettero alcuni suoi conoscenti di ''burbero-benefico''. (parte prima, p. 190)
 
*A chi per poco si ponga a riflettere ai meravigliosi avvenimenti, mediante i quali gl'Italiani pervengono in oggi alla fine ad aversi questa patria libera e cementata in un solo fascio, per conseguire la quale tanto sangue di martiri fu sparso, non può non balenare alla mente che disegno provvidenziale fosse ormai che Italia esistesse, dacché la Provvidenza appunto concedeva a questa sublime e straziata madre delle nazioni, contemporaneamente, tre uomini sommi, inarrivabili, necessari, a ciascun de' quali attribuiva la propria parte da sostenere nel gran dramma del rigeneramento italiano. (parte prima, pp. 197-198)
 
*Il [[Giuseppe Ricciardi|Ricciardi]] è uno spirito di sua natura irrequieto, e quindi fino a un certo segno incontentabile. Il far opposizione è, secondo noi, per esso un bisogno, una necessità di temperamento; non è quindi da {{sic|farsegli}} soverchio carico se il vediamo sorgere così spesso ad interpellare il Ministero e se talvolta, eccitato, o mal disposto fors'anche fisicamente, trascende a proferire delle espressioni poco misurate. (parte prima, p. 389)