Marco Giunio Bruto: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Marco Giunio Bruto==
*È meglio, in verità, non [[comandare]] nessuno che servire qualcuno: perché senza comandare è concesso vivere onestamente, in [[servitù]] non c'è possibilità di vivere.<ref>Frammento del discorso ''Sulla dittatura di Pompeo''; citato in [[Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano]], ''L'istituzione oratoria'', traduzione di Rino Faranda, UTET, Torino, 1968, 9, 3, 95.</ref>
*O [[virtù]] miserabile, eri una parola nuda, e io ti seguiva come tu fossi una cosa; ma tu sottostavi alla fortuna.<ref>Sentenza tramandata da [[Cassio Dione]]. Citato in [[Giacomo Leopardi]], ''Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini a morte'', in ''Opere di Giacomo Leopardi'', vol. II, Le Monnier, 1865, [https://books.google.it/books?id=X7tDAQAAMAAJ&pg=PA95#v=onepage&q&f=false p. 95].</ref> {{NDR|Secondo lo storico [[Cassio Dione]] (''Storia romana'', XLVII, 49) sono le [[ultime parole]] di Bruto, che cita quelle di Ercole in una tragedia greca di autore ignoto}}
 
==Citazioni su Marco Giunio Bruto==