Francesco Lomonaco: differenze tra le versioni

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*Il natural [[senso comune]] vale mille volte di più che la riflessione troppo assottigliata o stroppiata. (III, p. 84)
*[...] per ben [[ragionamento|ragionare]] è necessario che alteramente si disprezzino uomini e libri. (III, p. 85)
*{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} fu pietoso figlio, ottimo fratello, sviscerato amico, uomo veramente libero, filosofo in pensieri, in parole, ed in opere: altamente sdegnoso senza essere incivile, fiero senza essere inumano, grave senza vero, appassionato senza essere sragionevole. Fu ancora il solo nel suo secolo che conoscendo la sovrana dignità dello scrittore , non vendé né profanò mai i suoi lucidissimi inchiostri; anzi li consacrò costantemente alla verità, alla virtù, alla gloria. L'alta carica a cui ambì, fu quella di tribuno del genere umano: il colore delle spoglie di cui si addobbò, fu il bruno, perché comprendeva, sentiva, diceva di esser morto il buon senso. Onde stette, e starà in mezzo al fremito degli aquiloni,
 
::<small>Come torre in alto valor fondata e salda.</small> (V, p. 109)
*[...] gli uomini sogliono ne' loro sinistri imitare il fagiano, che quando è perseguitato da alcuno, caccia il capo nel primo cespuglio, e mostra pubblicamente il culo. Egli crede sottrarsi alla disgrazia non affrontandola, e vi si lascia cadere con maggiore ignominia fuggendola. (V, pp. 135-36)
*Ma se le [[disgrazie]] sono estreme? Essa allora innasprendo l'uomo, ingenerano il coraggio, padre di virtù. Se estremissime? Producono la disperazione, madre di eroismo. (V, p. 139)
*La vanità si può curare facendosene conoscere il ridicolo; laddove l'[[orgoglio]] che ha del bestiale, è una infermità intrattabile dell'anima umana. Esso poggia sopra un fondamento simile all'opinione cosmologica dell'Indou, che stabilisce la terra su di un elefante, l'elefante su di una testuggine, la testuggine sul vuoto. (VII, p. 162)
*[[regole dai libri|Regola]] generale: non vi possono essere eroi dove non vi sono cittadini; né cittadini, dove non vi sono uomini; né uomini, dove non vi sono mezzi per formarli. (VIII, p. 185)
*Il lambiccato della [[vanità]] è l'elevarsi sulla vanità, disprezzando ciò che ammira l'umano gregge. (X, p. 228)
*E pure questo stesso [[Plutarco]] che ha gli occhi di lince nel guardare addentro il cuore umano, è miopo nel passare accuratamente a rassegna le dottrine degli antichi filosofi; monca sposizione delle loro idee; spesso pensieri smembrati; nozioni poco rilevanti sostituite d'ordinario alle cardinali; molte volte né саро, né coda nel tutto , e di frequente mostruosità nelle parti. (XIV, p. 275)
*{{NDR|Su [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]]}} Raffinatezza di pensieri; falsità di concetti; abbondanza di antitesi; verbosità di locuzione, arguziette di sentimenti, questo è il capitale del maestro e consigliere di Nerone. (XIV, p. 276)