Francesco Lomonaco: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Massima delle massime: non vi può esser mai e poi mai [[repubblica]] dove la virtù è un'opinione, o un calcolo d'interesse, non una sacra fiamma della quale avvampino i petti. (I, p. 12)
*[...] i maestri della parola sono gli uomini; ma [...] i maestri del [[silenzio]] sono gli Dei. (I, p. 42)
*[...] una [[probità]] non ipocrita ma schietta, non eunuca ma virile, non cortigianesca né fratesca, ma filosofica fa cader di mano il pugnale anche all'assassino. (II, p. 67)
*[...] bisogna fare alle nazioni in tempo di [[Pace e guerra|pace]] il massimo bene, ed il menomo male in tempo di [[Pace e guerra|guerra]]. (II, p. 76)
*Il natural [[senso comune]] vale mille volte di più che la riflessione troppo assottigliata o stroppiata. (III, p. 84)
*[...] per ben [[ragionamento|ragionare]] è necessario che alteramente si disprezzino uomini e libri. (III, p. 85)
*[[regole dai libri|Regola]] generale: non vi possono essere eroi dove non vi sono cittadini; né cittadini, dove non vi sono uomini; né uomini, dove non vi sono mezzi per formarli. (VIII, p. 185)
*{{NDR|Su [[Seneca]]}} Raffinatezza di pensieri; falsità di concetti; abbondanza di antitesi; verbosità di locuzione, arguziette di sentimenti, questo è il capitale del maestro e consigliere di Nerone. (XIV, p. 276)
*Gravissimo errore è ancora quello di giudicare dell'umana [[grandezza]] dal suo volume, e non dalla sua massa. Un guerriero che sommetta un immenso gregge di pecore, acquista maggior fama di colui, che domi un branco di leoni. (XIV, p. 276)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==