Giorgio Manganelli: differenze tra le versioni

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*[[Frederick Rolfe]] (detto Baron Corvo) non era uno storico; era un grande, un puro scrittore, ed era verosimilmente un paranoico; esempio notevole di genio detestabile. (p. 113)
*Personaggio della decadente fin di secolo, maniaco ed emarginato, [[Frederick Rolfe|Rolfe]] nella sua non lunga vita (morì nel 1913 a poco più di cinquant'anni) si specializzò in una ben lavorata demenza, fondata su di un suo progetto, che egli riteneva frustrato dalla calunnia, di divenire prete cattolico. Tutta la sua vita si sentì spretato, senza esser mai stato prete, «strappato alla vita laica, respinto dal clero», scrisse. (p. 114)
*[[Frederick Rolfe|Rolfe]] si metamorfizzò in un [[Borgia]], nell'intera casata più detestata, oggetto di una avversione sfrenata e immotivata. I Borgia, è ovvio, sono dei Rolfe; bisogna salvarli. Ma Rolfe è anche un uomo della «decadenza»; è un inglese che non ha dimenticato né rinnegato l'immagine dell'Italia cinquecentesca: una immagine festosa. [...] Rolfe nega che in quella età si sapessero usare veleni sottili e folgoranti; ma di veleni egli ama parlare, veleni strani, decadenti, come la [[cantarella (veleno)|cantarella]], «una polvere zuccherata... di una bianchezza meravigliosa e di gusto assai gradevole». (pp. 114-115)
*Allo stesso modo [[Frederick Rolfe|Rolfe]] ama gli inauditi delitti all'italiana, futili assassinii a freddo, notturne decapitazioni sulla neve, impiccagioni di decine di congiurati, strangolamenti con la cordicella rossa: «era un privilegio baronale». Rolfe fu senza dubbio un «maledetto», un uomo geniale perseguitato da un demone sordido, miserabilmente astuto dotto e infelice. (p. 115)
*[[Gitta Sereny]], «di padre ungherese, nata a Vienna» ha scritto un libro che si può osare definire: non comune. ''In quelle tenebre'' (Adelphi) è un libro orribile e distensivo, e da questa lettura velocissima, furibonda, si esce con la bella calma dei fucilati. Si è detto che è un contributo unico alla conoscenza di uno degli argomenti più irritanti del nostro secolo veramente molto sgradevole: i [[campo di sterminio|campi di sterminio]] istituiti dai nazisti in Polonia. È certamente vero che in proposito questo libro racconta qualcosa che non è facile dimenticare. È dal punto di vista dell'orrore archetipico, della casa degli orchi e delle streghe, una buona fiaba. (pp. 116-117)