Ryszard Kapuściński: differenze tra le versioni

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*L'[[Africa]] è un continente troppo grande per poterlo descrivere. È un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. È solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l’Africa non esiste. (2000, introduzione, p. 7)
*Tra quelle palme, quelle liane, quella boscaglia e quella giungla l'uomo bianco sembra un elemento spurio, incongruo, dissonante. Pallido, debole, la camicia madida di sudore, i capelli appiccicati, sempre tormentato dalla sete, da un senso di impotenza, dalla depressione. Sempre in preda alla paura: delle zanzare, dell'ameba, degli scorpioni, dei serpenti. Tutto ciò che si muove lo riempie d'orrore, di spavento, di panico.<br>Per la gente del luogo, invece, è tutto il contrario: con la loro forza, la loro grazia e la loro resistenza, si muovono in modo libero e naturale al ritmo imposto dal clima e dalla tradizione, un ritmo rallentato, che non conosce fretta: tanto nella vita non si può avere tutto. Altrimenti agli altri che resterebbe? (2000, pp. 10-11)
*Il nostro mondo, cosiddetto globale, in fin dei conti non è che un pianeta di migliaia e migliaia delle più svariate province che non si incontrano mai. Girare il mondo significa passare da una provincia all’altra, ognuna delle quali è una solitaria stella a sé stante. Per la maggior parte delle persone che vi abitano il mondo reale finisce sulla soglia di casa, al limite del villaggio, al massimo al confine della valle. Il mondo che sta oltre è inesistente, insignificante e addirittura inutile, mentre quello intorno a loro e che l’occhio riesce ad abbracciare assuge alle dimensioni di un grande cosmo che oscura tutto il resto. Spesso gli abitanti di un luogo e chi viene da fuori hanno difficoltà a trovare un linguaggio comune, poiché ognuno di loro guarda il posto da un’ottica diversa: chi viene da fuori usa un grandangolare, che rimpicciolisce l’immagine ma allarga l’orizzonte, mentre la persona del posto ha sempre usato il teleobiettivo, se non addirittura il telescopio, che ingigantisce i minimi dettagli. (2000, pp. 149)
*La [[Natura|natura]] è qualcosa che è inutile contrastare o tentare di correggere e di cui non ci si libera. La natura è data da Dio, quindi è perfetta, come pure sono perfetti la siccità, le calure, i pozzi prosciugati e la morte lungo il cammino. Se non ci fossero non conosceremmo la voluttà della pioggia, il sapore divino dell’acqua e la dolcezza vivificante del latte. Le bestie non godrebbero l’erba succosa, il profumo inebriante dei prati. L’uomo non saprebbe che cosa significhi bagnarsi in un ruscello di acqua fresca e cristallina. Non si renderebbe conto di che paradiso siano queste cose. (2000, p. 181)
*La [[storia]] è spesso il risultato di una mancanza di riflessione. È il frutto bastardo della stupidità umana, parto dello smarrimento, dell'idiozia e della pazzia.