Marcello Fois: differenze tra le versioni

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*Gli [[Amore|amori]] durano esattamente un momento perfetto, il resto è solo rievocazione, ma quel momento può essere sufficiente a dare un senso a più di una vita.<ref>Da ''Stirpe''.</ref>
*La Sardegna da quando domineddio l'ha scagliata al centro del mare è stata sempre granaio, miniera e serbatoio di carne da combattimento, di botoli feroci, per l'[[Italia]] da farsi.<ref>Da ''Tamburini'', 2004.</ref>
 
=== Citazioni tratte da ''In Sardegna non c'è il mare''===
*Il barbaricino ha una conoscenza comparativa, a casa sua anela a modelli esterni e li confronta costantemente con i suoi modelli autoctoni, in genere dichiarandosi dentro di sé perdente. Opportunità, civilizzazione in genere, qualità della vita, per limitarsi ai macrosistemi, alle falde del Gennargentu sembrano sirene irraggiungibili di maestosa bellezza. Ecco, la situazione si rovescia, nel particolare, quando un barbaricino varca il mare. Per esempio: il pane, in Continente, fa schifo; il nostro latte è meglio; l’aria da noi è un’altra cosa. Insomma, fuori dal proprio territorio la comparazione si rovescia e da perdenti si diventa vincenti. (p. 6)
*Una [[cultura]] forte è una cultura in cammino. Possiamo pure decidere di mettere in gabbia una lingua, ma lei tenterà comunque di scappare. E allora sarebbe auspicabile un’idea della Sardegna che non partisse da una scala di valori determinata dalla quantità di sardità che essa esprime, anche perché quell’idea di sardità è assolutamente relativa, ma dalla pari dignità. (p. 48)
*Quando scade il dibattito, quando latita la politica, quando agli onesti viene messo un bavaglio, allora parlano i delinquenti. Quando alle soluzioni si sostituiscono gli spot, parlano le bombe. (p. 68)
*Quando di [[identità]] si inizia a parlare, allora vuol dire che è morta. (p.117)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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– Ma, – riprese inforcando gli occhiali, – certe condizioni che rendono il suo trasferimento improcrastinabile non si possono tacere, proprio no, non si può far finta di niente.<br />
Curreli fece spallucce e si grattò la testa: – Allora?
 
===''In Sardegna non c'è il mare''===
*Il barbaricino ha una conoscenza comparativa, a casa sua anela a modelli esterni e li confronta costantemente con i suoi modelli autoctoni, in genere dichiarandosi dentro di sé perdente. Opportunità, civilizzazione in genere, qualità della vita, per limitarsi ai macrosistemi, alle falde del Gennargentu sembrano sirene irraggiungibili di maestosa bellezza. Ecco, la situazione si rovescia, nel particolare, quando un barbaricino varca il mare. Per esempio: il pane, in Continente, fa schifo; il nostro latte è meglio; l’aria da noi è un’altra cosa. Insomma, fuori dal proprio territorio la comparazione si rovescia e da perdenti si diventa vincenti. (p. 6)
*Una [[cultura]] forte è una cultura in cammino. Possiamo pure decidere di mettere in gabbia una lingua, ma lei tenterà comunque di scappare. E allora sarebbe auspicabile un’idea della Sardegna che non partisse da una scala di valori determinata dalla quantità di sardità che essa esprime, anche perché quell’idea di sardità è assolutamente relativa, ma dalla pari dignità. (p. 48)
*Quando scade il dibattito, quando latita la politica, quando agli onesti viene messo un bavaglio, allora parlano i delinquenti. Quando alle soluzioni si sostituiscono gli spot, parlano le bombe. (p. 68)
*Quando di [[identità]] si inizia a parlare, allora vuol dire che è morta. (p.117)
 
 
===''Stirpe''===