Luciano di Samosata: differenze tra le versioni

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:''Ονείρατά μοι λέγεις''.
*La città {{NDR|di [[Agrigento]]}}, vedendola cadere in rovina per la negligenza dei suoi magistrati che lasciavano rubare o addirittura saccheggiare il tesoro pubblico, la restaurai, feci sistemare gli acquedotti, feci innalzare begli edifici, arricchii facilmente le finanze pubbliche affidandole a buoni amministratori, mi presi cura della gioventù, vegliai sui vecchi e divertii il popolo con spettacoli, elargizioni, feste e pasti popolari. (''Falaride'', I, 3)<ref>Citato da Paul Faure ''La vita quotidiana nelle colonie greche'' traduzione di Maria Grazia Meriggi, Edizioni BUR ISBN 88-17-17074-7 p. 330</ref>
*'''''Il Xanto''.''' Raccoglimi, o Mare, vedi che ho sofferto, spegnimi l'ardore di queste piaghe.<br>'''Il Mare.''' Chi t'ha così concio, o [[Scamandro|Xanto]]? chi ti ha bruciato?<br>'''Il Xanto.''' È stato [[Efesto|Vulcano]]. Misero me! son divenuto un carbone, e ribollo tutto.<br>'''Il Mare.''' E perché ti ha gettato il fuoco addosso?<br>'''Il Xanto.''' Pel figliuolo di Teti. Come ei menava strage de' Frigi, io lo pregai che cessasse da quella furia, non mi chiudesse coi cadaveri la corrente, ed egli niente: io allora per pietà di quei miseri, gli andai addosso, quasi per sommergerlo, sicché avesse paura e non uccidesse tanta gente. Allora Vulcano, che per caso mi era vicino, mi fu sopra con tutto il fuoco che aveva nella fucina, e nell'[[Etna]], e in ogni parte; mi bruciò salci e tamarigi, mi arrostì i poveri pesci e le anguille, mi fe' tutto ribollire, e per poco non m'inaridì. Vedimi come mi son fatto per tante scottature.<br>'''Il Mare.''' Ei pare che tu sei torbido, e caldo; il sangue è dei cadaveri, ed il caldo è del fuoco, come tu di'. Ma ti sta bene, o Xanto, che te la volesti pigliare con un mio nipote, non avendo rispetto che egli era figliuolo d'una Nereide.<br>'''Il Xanto.''' Ma non doveva io aver pietà de' Frigi miei vicini?<br>'''Il Mare.''' E Vulcano non doveva aver pietà di [[Achille]] figliuolo di Teti?<ref>''Il Xanto e il Mare'', in ''Dialoghi marini''. In ''Opere di Luciano. {{small|Voltate in italiano da [[Luigi Settembrini]]}}'', Volume I, Felice Le Monnier, Firenze, 1861, [https://books.google.it/books?id=k95GAAAAIAAJ&dq=&pg=PA277#v=onepage&q&f=false p. 277].</ref>
 
==''La tragopodagra o il podagroso''==