Slavoj Žižek: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Slavoj Žižek==
*Ciò che troviamo nei [[Veda]] è una brutale cosmologia basata sull'uccidere e sul mangiare [...]. Tuttavia, attorno al sesto e quinto secolo a.C., accade qualcosa di nuovo: una radicale «rivalutazione di tutti i valori» sotto forma di una forte reazione universalista contro questa cosmica catena alimentare; il rifiuto ascetico di tutta questa macchina infernale di vita che si riproduce attraverso il sacrificio e il mangiare. Il ciclo della catena alimentare viene ora percepito come un ciclo di eterna sofferenza, e il solo modo per raggiungere la pace è di sottrarsi a esso. (Rispetto al cibo, questo comporta ovviamente il [[vegetarianismo|vegetarianesimo]]: il non mangiare animali morti).<ref>Da ''Vivere alla fine dei tempi'', cap. I.</ref>
*[...] come mai i [[diritti umani]] sono così spesso "diritti" solo di chi è escluso dalla comunità politica ed è ridotto alla "nuda vita"? In un suo saggio sul ''South Atlantic Quarterly'', [https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Ranci%C3%A8re Jacques Rancière] ha avanzato l’idea che, quando questi diritti non servono a niente, "si fa la stessa cosa che le persone caritatevoli fanno con i vestiti vecchi: si danno ai poveri". Quei diritti che sembrano inutili a casa loro vengono spediti all’estero insieme alle medicine e agli abiti, a persone prive di medicine, di abiti e di diritti. E’ così che i diritti dell’uomo diventano i diritti di chi non ne ha, i diritti di nudi esseri umani soggetti a una repressione disumana e a condizioni di vita disumane. Diventano diritti umanitari: i diritti di coloro che non possono attuarli, delle vittime della negazione assoluta di ogni diritto.<ref>Da 'Slavoj Žižek, “I nemici della libertà”, ''Internazionale'' (originale in ''London Review of Books''), n°562, 22 ottobre 2004, p.44</ref>
*Contro la concezione orientale dell'Assoluto come Vuoto-Sostanza-Fondamento, nascosto sotto i fragili e sfuggenti fenomeni della realtà quotidiana, dovremmo contrapporre la concezione che è la nostra realtà quotidiana quella fissa, inerte, stupidamente presente e che è l'Assoluto quello fragile, perituro e sempre sfuggente. Per dirla diversamente, che cos'è l'Assoluto? Qualcosa che troviamo nelle fugaci esperienze, come il sorriso di una bella donna o persino il sorriso di una persona che fino a poco tempo fa ci era sembrata bruta e repellente. È in questi miracolosi, ma estremamente fragili momenti che viene alla luce, attraverso la nostra realtà, un'altra dimensione. L'Assoluto come tale può facilmente disgregarsi, può troppo facilmente sfuggirci tra le mani, dobbiamo maneggiarlo con cautela, come una fragile farfalla.<ref>Da ''Il fragile assoluto'': "Krhki absolut: enajst tez o krščanstvu in marksizmu danes. Med psihoanalizo in religijo", Analecta, Lubiana, 2000, p. 132.</ref>
*Il modo di liberarci dei nostri [[padrone|padroni]] non sta nel far diventare il genere umano stesso il padrone collettivo della natura, ma nel riconoscere l'impostura nella nozione stessa di padrone.<ref>Da ''Vivere alla fine dei tempi'', p. 342.</ref>
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*[...] il vostro [[Silvio Berlusconi]], spesso giudicato come un guitto o un personaggio da operetta, è invece un leader politico da studiare con attenzione, perché cerca di coniugare democrazia liberale e populismo.<br>Silvio Berlusconi sta tuttavia accelerando una tendenza presente in {{sic|tutto}} i sistemi politici democratici. Il suo operato punta infatti a modificare l'equilibrio dei poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – a vantaggio dell'esecutivo, in maniera tale che {{sic|sia}} l'esecutivo sussuma sia il potere legislativo che quello giudiziario, ma senza cancellare i diritti civili e politici. Le elezioni sono considerate solo un sondaggio sull'operato dell'esecutivo. Se Berlusconi le perde, invoca allora la sovranità popolare da lui rappresentata. La forma politica che propone è sì una miscela tra democrazia e populismo, sebbene la sua idea di democrazia sia una democrazia postcostituzionale che fa dell'invenzione del popolo il suo tratto distintivo. Tutto ciò rende l'Italia, più che un paese anomalo, un inquietante laboratorio politico dove viene sviluppata una democrazia postcostituzionale. Da questo punto di vista, in Italia si sta costruendo il futuro dei sistemi politici occidentali...<ref>Dall'intervista di Benedetto Vecchi, ''il manifesto'', 13 aprile 2010; riportata su ''[http://temi.repubblica.it/micromega-online/le-ragioni-ritrovate-del-pensiero-critico-intervista-a-slavoj-zizek/ Le ragioni ritrovate del pensiero critico. Intervista a Slavoj Zizek]'', ''MicroMega'', ''Repubblica.it''.</ref>
*La profonda identificazione che "tiene insieme" i membri della comunità non è tanto l'identificazione con la [[legge]] che domina il corso quotidiano, "normale" della sua vita, quanto l'identificazione alla forma comune, specifica della trasgressione della Legge (in termini psicanalitici, con la forma di godimento caratteristica della comunità).<ref>Da ''Il Grande Altro'', p. 92.</ref>
*“[...] nella tanto celebrata libera circolazione promossa dal capitalismo globale, le cose (i beni) circolano liberamente mentre le persone subiscono sempre più controlli. Questo nuovo [[razzismo]] dei paesi sviluppati è in un certo senso più brutale del vecchio. La sua implicita legittimazione non è naturalistica (la superiorità ‘naturale’ dell’occidente sviluppato) né culturalista (anche noi occidentali vogliamo preservare la nostra identità culturale), ma nasce da un impassibile egoismo economico: la divisione fondamentale è quella tra chi partecipa al (relativo) benessere economico e chi ne è escluso”.<ref>Da 'Slavoj Žižek, “Salviamo l’Europa”, ''Internazionale'' (originale in ''The Drawbridge''), 23 febbraio 2007, p.51</ref>
*[...] come mai i [[diritti umani]] sono così spesso "diritti" solo di chi è escluso dalla comunità politica ed è ridotto alla "nuda vita"? In un suo saggio sul ''South Atlantic Quarterly'', [https://it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Ranci%C3%A8re Jacques Rancière] ha avanzato l’idea che, quando questi diritti non servono a niente, "si fa la stessa cosa che le persone caritatevoli fanno con i vestiti vecchi: si danno ai poveri". Quei diritti che sembrano inutili a casa loro vengono spediti all’estero insieme alle medicine e agli abiti, a persone prive di medicine, di abiti e di diritti. E’ così che i diritti dell’uomo diventano i diritti di chi non ne ha, i diritti di nudi esseri umani soggetti a una repressione disumana e a condizioni di vita disumane. Diventano diritti umanitari: i diritti di coloro che non possono attuarli, delle vittime della negazione assoluta di ogni diritto.<ref>Da 'Slavoj Žižek, “I nemici della libertà”, ''Internazionale'' (originale in ''London Review of Books''), n°562, 22 ottobre 2004, p.44</ref>
 
 
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