Plotino: differenze tra le versioni

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*L'occhio non vedrebbe mai il [[sole]] se non fosse già simile al sole, né un'anima vedrebbe il [[bellezza|bello]] se non fosse bella. Ognuno diventi dunque anzitutto deiforme e bello, se vuole contemplare Dio e la Bellezza. (I, 6, 9)
*Colui che si rammarica della natura del mondo non sa dunque che cosa fa, e fino a dove giunga la sua audacia. È che ignora il seguito regolare delle cose dalle prime alle seconde, poi alle terze, e così di seguito fino alle ultime: non bisogna perciò insultare degli esseri poiché sono inferiori ai primi; bisogna accettare con serenità la natura di tutti gli esseri. (II, 9, 13)
*Ma se i cattivi dominano, è per la viltà dei dominati: e questo e non altro è il giusto. (III, 2, 8<ref name=Reale>Da ''Enneadi'', a cura di G. Reale, Mondadori, 2002.</ref>)
*Iniziando la ricerca sull'[[anima]], obbediamo al precetto del dio, che ci comanda di [[conoscere se stessi|conoscere noi stessi]]. Prima di ricercare e scoprire ogni altra cosa, è giusto indagare chi sia a compiere la ricerca, poiché desideriamo cogliere l'amorosa visione delle cose supreme. (IV, 3, 1<ref>''La bellezza'', 2014, p. 135.</ref>)
*Dobbiamo pensare che quando anche quaggiù uno [[contemplazione|contempla]], soprattutto se in modo intenso, egli certo non si volge col pensiero indietro su sé stesso, ma possiede sé stesso e volge la sua attività all'oggetto, diventa anzi l'oggetto stesso, offrendo sé stesso, diciamo così, quale materia, lasciandosi plasmare dall'oggetto contemplato. [...] Egli conoscerà tale unione non dal di fuori, ma dall'attività stessa, in quanto l'infinità, così compresa, è sempre presente, o meglio, lo accompagna e viene contemplata con un atto di conoscenza non acquisito. (IV, 4, 2 e 9<ref>''La bellezza'', 2014, p. 97.</ref>)
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*Non sempre però guardiamo a lui, ma quando volgiamo lo sguardo al [[bene]], allora troviamo il fine e la pace e, senza alcun disaccordo, danziamo attorno a lui una danza veramente ispirata.<br /> In questa danza corale l'anima scruta la sorgente della vita, la sorgente dello spirito, il principio dell'essere, la causa del bene, la radice dell'anima. (VI, 9, 8-9<ref>''La bellezza'', 2014, pp. 111-112.</ref>)
*La [[scienza]] infatti è un processo discorsivo, e tale processo implica una molteplicità. Essa dunque si allontana dall'uno per cadere nel numero e nella molteplicità. (VI, 9, 4<ref>''La bellezza'', 2014, p. 92.</ref>)
*Gli esseri non furono contati quando erano già nati, ma tramite il [[numero]] si rendeva manifesto quanti ne dovevano nascere. Il numero dunque preesisteva agli esseri stessi. (VI, 9<ref>Da ''Enneadi'', a cura di G. name=Reale, Mondadori, 2002.</ref>)
*La natura non ha mani per formare le mani.<ref>Citato in [[Gaspare Barbiellini Amidei]], ''Perché credere?'', Mondadori, 1991.</ref>