Rainer Maria Rilke: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: +1. Amplio, con diversa traduzione, una citazione già presente, inserendola ex novo senza eliminare quella già inserita, che resta, ma è un doppione. Il testo è fra parentesi tonde nella fonte e compare nel corpo dell'opera., non al margine dopo l'explicit.
+1, altri fix, riferimenti bibliografici per l'edizione di ''Poesie'', tradotte da G. Pintor, Einaudi 1984.
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*''Respirano lievi gli altissimi [[abete|abeti]] | racchiusi nel manto di [[neve]]. | Più morbido e folto quel bianco splendore | riveste ogni ramo via via. | Le candide strade si fanno più zitte, | le stanze raccolte più intente''.<ref>Da ''Liriche e prose'', Sansoni.</ref>
*''[[Rosa]], oh pura contraddizione, gioia | di non essere il sonno di nessuno sotto tante | palpebre.''<ref>Versi composti da Rilke come suo epitaffio. Citato nella prefazione a ''Poesie francesi'', p. 10.</ref>
*''Signore: è tempo. Grande era l'arsura. | Deponi l'ombra sulle meridiane, | libera il vento sopra la pianura. || Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo; | concedi ancora un giorno di tepore, | che il frutto giunga a maturare, e spremi | nel grave vino l'ultimo sapore. || Chi non ha casa adesso, non l'avrà. | Chi è solo a lungo solo dovrà stare, | leggere nelle veglie, e lunghi fogli | scrivere, e incerto sulle vie tornare | dove nell'aria fluttuano le foglie.'' (''Giorno d'[[autunno]]'', ''Il libro delle immagini'', <ref>In Einaudi 1984, p. 19.</ref>)
*Ti ricordi ancora di [[Roma]], cara Lou? Com'è nella tua memoria? Nella mia rimarranno un giorno solo le sue acque, queste limpide, stupende, mobili acque che vivono nelle sue piazze; e le sue scale, che sembrano modellate su acque cadenti, tanto stranamente un gradino scivola dall'altro come onda da onda; la festosità dei suoi giardini e la magnificenza delle grandi terrazze; e le sue [[notte|notti]], così lunghe, silenziose e colme di stelle.<ref>Dalla lettera a [[Lou von Salomé|Lou Salomé]], 3 novembre 1903. Citato in Piera Mattei, ''I Poeti e la Città'', traduzione di Piera Mattei, Il Bisonte, Firenze, 2009, [https://books.google.it/books?id=35hrtXKV7W4C&lpg=PA36&dq=&pg=PA36#v=onepage&q&f=false p. 36].</ref>
 
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==''Nuove poesie''==
*''Come talvolta in mezzo ai rami ancora | spogli un mattino sorge, e in quel momento | è primavera: così nulla affiora | dal suo capo, che il subito portento || della poesia non ci ferisca; il muro | d'ombra è lontano dal suo sguardo incauto | troppo fresca è la fronte per il lauro, | e solo tardi all'arco delle pure || sue sopracciglia sorgerà il rosaio, | da cui foglie cadute e sparse il lieve | tremito della bocca veleranno, || quella che tace adesso e accenna solo | a un sorriso da cui nitida beve | il canto come un'acqua nella gola.'' (''[[Apollo]] primitivo'', Einaudi 1984, p. 23)
*''Come potrei trattenerla in me, la mia [[anima]], che la tua non sfiori; come levarla, oltre te, ad altre cose?'' (da ''Canto d'amore'', in Poesie, vol I , Einaudi-Gallimard, p. 455.)
:''Wie soll ich meine Seele halten, daß | sie nicht an deine rührt? Wie soll ich sie | hinheben über dich zu andern Dingen?''
*''Ma egli ruppe la scorza del dolore | in pezzi e ne distese alte le mani, | come per trattenere il dio fuggente. | Anni chiedeva, solo un anno ancora | di giovinezza, mesi, pochi giorni, | ah, non giorni, ma notti, una soltanto, | solo una notte, questa notte: questa. | Il dio negava. Gridò allora Admeto, | gridò vani richiami a lui, gridò, | come gridò sua madre al nascimento.'' (da ''Alcesti'', vv. 25-34; pp. 25-27)
*''[[Euridice|Lei]] così amata che più pianto trasse | da una lira che mai da donne in lutto; | così che un mondo fu lamento in cui | tutto ancora appariva: bosco e valle, | villaggio e strada, campo e fiume e belva; | e sul mondo di pianto ardeva un sole | come sopra la terra, e si volgeva | coi suoi pianeti un silenzioso cielo, | un cielo in pianto di deformi stelle –: | lei così amata. || Ma ora seguiva il gesto di quel [[Ermes|dio]], | turbato il passo dalle bende funebri, | malcerta, mite nella sua pazienza. | Era in se stessa come un alto augurio | e non pensava all'uomo che era innanzi, | non al cammino che saliva ai vivi. | Era in se stessa, e il suo dono di morte | le dava una pienezza. | Come un frutto di dolce oscurità | ella era piena della grande morte | e così nuova da non più comprendere. || Era entrata a una nuova adolescenza | e intoccabile: il suo sesso era chiuso | come i fiori di sera, le sue mani | così schive del gesto delle nozze | che anche il contatto stranamente tenue | della mano del dio, sua lieve guida, | la turbava per troppa intimità. || Ormai non era più la donna bionda | che altre volte nei canti del [[Orfeo|poeta]] | era apparsa, non più profumo e isola | dell'ampio letto e proprietà dell'uomo. | Ora era sciolta come un'alta chioma, | diffusa come pioggia sulla terra, | divisa come un'ultima ricchezza. | Era radice ormai.'' (da ''Orfeo Euridice Hermes'', Einaudi 1984, pp. 33-35)
 
==''Poesie francesi''==
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*Rainer Maria Rilke, ''Lettere su Cézanne'', a cura di [[Mario Specchio]], Passigli, Firenze, 2001. ISBN 8836806201
*Rainer Maria Rilke, ''Nuove poesie'', in ''Poesie'', traduzione di [[Giaime Pintor]], Einaudi, Torino 1989. ISBN 8806026755
*Rainer Maria Rilke, ''Nuove poesie'', in ''Poesie'', traduzione di Giaime Pintor, Einaudi, Torino 1984. ISBN 8806026755
*Rainer Maria Rilke, ''Poesie francesi'', a cura di Roberto Carifi, Crocetti Editore, Milano, 1989.