Christopher Hitchens: differenze tra le versioni
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*Un grande poeta ha osservato che la volpe sa tante cose piccole, mentre il porcospino sa una sola cosa grande. Ronald Reagan non era né una volpe né un porcospino. Era stupido come una zucca. In qualsiasi sera della settimana avrebbe potuto ospitare a cena i grandi della terra, e invece mangiava quasi sempre da un vassoio, seduto davanti alla tv. Non aveva amici, solo compari. Dai figli non era poi tanto benvoluto. Sua moglie l'aveva conosciuta perché lei aveva bisogno di farsi cancellare da una lista nera maccartista di attori, e lui aveva il potere di farlo. A Washington gli anni passavano e io, trovando già incredibile che un uomo del genere avesse potuto essere un cattivo governatore della California in un anno difficile, non mi capacitavo di come un paese tanto forte potesse sorbirsi un presidente così fasullo e anche un po' scemo.
*Non ho smesso di interrogarmi non solo sull'idiozia della politica americana, ma anche sul bisogno di tanti intellettuali statunitensi di provare la loro furbizia dimostrando di essere più svegli dell'ultimo idiota al potere. O comunque dell'ultimo [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicano]].
{{Int|1=Da [https://www.corriere.it/Primo_Piano/Documento/2005/09_Settembre/23/hitchens.shtml ''Iraq, una guerra di cui andare fieri'']|2=Traduzione del Gruppo Logos, ''Corriere della Sera'', 22 settembre 2005}}
*Prima del marzo 2003, Abu Ghraib era un mattatoio, un luogo di tortura e un campo di concentramento. Oggi, e non senza motivo, è un marchio internazionale assunto a simbolo dell’imperialismo e del sadismo degli Yankee. Ciò nonostante, i miglioramenti sono stati sostanziali e indiscutibili.
*Per chiunque abbia occhi per vedere l’Iraq di Saddam aveva invaso i suoi vicini, commesso un genocidio sul proprio territorio, ospitato e sostenuto criminali e assassini internazionali e violato tutte le disposizioni del Trattato di non proliferazione. Era quindi legittimo pensare che la decisione di Bush e Blair di porre fine a questo intollerabile stato di cose sarebbe stata accolta con favore. Non è stato così. Esiste un'apparente unanimità, tra milioni di europei e americani. L'intera operazione per la smilitarizzazione dell'Iraq, e il salvataggio della sua società traumatizzata, è stata nella migliore delle ipotesi un pretesto e nella peggiore un’aggressione unilaterale. Come è possibile?
*Certo, occorre ammettere che Bush e Blair hanno combinato un pasticcio partendo da una buona causa, in gran parte perché hanno preferito instillare la paura anziché spiegare i fatti o ragionare con la loro popolazione. Ciò nonostante, l’unica reale strategia della menzogna è stata quella di chi crede, o finge di credere, che Saddam Hussein non rappresentasse un problema. Non c’è cura per questo genere di fuga dalla realtà, ma il caos e il panico in cui questo genere di disinformazione ha gettato l'apparato burocratico ha messo all’angolo il presidente, costringendolo alla sua attuale routine di luoghi comuni e affermazioni vuote.
{{Int|1=Da [https://www.internazionale.it/opinione/christopher-hitchens/2006/12/16/pinochet-1915-2006 ''Pinochet, 1915-2006'']|2=''Internazionale.it'', 16 dicembre 2006}}
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*È molto importante ricordare che Milosevic aveva inaugurato la sua meschina e violenta carriera, come capo di una famiglia criminale serbomontenegrina, precisamente cancellando l'autonomia del Kosovo nel 1990, riciclandosi come demagogo nazionalista anziché comunista, e provocando il crollo della federazione jugoslava.
*Certo, bisogna ammettere che si tratta di una tragedia per i serbi e una vera ingiustizia, leggi un affronto al loro orgoglio e alla loro storia. Ma questa ingiustizia se la sono cercata. Ho visto, in Kosovo, gli «insediamenti» per i serbi che il regime di Milosevic andava costruendo nel vano sforzo di rettificare gli squilibri demografici. E chi erano questi poveri «coloni»? Gli infelici civili serbi che avevano vissuto nella Krajina in Croazia, fino a quando la guerra di conquista scatenata dal loro indomito leader non aveva provocato un immane disastro, costringendoli ad abbandonare fattorie e villaggi che occupavano da secoli. A costoro era stata promessa una nuova terra nella regione colonizzata dall' Albania, ma da qui sono stati sradicati e scacciati ancora una volta. Che fine avranno fatto? Forse stanno scagliando sassi contro i McDonald's di Belgrado, e giurano ardentemente di non dimenticare mai le perdute glorie del 1389, ma forse di tanto in tanto si chiederanno dov'è che hanno fatto il primo di una lunga catena di sbagli.
{{Int|1=Da [https://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_07/polanski-Hitchens_eb3f4afa-b315-11de-b362-00144f02aabc.shtml ''Nessuna «eccezione hollywoodiana»'']|2=Traduzione di Rita Baldassarre, ''Corriere della Sera'', 7 ottobre 2009}}
*Non appena ci si rende conto che esistono parametri morali speciali, noti come «eccezioni hollywoodiane», ecco che sembrano spuntare ovunque.
*I media oggi dicono tragedia per indicare tutte le brutte cose che accadono alle persone per bene, o alle celebrità. Tuttavia, le tragedie che davvero meritano questo nome ricadono in due grandi categorie, le tragedie hegeliane e le tragedie greche. Hegel chiama tragedia il conflitto tra due diritti. Per i greci invece era tragica la figura di un grande uomo annientato da una colpa fatale. Il secondo tipo di tragedia scaturisce dall'azione dell'hybris, per molti versi è applicabile a Polanski, che ha diretto tra l'altro la versione cinematografica di una famosa tragedia chiamandola — con grande tracotanza — «Il Macbeth di Roman Polanski». Si sarà sentito forse altrettanto arrogante e onnipotente, il nostro regista, quando fece ubriacare una ragazzina di tredici anni, per poi somministrarle una pastiglia di Quaalude, una droga ben nota per le proprietà di rilassamento muscolare. Si sente aleggiare un pizzico di quella fatidica colpa, non c'è dubbio.
*Sorprende invece che il regista polacco sia stato in grado di spassarsela all’estero per tanto tempo, facendosi beffe dei giudici quasi a voler sfidare l'impotenza della legge. Mi commuove il pensiero che la ragazza vittima di quel lontano stupro l'abbia perdonato, ma a rigor di termini questo non conta, anche se l'avesse detto all’epoca dei fatti. La legge persegue gli stupratori di bambini, a tutela di quei bambini che non sono ancora stati oggetto di abusi. Il caso individuale — chiunque siano gli individui coinvolti— diventa un precedente. E per fortuna che le nostre leggi ci consentono di farlo.
{{Int|1=Da [http://old.comunitaarmena.it/comunita/comunicati/hitchens.pdf ''Genocidio armeno negato: la pericolosa ossessione di Erdogan'']|2=''Corriere della Sera'', 7 aprile 2010}}
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