Marcela Serrano: differenze tra le versioni

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La sezione generale va sempre in alto per prima, ho aggiunto il nome del traduttore che non va mai omesso, il luogo di edizione. E' disponibile l'ISBN dell'edizione 2002? Ho aggiunto la sezione Note. Altri fix.
Cris77 (discussione | contributi)
Aggiunto citazione tratta da "Quel che c’è nel mio cuore"
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==Citazioni di Marcela Serrano==
*In [[America Latina]] scopri che ciclicamente si verifica quella che altrove sarebbe considerata una follia, e cioè che un pugno di uomini decisi stravolga la storia. L’entità delle ingiustizie e delle disuguaglianze di questi luoghi fa sì che ogni tanto alcune azioni istintive si trasformino in un progetto realizzabile. [[Hernán Cortés]], con soltanto seicento uomini e sedici cavalli, pose fine a un impero immenso che, secondo gli storici, governava venti milioni di sudditi, non erano poi così tanti gli spagnoli, vero? Fidel sbarcò a Cuba con ottantadue uomini e conquistò la prima guarnigione con trenta, per la maggior parte reclutati un mese prima. <ref>Da Marcela Serrano, ''Quel che c’è nel mio cuore'', traduzione di Michela Finassi Parolo, Feltrinelli, Milano, 2002, p. 220. </ref>
*La sopravvivenza si basa sulla possibilità di elaborare il [[lutto]]. Se questo non viene superato, tutte le pene dell’inferno accorreranno da te per sedurti con mille maschere, alcune terribili, altre perfino gentili, distruggendoti comunque la vita. Invece, se riesci a elaborare il lutto, potrai vivere con la pena sino alla fine dei tuoi giorni. La pena non confonde, non ingarbuglia la ragione, non disorienta la mente; la pena opprime, rattrista, tutto qui, e pur essendo un tutto immenso, si tratta poi soltanto di questo. <ref>Da Marcela Serrano, ''Quel che c’è nel mio cuore'', traduzione di Michela Finassi Parolo, Feltrinelli, Milano, 2002, p. 246. </ref>
 
==[[Incipit]] di alcune opere==