Ryszard Kapuściński: differenze tra le versioni

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Agguinto citazione da Ebano
Riga 61:
*Le forze etiopi impiegavano comunemente il napalm. Per salvarsi, gli eritrei cominciarono a scavare rifugi, corridoi e nascondigli mimetizzati. Nel corso degli anni costruirono un secondo stato sotterraneo, nel senso letterale del termine: un'Eritrea nascosta e segreta, inaccessibile agli estranei, che potevano percorrere in lungo e in largo senza essere visti dal nemico. La guerra eritrea non fu, come gli eritrei stessi sottolineano con orgoglio, una ''bush war'', l'uragano banditesco e sterminatore dei ''warlords''. Nel loro stato sotterraneo avevano scuole e ospedali, tribunali e orfanotrofi, officine e fabbriche di armi. In quel paese di analfabeti, ogni combattente doveva saper leggere e scrivere. (p. 266)
*Questo piccolo paese, tra i più poveri del mondo, possiede un esercito di centomila giovani, relativamente colti, dei quali non sa che fare. Il paese non ha industrie, l'agricoltura è in abbandono, le città in rovina, le strade distrutte. Centomila soldati si svegliano ogni mattina senza saper che fare, e soprattutto senza niente da mangiare. Ma la sorte dei loro colleghi e fratelli in borghese non è molto diversa. Basta girare per Asmara all'ora di pranzo. I funzionari delle poche istituzioni esistenti in uno stato così giovane vanno a mangiare un boccone nei bar e nei ristoranti del quartiere. Ma le folle dei giovani non sanno dove andare: non lavorano, non hanno un soldo. Girano, guardano le vetrine, sostano agli angoli delle strade, siedendo sulle panchine oziosi e affamati. (pp. 266-267)
*Non avranno [gli africani] mai una loro storia compilata in modo scientifico e obiettivo, come si dice in Europa, poiché la storia africana non conosce documenti e scritture. Ogni generazione, udendo la versione che le veniva tramandata, l’ha modificata e continua a modificarla, trasformandola e abbellendola. Ma proprio per questo la storia qui, libera dal peso degli archivi e dal rigore dei dati, raggiunge la sua forma più pura e cristallina: quella del mito. Un mito dove invece dei dati e della misura meccanica del tempo – giorni, mesi, anni – vigono espressioni quali: "tempo fa", "molto tempo fa", "tanto tempo fa che nessuno più se ne ricorda", termini che consentono di collocare e di sistemare tutto nella gerarchia del tempo. Un tempo che non si svilupperà in modo lineare, ma assumerà la forma del moto terrestre: una forma rotatoria, uniformemente circolare. In una simile visione del tempo il concetto di sviluppo non esiste, sostituito dal concetto di durata. L’Africa è l’eterna durata. (2000, p. 271)
 
==''Imperium''==