Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*La qual'[[casaro|arte]] forse fu meglio intesa da [[Zoroastro]] che da alcun'altro: perché lui riferisce [[Plinio il Vecchio|Plinio]] nel libro undecimo, al capitolo quadragesimo secondo, che nel deserto visse d'un caseo tanto temperato per vinti anni che mai sentì le molestie della vecchiezza. (p. 794)
*All'ultimo gli [[pescatore|pescatori]] ci si fanno incontro onoratamente, perché lo studio del pescare fu già tanto in pregio e onore presso a' Romani che, a guisa di semenza in terra, seminavano nel mare italiano i pesci forastieri, portandogli con le navi di lontanissimi paesi. Oltra di di ciò con spese intolerabili edificaron peschiere e vivai pieni di preziossimi pesci, dai quali molte famiglie romane trassero cognomi: come Licini, Mureni, Sergi e Orazi. (p. 837)
*Fra' gli [[pescatore|pescatori]] antichi son nominati Diti da Stazio, ed Erminio da Sillio nel quinto libro. Leggesi a proposito che [[Augusto]] soleva pescar con l'amo; e [[Svetonio]] scrive che [[Nerone]] pescò con una rete d'oro e con le corde tessute di porpora e di cocco. (p. 838)
*Di quest'[[pescatore|arte della pesca]] scrissero fra gli antichi Ceclo argivo, Numenio eracleone, Pancrazio arcadico, Possidonio corinzio, Oppiano cilice, Seleuco, figliuol di Tarseo, e Leonida bizanzio, per testimonio nel I libro al capitolo quinto. All'ultimo la pesca si fornisce con nasse, nassolini, reti, ami, fossine, sardi, rastelli e pasta. Or tanto basti. (p. 838)
*Ma gli [[ottico|occhialari]] anch'essi tengono dietro ai vetrari; e convengono insieme, come fa il fiore con l'erba, perché gli occhiali detti latinamente ''conspicilla'' (de' quali fa menzione [[Plauto]] con quelle parole: «conspicillo uti necesse est»<ref>«Bisogna far uso degli occhiali».</ref>), hanno la loro origine de' vetrari, ma par ch'acquistino una certa lor forma propria da quelli che occhialari communemente nominiamo. In Francia se ne fanno de' perfetti, e così a Venezia, dove in merciaria si trovano i maestri di questo mestiero, fra' quali al presente son famosi Lorenzo occhialaro all'Occhial grande a S. Salvatore, e Pietro occhialaro all'Angiolo a S. Giuliano. (p. 871)