Manifesto (stampato): differenze tra le versioni

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Citazioni sui '''manifesti'''.
 
*All'origine del segno artistico di tanti manifesti – anche là dove appare soltanto come ambizione – c'è una sorta di mecenatismo industriale senza di cui la storia del manifesto sarebbe indubbiamente diversa. [...] Come i mecenati tradizionali assoldavano gli artisti sommi commissionando loro ritratti o episodi famigliari, o ville o cappelle (o episodi religiosi se si trattava di cardinali e di papi) e lo facevano per dimostrare la loro potenza e ricchezza, così le case produttrici giunte al vertice del successo economico si rivolsero agli illustratori per impressionare la clientela con qualcosa di più «nobile» e meno transitorio della comune réclame. ([[Gian Franco Venè]])
*– È facile, la cantante, quella c'ha il nome sul manifesto.<br />– Hai capito, a Milano quando c'è la nebbia, mettono i nomi sui manifesti. Dice: chi mi vuol trovare, io sto qua. (''[[Totò, Peppino e la... malafemmina]]'')
*''I manifesti sono visi di carta che non dicono nulla e che nessuno più guarda, | colori accesi dentro ai vicoli scuri, | sembrano un urlo quelle carte sui muri.'' ([[Francesco Guccini]])
*Il manifesto lacerato non può essere ridotto all'arte sociologica. ([[Jacques Villeglé]])
*Il manifesto, quindi, è un di più rispetto all'informazione; ovvero: se l'informazione è indispensabile a lanciare un prodotto o una iniziativa, il manifesto, nella sua versione moderna, no. Questo suo carattere superfluo è, paradossalmente, la premessa del suo successo e della sua importanza. Gli Anni Venti e Trenta dimostrano tutto ciò in maniera eloquentissima: la pubblicità corrente di quell'epoca, quella che appariva sui giornali, era praticamente tutta scritta. ([[Gian Franco Venè]])
*Mezzo di comunicazione, strumento di promozione commerciale, prodotto di strategie d'immagine, ma anche invenzione figurativa, proiezione mediata ed emblematica di determinati orientamenti terreno di sperimentazione di particolari linguaggi iconografici, il manifesto è una forma espressiva strettamente collegata non solo alle cadenze e ai meccanismi del mondo della produzione e del consumo, ma anche all'evoluzione delle mode e degli stili artistici, ai mutamenti del gusto e del costume. ([[Valerio Castronovo]])