Intellettuale: differenze tra le versioni

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*''Gli arguti intellettuali trancian pezzi e manuali, | poi stremati fanno cure di cinismo, | son pallidi nei visi e hanno deboli sorrisi | solo se si parla di strutturalismo.'' ([[Francesco Guccini]])
*Gl'intellettuali italiani che preferiscono aver ragione da soli piuttosto che torto con gli altri, sono pochi. I più seguono la massima di [[Paul-Jean Toulet|Toulet]]: «Quando i lupi urlano, urla con loro». ([[Indro Montanelli]])
*I crimini più odiosi dell'ex Jugoslavia hanno avuto il sostegno entusiasta degli intellettuali, cioè delle persone la cui istruzione e reputazione avrebbero dovuto rassicurarci. (…) Invece di usare la propria autorevolezza contro la guerra, la maggior parte degli intellettuali serbi ha scelto di fare da guida al popolo giustificando "scientificamente" la violenza, purché servisse a raggiungere l'obiettivo proclamato: "la grande Serbia etnicamente pura". (…) L'impegno politico degli intellettuali serbi fu decisivo per creare un'immagine dei musulmani bosniaci come alieni e per alimentare il sistema del genocidio. Professori, poeti, accademici, biologi, scrittori, pittori, matematici, attori, affermavano che 'i musulmani sono geneticamente inferiori', che 'la Bosnia è uno Stato-mostro', che 'i serbi sono il popolo superiore', che 'un convertito all'Islam è peggiore di un turco, che 'l'Europa ci sarà grata perché in Bosnia abbiamo difeso i valori e la cultura cristiana', che 'i musulmani sono infedeli e assassini a sangue freddo', che i bosniaci musulmani 'soffrono di frustrazione rettale', e che hanno 'predisposizione al furto, una totale mancanza di etica e avidità di potere'. ([[Azra Nuhefendić]])
*Gli «intellettuali» purtroppo hanno nel movimento operaio gli stessi privilegi che nella società borghese. ([[Simone Weil]])
*Gli intellettuali si alleano alla forza politica illudendosi talvolta di orientarla; più spesso ne diventano i burattini, sia pure burattini di lusso. ([[Sergio Ricossa]])
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*Gli intellettuali sono pecore che hanno bisogno di un protettore: in Italia sono tutti vigliacchi, quindi di sinistra. Di non allineati ne conosco pochissimi. ([[Vittorio Sgarbi]])
*{{NDR|Esponendo il pensiero di [[Arturo Labriola]]}} Gli intellettuali vivono vendendo il loro lavoro intellettuale, e chi lo compra è la borghesia; dunque nella lotta di classe del Socialismo essi non hanno a che vedere; entrando nel Socialismo, essi non fanno altro che accollare alla classe lavoratrice i loro interessi borghesi, ribattezzandoli di propria autorità come rivendicazioni «socialiste». ([[Robert Michels]])
*I crimini più odiosi dell'ex Jugoslavia hanno avuto il sostegno entusiasta degli intellettuali, cioè delle persone la cui istruzione e reputazione avrebbero dovuto rassicurarci. (…) Invece di usare la propria autorevolezza contro la guerra, la maggior parte degli intellettuali serbi ha scelto di fare da guida al popolo giustificando "scientificamente" la violenza, purché servisse a raggiungere l'obiettivo proclamato: "la grande Serbia etnicamente pura". (…) L'impegno politico degli intellettuali serbi fu decisivo per creare un'immagine dei musulmani bosniaci come alieni e per alimentare il sistema del genocidio. Professori, poeti, accademici, biologi, scrittori, pittori, matematici, attori, affermavano che '"i musulmani sono geneticamente inferiori'", che '"la Bosnia è uno Stato-mostro'", che '"i serbi sono il popolo superiore'", che '"un convertito all'Islam è peggiore di un turco, che 'l'Europa ci sarà grata perché in Bosnia abbiamo difeso i valori e la cultura cristiana'", che '"i musulmani sono infedeli e assassini a sangue freddo'", che i bosniaci musulmani '"soffrono di frustrazione rettale'", e che hanno '"predisposizione al furto, una totale mancanza di etica e avidità di potere'". ([[Azra Nuhefendić]])
*''Intellettuali d'oggi | idioti di domani | ridatemi il cervello | che basta alle mie mani.'' ([[Fabrizio De André]])
*Interrogarci su una «politica» degli intellettuali è oggi importante anche perché viviamo in un momento in cui i cosiddetti «prodotti culturali», sono sempre più coinvolti nel consumismo. Sono spesso manipolati in vista di un successo immediato e labile che talora non ottengono o che dura lo spazio di un mattino. Si propongono spesso di urtare, irritare, scandalizzare (cosa anche questa molto difficile) per imporsi con il marchio di una novità assoluta, che è pura illusione. Assumono spesso la funzione e il valore di slogans destinati a incrementare lo spaccio di idee balorde e di fanatismi fittizi. E gli autori di essi non esitano a presentarsi sul palcoscenico, a recitare in costume, a dare lo spettacolo che ritengono più propizio al loro successo. [...]<br>Una parte dell'amara tristezza che oggi pervade il mondo degli intellettuali è dovuta appunto alla coscienza della loro perduta o diminuita autonomia decisionale, del pericolo incombente di poter sopravvivere solo come strumenti di forze che apprezzino l'opera loro solo come mezzo occasionale di successo, da buttar via quando non riesce più utile. ([[Nicola Abbagnano]])