Morando Morandini: differenze tra le versioni

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*Ho avuto un'infanzia normale, normalmente felice, ma è la risposta che dovrei dare se qualcuno mi domandasse: che tipo di giovinezza hai avuto? Breve. (p. 25)
*[M]i sono reso conto che fare il critico di cinema mi ha evitato di fare veramente il [[giornalista]], mestiere che più passa il tempo e più aborro. Sono cresciuto a una scuola dove s'insegnava che nel buon giornalismo bisogna separare i fatti dalle opinioni. Soltanto col tempo imparai che, più che un fondamento etico, era un'utopia e che, come disse un cinico, i giornalisti passano la prima metà della loro vita professionale a scrivere di quel che non sanno e la seconda a tacere di quel che sanno. Nel mestiere del critico la con-fusione tra fatti e opinioni è, invece, istituzionale. (p. 25)
*Una estrema disponibilità al testo è uno dei due poli dell'attività critica. L'altro è il disagio di doversi abbassare spesso su oggetti inferiori al livello di tolleranza. (p. 26)
*La critica è crisi, dunque giudizio aperto e indagine provvisoria che cammina sul sentiero della sua provvisorietà. (p. 27)
*Anche nella critica non bisogna sostituire la conoscenza del reale con modelli interpretativi ideologici. Liberarsi dalle griglie che sono comode e assecondano la pigrizia. (p. 28)
*Lo spettatore comune esagera nel giudicare un film soltanto con le ragioni del cuore; ma spesso il critico rivela di avere, al posto del cuore, un catalogo bibliografico. Nemmeno tanto aggiornato. (p. 29)
*Sarebbe ora di finirla con la fola di [[Totò]] che fu maltrattato e non compreso dalla critica degli [[Anni 1950|anni Cinquanta]] per la quale contavano soltanto i film impegnati. [...] Totò non fu mai trascurato o sottovalutato, nemmeno negli Trenta e Quaranta. Semmai non fu capito e analizzato come avrebbe meritato. C'è da dire, infine, che nella sua lunga carriera sono una mezza dozzina i film che contano; c'è un numero imprecisato di altri titoli - quasi tutti quelli diretti da Mattòli - riscattati dalla sua presenza e dai suoi numeri, ma quanti sono quelli indigesti, inguardabili? (pp. 32-33)
 
==Note==