Alberto Savinio: differenze tra le versioni

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*Per una illustrazione onomatopeica del suo camminare sghimbesciato, Giorgio e Andrea diedero al cane un nome assurdo e arrotolato come una molla: Trololò. (''Trololò'')
*Trololò si rivelò un cane straordinario. Le più rare qualità canine erano riunite in lui e salivano a una specie di eccesso, le loro manifestazioni inaspettate davano talvolta quella medesima perplessità che darebbe il ritratto di un antenato che all'improvviso si mettesse a cantare, o la statua di un giardino pubblico che d'un tratto scendesse dal suo piedistallo e cominciasse a passeggiare nelle aiuole. (''Trololò'')
*Trololò era nulla ed era tutto. E al tutto ci si abitua molto più presto, molto più profondamente che a «una» cosa. Vediamo noi forse l'aria che respiriamo? La pensiamo? (''Trololò'')
*E Trololò disse: «Perché mi hai colpito? Che male ti avevo fatto? Il tuo gesto era così vile, così crudele, così inutile, che non mi sono sentito più di vivere. Questa forma di morte volontaria voi la chiamate suicidio, perché, conoscendomi come mi conosci, avrai capito che se mi sono lasciato prendere dall'accalappiacani, è perché così ho voluto. Eppure io a te non ho fatto che bene. Ti ricordi?».
*Amare è dare altrui la propria anima, è animare altrui con la propria anima, è illuderci di dare altrui una vita felice e profonda che altrimenti gli mancherebbe. (''Il signor Münster'')
*Chiarire un [[mistero]] è indelicato verso il mistero stesso. (''Figlia d'imperatore'')