Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*E il [[bussola|bossolo]] della calamita ci serve a trovar la lunghezza delle lontananze di ciascun luogo e la vera drittura da un luogo all'altro. [...] Nel bussolo e nella carta si dipingon più bussoli, i quai son quelli dove le linee vengono a congiongersi insieme a forma di stella; e sopra quelle si mette poi il bussolo proprio, quando bisogna, secondo i luoghi ove si trova la nave in mare; e la grandezza della carta s'ha da confar con la grandezza del bussolo, talmente che la distanza da una linea all'altra venga ad aggiustarsi con le punte del bussolo. (p. 1407)
*Nel [[bussola|bussolo]] materiale si soglion fare i compartimenti de' venti in modo che tutti i venti comincino in largo vicino al centro o mezzo della rosa, e finiscano aguzzi in punta, venendo mancando a poco a poco, e a far come un triangolo bislungo. E gli sedici venti principali – del soffio de' quali deve intendersi benissimo il [[nocchiere|nocchiero]] – si fanno da alcuni in triangoli maggiori, cioè più larghi; e le quarte di mezzo si fanno da alcuni in triangoletti più stretti: talché vengono a un essere un raggio, o triangolo grande, e un picciolo, che in tutto sono trenta due venti, cioè [di] Levante, Ponente, Tramontana e Ostro. (p. 1407)
*{{NDR|Sulla [[Rosa dei venti]]}} Levante, Ponente, Tramontana e Ostro. Il primo vien dalla parte orientale, cioè da quella dove la matina si leva il sole, e passa sotto la linea equinoziale. Il secondo dalla parte occidentale, cioè dove la sera si corca il sole, e passa sotto la predetta linea. Tramontana o Aquilone vene dal Polo Artico, overo settentrionale, e L'Austro o Ostro vien dal Polo Antartico, overo meridionale. E questi sono i quattro venti cardinali e principalissimi del mondo. [...] Hanno poi questi quattro venti principali altri quattro venti collaterali che si compongono da essi. Il primo è fra Levante e Tramontana, e lo chiamano Greco; il secondo fra Levante e Ostro, e si chiama Sirocco; il terzo fra Ostro e Ponente, e si chiama da' marinai Garbino; il quarto fra Tramontana e Ponente, e lo chiamano Maestro. [...] Fra essi poi nascono otto altri venti, i quali chiamano mezzi venti; e pigliano i nomi loro da quei due venti a chi stanno in mezzo. [...] Ora fra questi sedici venti se ne scrivono altri sedici, i quali i marinari chiamano quarte. (pp. 1407-1408)
*Nel [[bussola|bussolo]], poi, il triangolo o il raggio che ha il giglio o la palleta o altra tal cosa per farlo conoscere che sia il raggio di tramontana, ha sotto di sé un filetto d'ottimo acciaro grosso come un ago, e addoppiato in modo che faccia una punta longa quanto è la larghezza di mezzo dito, e poi si venga allargando nel ventre suo, e faccia come un ovo, il qual dall'altro lato venga a fare un'altra punta in cima, e pur doppia come la prima; e questa verrà a stare sotto il raggio di mezzo giorno o di Ostro. E in mezo a quel corpo ovato e vuoto ha da stare il capelletto d'ottone con la fossettina picciolisssima in mezzo, che si ferma poi sopra l'ago che sta drittto in piedi in mezzo al bussolo. (p. 1409)
*Volendo fare oro filato, overo argento, secondo la professione che attende a questo, è necessario certamente tirar l'oro in filo, e così l'argento, battendolo e assottigliandolo in prima benissimo, e finalmente arrivando a quel segno dove si pone sopra fili di seta o d'altro, con grande industria e artificio di simili maestri. Per la prattica de' quali (ma prima per l'oro) si nota brevemente ch'è solito e consueto presso a costoro di fondere una verga d'argento o di copella o d'altro; la qual verga va distirata col martello; e poi si raspa; e poi si salda l'oro con l'argento con un legno ai folli, overo a vento; e poi s'assottiglia per forza di martello, e fassi più sottile che la carta da colui che [[battiloro]] propriamente è nominato [...]. (p. 1448)