Axel Munthe: differenze tra le versioni

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*L'[[insonnia]] non uccide il suo uomo, se questi non si uccide da sé: l'insonnia è la causa più comune del suicidio. Ma uccide la sua gioia di vivere, distrugge la sua forza, succhia il sangue dal suo cervello e dal suo cuore come un vampiro; gli fa ricordare, durante la notte, quel che vorrebbe dimenticare con un beato sonno; gli fa dimenticare, durante il giorno, quel che vorrebbe ricordare. La memoria è la prima ad andarsene. Ben presto amicizia, amore, senso del dovere, perfino la stessa pietà, uno dopo l'altro seguono la stessa via. Solo la disperazione rimane a bordo del bastimento condannato, per spingerlo sulle rocce della fatale distruzione. [[Voltaire]] aveva ragione di mettere il sonno allo stesso livello della speranza. (pp. 277-278)
*Il diavolo stesso non può niente contro un uomo finché questi sa [[Risata|ridere]]. (p. 367)
*{{NDR|La Festa di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]], patrono di [[Anacapri]]}} Esce la processione! Esce la processione!<br>Prima venivano una dozzina di bambini, a due a due, tenendosi per mano. Alcuni portavano corte tuniche bianche e ali d'angelo, come i putti di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]]. Altri, completamente nudi e adorni di ghirlande di pampini e rose, sembravano staccati da un bassorilievo greco. Poi venivano le figlie di [[Maria]], fanciulle alte e snelle, in vesti bianche con lunghi veli azzurri e la medaglia d'argento della Madonna con un nastro azzurro al collo. Subito dopo le ''bizzoche'', in abito e velo nero, zitelle {{sic|risecchite}}, che erano rimaste fedeli al loro primo amore, [[Gesù|Gesù Cristo]]. Quindi la Congregazione preceduta dal suo stendardo; era composta di vecchi di aspetto grave con le curiose tonache bianche e nere del tempo di [[Girolamo Savonarola|Savonarola]].<br>La musica! La musica!<br>Ed ecco la banda, con le uniformi dalle trine d'oro del tempo dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borboni di Napoli]], preceduta dal magnifico capobanda, che soffiava a gran forza una polca furiosa, pezzo prediletto del santo, mi si diceva. Poi, circondato da tutti i preti in vesti di gala e salutato da centinaia di mortaretti, ecco apparire sant'Antonio, eretto sul trono, la mano stesa in atto di benedire. (p. 390)
*Fu detto al vecchio Pacciale di confessare i suoi peccati e di chiedere perdono. Fece di sì col capo e baciò il Crocefisso. Il prete gli dette l'assoluzione. Dio Onnipotente approvò con un sorriso e disse che il vecchio Pacciale era il benvenuto in Paradiso. Credevo che già vi fosse, quando d'un tratto alzò la mano e gentilmente, quasi timidamente, mi accarezzò la guancia.<br />«Siete buono come il mare,» mormorò.<br />Buono come il mare!<br />Non scrivo qui queste parole con presunzione, le scrivo con meraviglia. Donde venivano queste parole? Venivano da lontano, venivano come l'eco dell'età dell'oro, quando viveva Pan, quando gli alberi della foresta potevano parlare, le onde del mare potevano cantare e l'uomo ascoltare e capire. (p. 408)
*Di tanto in tanto, nella nostra perplessità, arrischiamo una timida domanda al nostro destino, ma senza aver risposta perché le stelle sono troppo lontane. Più presto ci rendiamo conto che il nostro destino è in noi stessi e non nelle stelle, meglio è per noi. Soltanto in noi stessi potremo trovare la felicità. È tempo perso attenderla dagli altri, siano essi uomini o donne. Da soli dobbiamo combattere le nostre battaglie e colpire più forte possibile, combattenti nati come siamo. La pace verrà un giorno per tutti, pace senza disonore, anche per il vinto se ha cercato di fare la sua parte finché ha potuto. (p. 415)