Beowulf: differenze tra le versioni
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===Brunetti===
Dei Danesi delle Lance in giorni lontani,<br>dei re della nazione ci è nota la rinomanza,<br>che imprese di coraggio compirono quei principi.<br>Spesso Scyld Scefing a schiere nemiche<br>strappò a molti popoli le panche
===Heaney===
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===Tolkien===
Ascoltate adesso! Abbiamo udito narrare, noi, la gloria dei re dei Danesi delle Lance, di come quei principi, nei giorni che furono, compirono gesta valorose. Spesso Scyld Scefing strappò agli eserciti nemici, molti popoli invero, i seggi dove bevevano l'idromele, suscitò paura tra gli uomini, lui, sì, che bambino fu trovato, abbandonato a se stesso; visse abbastanza per trovarne consolazione e possente divenne sotto il cielo, e prospero visse, ricolmo d'onore, sinché quanti dimoravano vicino, oltre il mare dove galoppano le balene, dovettero ubbidire alla sua parola e pagargli il tributo
==Citazioni==
*''Þá wæs Hróðgáre | herespéd gyfen || wíges weorðmynd | þæt him his winemágas || georne hýrdon | oðð þæt séo geogoð gewéox || magodriht micel· | him on mód bearn || þæt healreced | hátan wolde || medoærn micel | men gewyrcean || þone yldo bearn | aéfre gefrúnon || ond þaér on innan | eall gedaélan || geongum ond ealdum | swylc him god sealde || búton folcscare | ond feorum gumena·''
:*''Arrisero allora, a [[Hroðgar|Hrōðgār]], || grandi successi militari, | segni di prestigio in guerra, || tanto che amici e parenti | gli ubbidivano lieti, || mentre i giovani si facevano | un seguito, grande e forte. || Gli venne in mente | la voglia di ordinarsi || una reggia di corte | di costruire un'immensa || casa per l'idromele, | da parlarne in eterno || i figli degli uomini; e dentro | dividere ogni cosa || che Dio gli aveva dato | con gli anziani e coi giovani, || tolti il demanio pubblico | e la vita degli uomini.'' ('''Koch''', pp. 9-11)
:*''A Hrothgar fu concesso successo
:*A Hrothgar, nel corso del tempo, fu concessa fortuna in guerra, e gloria in battaglia, sì che i vassalli della sua stirpe con pieno volere lo ascoltavano e il numero dei giovani guerrieri crebbe sino a divenire una possente compagnia di uomini. Poi, nel cuore, gli sorse un desiderio e comandò agli uomini di edificargli una grande sala e una magione, una casa dove poter bere l'idromele, un edificio più grandioso di quanti mai i figli degli uomini avessero conosciuto; e là egli avrebbe distribuito ai giovani e ai vecchi tutte le cose che Dio gli aveva accordato, a parte il territorio del popolo e la vita degli uomini. ('''Tolkien''', p. 33)
*''Ðá se ellengaést | earfoðlíce || þráge geþolode | sé þe in þýstrum bád || þæt hé dógora gehwám | dréam gehýrde || hlúdne in healle· | þaér wæs hearpan swég || swutol sang scopes· | sægde sé þe cúþe || frumsceaft fíra | feorran reccan· || cwæð þæt se ælmihtiga | eorðan worhte || wlitebeorhtne wang swá wæter bebúgeð· || gesette sigehréþig | sunnan ond mónan || léoman tó léohte | land-búendum || ond gefrætwade | foldan scéatas || leomum ond léafum· | líf éac gesceóp || cynna gehwylcum | þára ðe cwice hwyrfaþ·''
:*''Penosamente, a lungo, || pazientò l'Orco audace | appostato nel buio || che ascoltava ogni giorno, | dalla corte, le musiche || alte e la festa. Udiva | gli accordi sopra l'arpa, || il chiaro canto del poeta. | Raccontava (sapeva || ritrovare il remoto) | l'origine degli uomini: || come l'Onnipotente | fabbricasse la terra, || la distesa dal chiaro | volto, recinta d'acqua. || Pose il sole e la luna, | certo della vittoria, || lumi per fare luce | a chi abita nel mondo || e ornò di rami e foglie | la veste della terra. || Fabbricò l'esistenza | di ognuna delle specie || che vivono e si muovono.'' ('''Koch''', pp. 11-13)
:*''Patì allora tempo di tormento ||
:*''Poi un demone potente, un predatore al buio, || provò risentimento. Lo tormentava || udire il vociare del rumoroso banchetto || ogni giorno nella sala, l'arpa sonante || e il canto chiaro di un bravo poeta || che narrava da maestro le origini dell'uomo, || come l'Onnipotente avesse fatto la terra || una pianura luccicante cinta di acque; || nel suo splendore Egli pose il sole e la luna || come luci alla terra, lanterne per gli uomini, || e riempì l'ampio grembo del mondo di rami e di foglie; e destò la vita || in ogni altra cosa che muove.'' ('''Heaney''', p. 35)
:*Allora, lo spirito feroce che dimorava nelle tenebre sopportò, con pena, un tempo di tormento, poiché giorno dopo giorno udiva riecheggiare nella sala il clamore della festa. V'erano il suono dell'arpa e il canto chiaro del menestrello; v'era la voce d'uno che sapeva molte cose e che sapeva riandare agli antichissimi giorni, ai primordi dell'umanità, e narrava di come l'Onnipotente avesse edificato la Terra, valle luminosa e amena che le acque circondano; di come, trionfante, avesse posto il fulgore del sole e della luna come lume per gli abitanti delle terre, e adornato le regioni del mondo con rami e con foglie; e di come avesse creato la vita per ogni specie che vive e si muove. ('''Tolkien''', p. 35)
[[File:Hero-myths and legends of the British race (1910) Grendel.png|thumb|[[Grendel]]]]
*''Swá ðá drihtguman | dréamum lifdon || éadiglice | oð ðæt án ongan || fyrene fremman | féond on helle· || wæs se grimma gaést | Grendel háten || maére mearcstapa | sé þe móras héold || fen ond fæsten· | fífelcynnes eard || wonsaélí wer | weardode hwíle || siþðan him scyppend | forscrifen hæfde || in Caines cynne | þone cwealm gewræc || éce drihten | þæs þe hé Ábel slóg· || ne gefeah hé þaére faéhðe | ac hé hine feor forwræc || metod for þý máne | mancynne fram· || þanon untýdras | ealle onwócon || eotenas ond ylfe | ond orcnéäs || swylce gígantas | þá wið gode wunnon || lange þráge· | hé him ðæs léan forgeald.''
:*''Così, felicemente, || la gente di corte | viveva di gioie e di musiche, || fin quando Uno si mise | a commettere crimini: || un Nemico Infernale. | Aveva nome [[Grendel]], ||
:*''Così gli uomini del seguito vivevano felici || nella gioia finché non si mise || a compiere crimini un nemico infernale; || aveva nome Grendel il demone crudele, || errante famoso della marca che occupava acquitrini, || paludi e luoghi inaccessibili; la terra dei mostri ||
:*''Così erano tempi felici per quella gente || fino a che uno, un nemico infernale, || cominciò a commettere crimini nel mondo. || Grendel era il nome del demone truce || che infestava la marca, razziava le brughiere || e le paludi desolate; era vissuto un tempo miseramente fra i mostri proscritti, || il clan di Caino, che il Creatore cacciò all'esilio. Per l'uccisione di Abele || il Signore Eterno aveva preteso un prezzo: || Caino non ebbe vantaggio dall'assassinio compiuto || perché l'Onnipotente lo maledisse || e dall'anatema del suo esilio scaturirono || orchi ed elfi e spettri malvagi || e i giganti che gareggiarono con Dio || più di una volta finché Egli gli ripagò.'' ('''Heaney''', pp. 35-37)
:*Così, nell'allegrezza, nella felicità, visse quella compagnia di uomini, sinché uno non principiò atti malvagi, un demone dell'inferno. Grendel si chiamava quella cupa creatura, l'infame abitatore della marca di quella terra, lui che occupava le brughiere, la fortezza degli acquitrini e, infelice, da lungo tempo viveva nella casa della stirpe dei mostri, poiché il Creatore lo aveva esiliato assieme alla razza di Caino. Quello spargimento di sangue, Caino che uccideva Abele, l'Eterno Signore lo vendicò, sì, ed egli non ebbe gioia alcuna da quell'atto di violenza: per quel delitto Dio lo allontanò e bandì dall'umanità. Nacquero da lui tutte le razze malvagie, gli orchi e gli elfi e le figure spettrali che escono dall'inferno; e i giganti, anche, che per lungo tempo combatterono contro Dio
*{{NDR|Su [[Beowulf (personaggio)|Beowulf]]}} ''Þæt fram hám gefrægn | Higeláces þegn || gód mid Géatum, | Grendles daéda· || sé wæs moncynnes | mægenes strengest || on þaém dæge | þysses lífes || æþele ond éacen· | hét him ýðlidan || gódne gegyrwan· | cwæð: hé gúðcyning || ofer swanráde | sécean wolde || maérne þéoden | þá him wæs manna þearf· || ðone síðfæt him | snotere ceorlas || lýt hwón lógon | þéah hé him léof waére || hwetton higerófne· | haél scéawedon. || Hæfde se góda | Géata léoda || cempan gecorone | þára þe hé cénoste || findan mihte· | fíftýna sum || sundwudu sóhte· | secg wísade || lagucræftig mon | landgemyrcu.''
:*''Dal suo paese apprese || delle gesta di Grendel | un vassallo di Hygelác, || grande fra i Geati. | Era il più forte nel fisico || di tutto il genere umano | nei giorni di questa vita: || nobile, straordinario. | Si fece fabbricare || un buon carro dei flutti | per andare a raggiungere, || di là della strada dei cigni, | disse, il re bellicoso, || il principe famoso. | Gli servivano uomini. || Dal viaggio avventuroso | quasi non lo dissuasero || gli uomini più avveduti, | pur volendogli bene. || L'incoraggiarono | nei suoi progetti di gloria, || studiarono gli auspici. | L'eroe si era scelto || fra le file dei Geati | i guerrieri più forti || che riuscì a reperire | e, in quindici con lui, || si diressero al legno | marino. Marinaio || esperto, lui li guidò | ai bordi della terra.'' ('''Koch''', p. 21)
:*''Nella sua patria apprese le gesta di Grendel || un seguace di Hygelac, grande fra i Geati, || era del genere umano il più possente in forza || in quei giorni di questa vita, || nobile e prestante; si fece approntare una buona || viaggiatrice
:*''Quando seppe di Grendel, il vassallo di Hygelac || era a casa propria, là fra i Geati. || Non c'era fra i viventi nessuno come lui. || Ai suoi tempi, era l'uomo più forte della terra, || nobile e potente. Ordinò un buon legno || che solcasse le onde. Annunciò il suo piano: || navigare la strada del cigno e cercare quel re, || il famoso principe bisognoso di difensori. || Nessuno cercò di trattenerlo dal partire, || nessun anziano lo dissuase, per quanto lo avesse || Anzi, studiarono i presagi e spronarono || la sua ambizione di andare, mentre egli agiva || come il capo che era, arruolando uomini, || i migliori che trovasse; con altri quattordici || il guerriero s'imbarco come capitano, || pilota avveduto lungo coste e correnti.'' ('''Heaney''', p. 41)
:*Di questo, degli atti di Grendel, giunse notizia, nella sua casa lontana, al cavaliere di Hygelac, apprezzato tra i Gaeti; in quell'epoca della vita umana qui, sulla Terra, era egli il più forte, nobile e di statura ben superiore a quella d'ogni altro uomo. Ordinò che gli si approntasse una buona imbarcazione sulle onde, dicendo che là, oltre le acque dove nuota il cigno, voleva ricercare il re guerriero, quel principe famoso, poiché di uomini aveva bisogno. Poco ebbero da ridire su quel viaggio i sapienti, sebbene egli fosse loro caro; incoraggiarono quel cuore coraggioso e osservarono gli auspici. Campioni del popolo dei Geati quell'uomo valoroso aveva trascelto tra i più arditi che poteva trovare e quindici in tutto, ora, si avviarono verso la nave fatta di legno, mentre il guerriero che conosceva il mare li conduceva ai confini della terra. ('''Tolkien''', p. 41)
[[File:Stories of beowulf sailing to daneland.jpg|thumb|La spedizione di Beowulf]]
*''Wé þurh holdne hige | hláford þínne || sunu Healfdenes | sécean cwómon || léodgebyrgean· | wes þú ús lárena gód· || habbað wé tó þaém maéran | micel aérende || Deniga fréän· | ne sceal þaér dyrne sum || wesan þæs ic wéne. | Þú wást gif hit is || swá wé sóþlíce | secgan hýrdon || þæt mid Scyldingum | sceaðona ic nát hwylc || déogol daédhata | deorcum nihtum || éaweð þurh egsan | uncúðne níð || hýnðu ond hráfyl. | Ic þæs Hróðgár mæg || þurh rúmne sefan | raéd gelaéran· || hú hé fród ond gód, | féond oferswýðeþ-- || gyf him edwendan | aéfre scolde || bealuwa bisigu | bót eft cuman-- || ond þá cearwylmas | cólran wurðaþ || oððe á syþðan | earfoðþráge || þréanýd þolað | þenden þaér wunað || on héahstede | húsa sélest.'' ('''Beowulf''')
:*''«Noi veniamo a trovare || con progetti amichevoli | il tuo signore, || il figlio di Healfdene, | riparo del tuo popolo; || sii cortese, e consigliaci. | Abbiamo
:*''«Con animo leale siamo venuti a cercare || il tuo signore, il figlio di Healfdene, || il riparo del popolo; síici cortese di consigli, || abbiamo per il famoso un gran messaggio, || per il signore dei Danesi; non deve restar || niente celato, così confido. Tu sai – se è || come per vero abbiamo sentito dire – || che fra gli Scylding non so che nemico, || che misterioso persecutore nelle nere notti || mostra odio inaudito, con terrore
:*''«Siamo giunti qui con una grande ambasciata || al signore dei Danesi, perciò penso || che nulla vada nascosto o taciuto fra noi. || Dunque racconta se è vero quel che udimmo || intorno a questo flagello, qualunque esso sia, || questo pericolo che vaga nelle notti scure, || questo che fa cadaveri e vende morte || nella terra degli Shielding. Vengo a offrire || il mio aiuto e consiglio sincero. || Posso mostrare al saggio Hrothgar un modo || per sconfiggere il nemico e ottenere tregua: || se mai tregua egli un giorno avrà. || Posso calmare il terrore e turbamento nella sua mente. || Altrimenti, egli dovrà sopportare dolori e vivere con sofferenza fin quando la sua sala || si ergerà all'orizzonte, sull'alto terrapieno.»'' ('''Heaney''', pp. 43-45)
:*«Un grande servigio vogliamo rendere a lui, al famoso Signore dei Danesi; e, se retto è il mio pensiero, una certa questione non può esser tenuta nascosta. Tu sai se così è, se, come in verità abbiamo udito narrare, non so qual creatura letale, un essere che compie azioni d'immotivato odio, nelle notti oscure, terribilmente, dà prova, tra gli Scylding, della sua mostruosa malvagità, provocando vergogna agli uomini, e ammassi di cadaveri. Con cuore non avaro posso io, a questo proposito, consigliare Hrothgar su come egli, saggio e buono, possa abbattere il nemico, su come alleviare le sue pene ardenti, dovesse mai mutare o migliorare il tormento dei suoi assilli; altrimenti, egli per sempre dovrà sopportare il tempo della tribolazione e dell'aspro bisogno, mentre là, nell'alto suo luogo si erge la migliore delle case.» ('''Tolkien''', p. 45)
*''ond nú wið Grendel sceal || wið þám áglaécan | ána gehégan || ðing wið þyrse. | Ic þé nú ðá, || brego Beorht-Dena, | biddan wille, || eodor Scyldinga, | ánre béne: || þæt ðú mé ne forwyrne, | wígendra hléo || fréowine folca, | nú ic þus feorran cóm· || þæt ic móte ána, | mínra eorla gedryht || ond þes hearda héap, | Heorot faélsian· || hæbbe ic éac ge-áhsod | þæt sé aéglaéca || for his wonhýdum | waépna ne recceð· || ic þæt þonne forhicge | --swá mé Higelác síe || mín mondrihten | módes blíðe-- || þæt ic sweord bere | oþðe sídne scyld || geolorand tó gúþe | ac ic mid grápe sceal || fón wið féonde | ond ymb feorh sacan, || láð wið láþum· | ðaér gelýfan sceal || dryhtnes dóme | sé þe hine déað nimeð·'' ('''Beowulf''')
:*''«E adesso tocca a me || sistemare, da solo, | la faccenda con Grendel, || con
:*''«e ora con Grendel, || con
:*''«Ora intendo contrappormi a Grendel, || decidere l'esito in combattimento singolo. || E così la mia richiesta, o re dei Chiari Danesi, || caro principe degli Shielding, amico del popolo || e suo anello di difesa, la mia sola richiesta || è che tu non rifiuti, a me giunto tanto lontano, || il privilegio di purificare Heorot, || con l'aiuto dei miei e nessun altro. || Inoltre ho sentito che il mostro disprezza || al suo modo sconsiderato l'uso delle armi; || pertanto, per accrescere la fama di Hygelac || e allietare il suo cuore, pubblicamente rinuncio || alla spada e al riparo del largo scudo, || la pesante tavola di guerra; a mani nude || sarà il combattimento, una lotta di vita o di morte || con il nemico. Chiunque la morte schianti, || la accolga come giusto giudizio di Dio.»'' ('''Heaney''', pp. 51-53)
:*«E ora con Grendel, col feroce uccisore, io mi misurerò, da solo contro l'orco. Ora, quindi, voglio chiederti, Principe dei gloriosi Danesi, difensore degli Scylding, quest'unico dono: che tu non neghi, protettore dei guerrieri, nobile signore delle genti, poiché di lontano fino a qui io giunsi, che io soltanto, e questa fiera compagnia di uomini, questa impavida compagnia, liberiamo Heorot. Ho anche appreso che questo feroce uccisore, nella sua natura selvaggia, non si cura delle armi. Anch'io allora sdegnerò (e per questo mi ami Hygelac, il mio capo e signore!) di portare con me, in battaglia, la spada o l'ampio scudo dalle borchie gialle; perché con la mia stretta io afferrerò il nemico e con lui ingaggerò una lotta mortale, odio contro odio
*''Sorh is mé tó secganne | on sefan mínum || gumena aéngum | hwæt mé Grendel hafað || hýnðo on Heorote | mid his heteþancum || faérníða gefremed· | is mín fletwerod || wíghéap gewanod· | híe wyrd forswéop || on Grendles gryre· | god éaþe mæg || þone dolsceaðan | daéda getwaéfan.'' ('''Hroðgar''')
:*''Mi costa parlare || di quanto ho dentro ai sensi | a chiunque, di quali || umiliazioni, di quali | disastrose violenze || mi abbia causato Grendel | coi suoi odiosi progetti || nel Cervo. Mi scompare | la guardia della reggia, || la schiera dei miei soldati, | spazzati dal destino ||
:*''
:*''«Mi turba rattristare altri dicendo || tutta la sofferenza che Grendel ha provocato || e la rovina che ha portato su di noi a Heorot, || le nostre umiliazioni. La mia guardia di palazzo || si piega, il [[fato]] li spazza via || nelle grinfie di Grendel: || ma Dio facilmente || porrà fine a questi assalti tremendi!»'' ('''Heaney''', p. 53)
:*«Per il mio cuore è una pena rinarrare ad altri uomini quali umiliazioni, qui a Heorot, quali tremendi atti di malvagità, con l'odio nel cuore, Grendel mi abbia inflitto e abbia compiuto contro di me. Si è ridotta la compagnia nella mia sala, ridotti sono i ranghi dei miei guerrieri; il Fato li ha trascinati tra le grinfie atroci di Grendel. Dio (soltanto Lui) potrebbe facilmente trattenere quel nemico selvaggio dal compiere le sue azioni malvagie!» ('''Tolkien''', p. 57)
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*{{NDR|Rivolto a Unferth}} ''þéah ðú þínum bróðrum | tó banan wurde || héafodmaégum· | þæs þú in helle scealt || werhðo dreogan | þéah þín wit duge· || secge ic þé to sóðe, sunu Ecgláfes, || þæt naéfre Grendel swá fela | gryra gefremede || atol ǽglǽca | ealdre þínum, || hýnðo on Heorote | gif þín hige wǽre || sefa swá searogrim | swá þú self talast'' ('''Beowulf''')
:*''«benché dei tuoi fratelli || tu ti sia fatto assassino, | dei tuoi congiunti più stretti. || Per questo, sconterai | la dannazione all'inferno, || tu e il tuo cervello fino. | Ti dico, perché è vero, || figlio di Ecglāf, | che mai Grendel avrebbe || commesso tanti orrori, |
:*''«benché tu dei tuoi fratelli ti sia fatto uccisore, || di stretti congiunti; di questo
:*''«Tu hai ucciso il sangue del tuo sangue, || sicché per quanto astuto e linguacciuto || proverai tormenti nel fondo dell'inferno. || In realtà, Unferth, se tu fossi veramente || ardito e coraggioso come affermi || Grendel non l'avrebbe mai fatta franca || con tante atrocità impunite, assalti al tuo re, || disastri a Heorot e orrori dappertutto.»'' ('''Heaney''', p. 59)
:*«Pure ti sei fatto assassino dei tuoi fratelli, dei congiunti più prossimi. Per questo, sebbene acuta sia la tua intelligenza, patirai la dannazione dell'Inferno. Ti dico, in tutta verità, figlio di Ecglaf, che mai Grendel avrebbe portato a termine tanti atti d'orrore, quell'uccisore feroce e tremendo, a onta del tuo signore, umiliandolo qui, dentro Heorot, se il tuo cuore e la tua anima fossero invero tanto fieri quanto tu li proclami.» ('''Tolkien''', p. 65)
*''Þær genehost brægd || eorl Béowulfes | ealde láfe· || wolde fréadrihtnes | feorh ealgian || maéres þéodnes | ðaér híe meahton swá· || híe þæt ne wiston | þá híe gewin drugon || heardhicgende | hildemecgas || ond on healfa gehwone | héawan þóhton, || sáwle sécan: | þone synscaðan || aénig ofer eorþan | írenna cyst || gúðbilla nán grétan nolde || ac hé sigewaépnum | forsworen hæfde || ecga gehwylcre. | Scolde his aldorgedál || on ðaém dæge | þysses lífes || earmlíc wurðan | ond se ellorgást || on féonda geweald | feor síðian· || ðá þæt onfunde | sé þe fela aéror || módes myrðe manna cynne || fyrene gefremede | --he, fág wið god-- || þæt him se líchoma | laéstan nolde || ac hine se módega | maég Hygeláces || hæfde be honda· | wæs gehwæþer óðrum || lifigende láð· | lícsár gebád || atol aéglaéca· | him on eaxle wearð || syndolh sweotol· | seonowe onsprungon· || burston bánlocan· | Béowulfe wearð || gúðhréð gyfeþe· | scolde Grendel þonan || feorhséoc fléön | under fenhleoðu, || sécean wynléas wíc· | wiste þé geornor || þæt his aldres wæs | ende gegongen || dógera dægrím. | Denum eallum wearð || æfter þám wælraése | willa gelumpen.''
:*''Trassero allora in molti, || i conti di Bēowulf, | le spade stagionate || per difendere la vita | del nobile signore, || del principe famoso. | Ma non sapevano, || quando presero a battersi, | quegli uomini di guerra || dalle dure intenzioni, | (contando di colpirlo || da tutte le parti | e di braccargli
:*''Più di un uomo || di Beowulf brandì
:*''Ripetutamente, || i guerrieri di Beowulf avanzarono per difendere || la vita del loro capo, menando la spada || come meglio potevano con le lame ancestrali. || Forti nell'azione, continuavano a colpire || da ogni parte, cercando di aprirgli un varco || fin dentro l'anima. || Quando si unirono alla lotta || c'era una cosa che non conoscevano, || che nessuna lama terrena, né arte di fabbro || poteva danneggiare il demone loro avversario. || Aveva stregato il taglio della lama affilata || di ogni spada. Ma la sua partenza || da questo mondo e dai giorni della vita || sarebbe stata per lui agonia, e il suo spirito straniero || avrebbe viaggiato lontano in balia dei nemici. || Poi colui che aveva tormentato i cuori || con pena e dolore in tempi passati || e aveva recato offesa persino a Dio || trovò che le forze del corpo lo lasciavano. || Il congiunto di Hygelac lo tenne impotente, || avvinto nella stretta. Finché uno dei due fu in vita || si odiarono reciprocamente. Il corpo intero || del mostro soffriva, una ferita tremenda || si aprì sulla spalla. Tendini si spaccarono || e la cassa delle ossa scoppiò. Beowulf ottenne || la gloria di vincere; Grendel fu cacciato || sotto gli argini della palude, fatalmente ferito, || al suo covo desolato. I suoi giorni erano contati, || la fine della sua vita lo stava raggiungendo, || lo sapeva per certo; un unico assalto sanguinoso || aveva adempito i desideri più cari ai Danesi.'' ('''Heaney''', p. 69-70)
:*Allora molti dei cavalieri di Beowulf sguainarono le loro antiche lame, col desiderio di difender la vita del loro signore e padrone e principe famoso, se così avessero potuto. Non sapevano, giovani e valorosi guerrieri, mentre combattevano quella battaglia, e da ogni lato cercavano di ferire il nemico e di configgergli le spade negli organi vitali, che quell'agente del male non poteva toccarlo nessuna delle terrene spade guerriere, nessun oggetto, pur eccellente, fatto di ferro; non era possibile, perché lui aveva lanciato un incantesimo su ogni arma vittoriosa e su ogni lama. In quel giorno della sua vita terrena, il fato avverso aveva stabilito che lontana se ne sarebbe andata la sua anima, che lontano, verso il regno dei demoni, avrebbe viaggiato quello spirito straniero. Ora si rese conto, lui che prima aveva arrecato alla razza degli uomini molti dolori al cuore e molti torti
*''monig oft gecwæð || þætte súð né norð | be saém twéonum || ofer eormengrund | óþer naénig || under swegles begong | sélra naére || rondhæbbendra, | ríces wyrðra· || né híe húru winedrihten | wiht ne lógon || glædne Hróðgár | ac þæt wæs gód cyning''.
:*''si continuò a ripetere | che a nord e a sud, || fra un mare e
:*''ripeterono in molti || che a sud né a nord fra i mari || sulla vasta terra nessun altro ||
:*''Da nessuna parte, dissero, a nord o a sud, || fra i due mari o sotto la volta del cielo || sulla vasta terra c'era uno più bravo || a sollevare lo scudo o reggere un regno. || Eppure non vi fu biasimo per il loro signore, || il nobile Hrothgar; egli era un buon re.'' ('''Heaney''', p. 73)
:*Molti dichiarano, tra i Due Mari, nessun altro, sotto il cielo che tutto racchiude, che lo superasse tra quanti reggono lo scudo, e che fosse il più degno di ricevere il potere regale. In verità, però, nessuno sminuì, in nessuna cosa, il loro capo e signore, Hrothgar il cortese, perché era un buon re. ('''Tolkien''', p. 81)
*''Nú ic, Béowulf, þec, || secg betsta, | mé for sunu wylle || fréogan on ferhþe· | heald forð tela || níwe sibbe· | ne bið þé aénigre gád || worolde wilna | þé ic geweald hæbbe· || ful oft ic for laéssan | léan teohhode || hordweorþunge | hnáhran rince || saémran æt sæcce· | þú þé self hafast || daédum gefremed | þæt þín dóm lyfað || áwa tó aldre·'' ('''Hroðgar''')
:*''«E adesso, Bēowulf, | guerriero senza pari, || ti vorrò bene | come a un figlio || tutta la vita. | Tienitelo da conto, || questo nuovo legame. | Non ti mancherà nulla || di quanto desideri al mondo, | per quanto sta in mio potere. || Spesso, per molto meno, | ho fatto regali, || trofei di tesori, | a più modesti guerrieri, || a uomini inferiori. | Ma tu, da solo, || hai compiuto
:*''«Ora io, Beowulf, || migliore degli uomini, ti voglio come figlio || amare
:*«E ora tu, Beowulf, il migliore tra gli uomini, al mio cuore sarai caro come un figlio; e d'ora innanzi abbi a cuore questo nuovo legame di parentela. Nulla ti sarà negato di ciò che desideri al mondo, di ciò che è in mio potere dare. Spesso, per azioni di meno conto, ho concesso ricompense e doni che davano onore a uomini più umili e meno arditi in battaglia. Tu, per te stesso, con le tue sole azioni, hai ottenuto che la tua gloria viva in eterno, di età in età.» ('''Tolkien''', p. 87)
*''forþan bið andgit | aéghwaér sélest || ferhðes foreþanc· | fela sceal gebídan || léofes ond láþes | sé þe longe hér || on ðyssum windagum | worolde brúceð.''
:*''Per questo l'[[intelletto]] || è per tutti la cosa migliore: | la preveggenza dello spirito. || Deve provare molto | piacere e molta pena, || chi pratica a lungo | del mondo di qui, || in questi giorni di affanni.'' ('''Koch''', p. 91)
:*''sempre meglio è perciò il discernimento, || preveggenza della mente; molto deve provare || di grato e
:*In ogni luogo e in ogni tempo le cose migliori sono quindi l'intelletto e il [[cuore]] che, prima d'agire, considera. Molte cose deve sopportare, dolci e amare, che per lungo tempo, in questi giorni turbati, gode la vita nel mondo! ('''Tolkien''', p. 93)
*''Þæt gesýne wearþ || wídcúþ werum | þætte wrecend þá gýt || lifde æfter láþum | lange þráge || æfter gúðceare | Grendles módor || ides áglaécwíf | yrmþe gemunde || sé þe wæteregesan | wunian scolde || cealde stréamas | siþðan camp him wearð || tó ecgbanan | ángan bréþer || fæderenmaége·''
:*''Fu presto manifesto | e noto in lungo e largo || che, dopo tante stragi | e dopo tanto tempo, || restava ancora in vita | un Vendicatore, || dopo le angosce di quella guerra. | La madre di Grendel, || una Donna Mostruosa, | rimuginava i suoi mali. || Era costretta a abitare | gli orrori delle acque, || le fredde correnti, | da quando Caino || aveva ucciso di spada | il suo unico fratello, || il figlio di suo padre.'' ('''Koch''', p. 111)
:*''Divenne manifesto, || in largo noto agli uomini che un vendicatore || sopravviveva ancora al nemico da lungo tempo, || dopo la penosa guerra, la madre di Grendel, ||
:*Presto fu chiaro, e noto tra gli uomini, che ancora viveva, sì, continuava a vivere, dopo quella gravosa lotta, un vendicatore che succedeva ora al loro nemico: la [[madre di Grendel]], l'orchessa, un feroce distruttore in forma di donna. La desolazione era nel suo cuore, nel cuore di colei che era costretta a vivere nelle acque tremende, nelle gelide correnti, da quando Caino, armato di spada, si fece l'uccisore dell'unico fratello, parente suo per sangue di padre. ('''Tolkien''', pp. 106-107)
*''Ic þæt londbúend | léode míne || seleraédende | secgan hýrde || þæt híe gesáwon | swylce twégen || micle mearcstapan | móras healdan, || ellorgaéstas· | ðaéra óðer wæs || þæs þe híe gewislícost | gewitan meahton || idese onlícnæs· | óðer earmsceapen || on weres wæstmum | wraéclástas træd || næfne hé wæs mára | þonne aénig man óðer·'' ('''Hroðgar''')
:*''«Ho sentito narrare || dal mio popolo, dagli | abitanti delle campagne, || dai consiglieri | della mia reggia, || che ne hanno visti due, | di giganteschi Girovaghi || della marca, occupare | le paludi, due Mostri || di Fuori. Uno di loro, | per quanto chiaramente || riuscissero ad accertare, | somigliava a una donna. || L
:*''«Ho sentito dire dagli abitanti del luogo, || dalla mia gente, dai consiglieri della sala, || che essi hanno visto due di tali enormi || erranti della marca dimorare le paludi, || esseri d'altrove; di loro uno aveva, || come poterono con più certezza sapere, || aspetto di donna, l'altro miserabile || in forma d'uomo batteva sentiero d'esilio || se non ch'era più grande d'ogni altro uomo»'' ('''Brunetti''')
:*«Questo ho udito narrare, dagli abitanti della terra, dai miei vassalli nelle loro sale, sì, dire di come avessero visto due esseri possenti vagare per i luoghi aperti, abitatori delle brughiere, creature straniere. Di queste, per quanto poterono discernere, una aveva forma di donna; l'altra, essere creato per il male, in forma d'uomo percorreva le vie dell'esilio, ed era più grande di ogni essere umano.» ('''Tolkien''', p. 111)
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*''sélre bið aéghwaém || þæt hé his fréond wrece | þonne hé fela murne· || úre aéghwylc sceal | ende gebídan || worolde lífes: | wyrce sé þe móte || dómes aér déaþe· | þæt bið drihtguman, || unlifgendum | æfter sélest.'' ('''Beowulf''')
:*''«È meglio [[Vendetta|vendicare]] || ciascuno il suo amico, | che piangerlo troppo. || Ognuno di noi | dovrà vedere la fine || della sua vita mondana. | Chi può, si faccia una [[fama]] || prima della sua morte. | È la cosa migliore || che resti a uno del seguito, | quando non è più vivo.»'' ('''Koch''', p. 123)
:*''«meglio è per ognuno || vendicare
:*«Cosa migliore è per ogni uomo vendicare l'amico piuttosto che lamentarne a lungo la morte. Nel tempo fissato, per ognuno di noi verrà il termine della vita nel mondo; e chi può, si conquisti la fama prima della morte. Nulla di più alto può lasciare dietro di sé, quando muore, un cavaliere valoroso.» ('''Tolkien''', pp. 114-115)
*''sóna þæt onfunde | sé ðe flóda begong || heorogífre behéold | hund misséra || grim ond graédig | þæt þaér gumena sum || ælwihta eard | ufan cunnode· || gráp þá tógéanes· | gúðrinc geféng || atolan clommum· | nó þý aér in gescód || hálan líce· | hring útan ymbbearh || þæt héo þone fyrdhom | ðurhfón ne mihte || locene leoðosyrcan | láþan fingrum. || Bær þá séo brimwylf | þá héo tó botme cóm || hringa þengel | tó hofe sínum || swá hé ne mihte | --nó hé þæs módig wæs-- || waépna gewealdan | ac hine wundra þæs fela || swecte on sunde· | saédéor monig || hildetúxum | heresyrcan bræc· || éhton áglaécan.''
:*''Scoprì subito, | chi aveva custodito || per cento stagioni | il letto dei flutti, || vorace come una spada, | feroce, rapace, || che un uomo venuto
:*''
:*D'un subito, la creatura che, con brama crudele, famelica e cupa, per cento stagioni aveva retto quell'equoreo reame, percepì che, dall'alto, un uomo era disceso per vedere la dimora degli esseri inumani. Allora lo ghermì, afferrò l'audace guerriero tra le sue grinfie tremende. Ma non poté giungere a ferirgli il corpo, che rimase intatto: la cotta di maglia lo avvolgeva e proteggeva, sì che ella, con le dita crudeli, non poté penetrare la camicia di anelli di ferro che egli indossava per la battaglia. Poi, lei, quella lupa delle onde, spingendosi verso il fondo del mare, trascinò con sé, nella propria dimora, il principe rivestito di ferro. E egli non riuscì a usare le armi
[[File:Siegfried, the hero of the North, and Beowulf, the hero of the Anglo-Saxons (1909) (14566643048).jpg|thumb|Beowulf combatte la [[madre di Grendel]]]]
*''strenge getrúwode, || mundgripe mægenes· | swá sceal man doön || þonne hé æt gúðe | gegán þenceð || longsumne lof· | ná ymb his líf cearað. || Geféng þá be eaxle | --nalas for faéhðe mearn-- || Gúð-Géata léod, | Grendles módor· || brægd þá beadwe heard | þá hé gebolgen wæs || feorhgeníðlan | þæt héo on flet gebéah· || héo him eft hraþe | handlean forgeald || grimman grápum | ond him tógéanes féng· || oferwearp þá wérigmód | wigena strengest || féþecempa | þæt hé on fylle wearð· || ofsæt þá þone selegyst | ond hyre seax getéah || brád ond brúnecg· | wolde hire bearn wrecan || ángan eaferan· | him on eaxle læg || bréostnet bróden; | þæt gebearh féore || wið ord ond wið ecge | ingang forstód. || Hæfde ðá forsíðod | sunu Ecgþéowes || under gynne grund | Géata cempa || nemne him heaðobyrne | helpe gefremede || herenet hearde-- | ond hálig god || gewéold wígsigor· | wítig drihten || rodera raédend | hit on ryht gescéd || ýðelíce | syþðan hé eft ástód. || Geseah ðá on searwum | sigeéadig bil || ealdsweord eotenisc | ecgum þýhtig || wigena weorðmynd· | þæt wæs waépna cyst || búton hit wæs máre | ðonne aénig mon óðer || tó beaduláce ætberan meahte || gód ond geatolíc | gíganta geweorc· || hé geféng þá fetelhilt· | freca Scyldinga || hréoh ond heorogrim | hringmaél gebrægd || aldres orwéna· | yrringa slóh || þæt hire wið halse | heard grápode· || bánhringas bræc· | bil eal ðurhwód || faégne flaéschoman· | héo on flet gecrong· || sweord wæs swátig· | secg weorce gefeh.''
:*''Lui si affidò alla sua forza, | alla potenza del pugno. || Cosi bisogna fare | quando si va allo scontro || sognando una fama durevole: | non si pensa alla vita. || Poi afferrò per la spalla | la madre di Grendel || (non rimpiangeva la faida), | il principe dei Geati di Guerra. || Scaraventò (schiumava), | indurito dalle battaglie, || la Nemica della sua vita, | che si abbatté sul suolo. || Ma subito si alzò: | lo ripagò con un colpo || delle grinfie crudeli, | lo riacchiappò. Stremato ||
:*''fidò nella forza, || nella potente presa della mano; così deve fare uomo || quando intende guadagnare in guerra || lode duratura; non si cura della vita. || Il Geata della Guerra afferrò per la spalla || – non temette la faida – la madre di Grendel; || tirò,
:*Confidava egli nella propria forza e nella stretta delle proprie mani possenti. Tale sarà sempre la [[fede]] d'un uomo, quand'egli pensa di conquistarsi una gloria imperitura nella guerra: per nulla lo turberà il pensiero della morte. Allora il Principe dei cavalieri geati afferrò per i capelli la madre di Grendel, senza provar rimorso per quell'atto crudele, e trascinò giù quel quel nemico mortale, poiché ora egli, feroce nella guerra, era ricolmo d'ira; e la fece ripiegare al suolo. Essa di nuovo, rapida, gli rispose e, dibattendosi, lo ghermì crudelmente. Allora, col cuore ricolmo di disperazione, barcollò il fortissimo guerriero, il campione dell'esercito, e a sua volta fu abbattuto. E lei gli fu sopra, all'invasore della sua sala, ed estrasse un pugnale la cui lama era ampia e brunita: pensava di vendicare il figlio, il suo unico figlio. Dalle spalle gli scendeva sul petto la rete di maglia intrecciata e fu questa che gli protesse la vita, impedendo l'ingresso alla punta e alla lama. In quell'ora, sotto l'ampia terra, una fine crudele avrebbe raggiunto il figlio di Ecgtheow, il campione dei Geati, se non gli fosse venuta in soccorso, nella lotta e nella contesa, la lorica, la robusta rete di maglia: fu il Santo Dio che decise la vittoria in quella battaglia. Il Signore che tutto vede, che governa l'alto dei cieli, si schierò, senza aver dubbi, dalla parte del giusto, nel momento in cui Beowulf alzò di scatto.<br>Ascoltate! Tra gli apparecchi di guerra che erano là egli notò una spada dotata degli incanti della vittoria, una lama gigantesca, antica, col taglio duro, l'orgoglio dei guerrieri: l'arma più perfetta, più grande di qualsiasi arma che uomo mai brandisse nel teatro della guerra, oggetto nobile e prezioso, opera dei giganti. Ora egli ne strinse l'elsa ad anello, il campione della causa degli Scylding, e con animo feroce e crudele rapido mosse quella lama adorna d'anelli; disperando della vita, colpì con ira grande e raggiunse lei nel collo, con violenza, tanto che le giunture delle ossa fremettero. Sino all'osso la lama penetro in quel corpo, già condannato. Ella si abbatté al suolo. Bagnata era la spada. Per quell'atto gioì nel cuore il cavaliere. ('''Tolkien''', pp. 123-125)
*''Wundor is tó secganne || hú mihtig god | manna cynne || þurh sídne sefan | snyttru bryttað || eard ond eorlscipe· | hé áh ealra geweald· || hwílum hé on lufan | laéteð hworfan || monnes módgeþonc | maéran cynnes || seleð him on éþle | eorþan wynne || tó healdanne | hléoburh wera· || gedéð him swá gewealdene | worolde daélas || síde ríce | þæt hé his selfa ne mæg || for his unsnyttrum | ende geþencean· || wunað hé on wiste· | nó hine wiht dweleð || ádl né yldo | né him inwitsorh || on sefan sweorceð | né gesacu óhwaér || ecghete éoweð | ac him eal worold || wendeð on willan· | hé þæt wyrse ne con. || Oð þæt him on innan | oferhygda daél || weaxeð ond wrídað | þonne se weard swefeð || sáwele hyrde· | bið se slaép tó fæst, || bisgum gebunden, | bona swíðe néah || sá þe of flánbogan | fyrenum scéoteð· || þonne bið on hreþre | under helm drepen || biteran straéle | --him bebeorgan ne con-- || wóm wundorbebodum | wergan gástes· || þinceð him tó lýtel | þæt hé tó lange héold· || gýtsað gromhýdig· | nallas on gylp seleð || faédde béagas | ond hé þá forðgesceaft || forgyteð ond forgýmeð | þæs þe him aér god sealde, || wuldres waldend, | weorðmynda daél· || hit on endestæf | eft gelimpeð || þæt se líchoma | laéne gedréoseð· || faége gefealleð· | féhð óþer tó || sé þe unmurnlíce | mádmas daéleþ || eorles aérgestréon· | egesan ne gýmeð. || Bebeorh þé ðone bealoníð, | Beowulf léofa || secg betosta, | ond þé þæt sélre gecéos || éce raédas· | oferhýda ne gým, || maére cempa· | nú is þínes mægnes blaéd || áne hwíle· | eft sóna bið || þæt þec ádl oððe ecg | eafoþes getwaéfeð || oððe fýres feng | oððe flódes wylm || oððe gripe méces | oððe gáres fliht || oððe atol yldo· | oððe éagena bearhtm || forsiteð ond forsworceð· | semninga bið || þæt ðec, dryhtguma, | déað oferswýðeð.'' ('''Hroðgar''')
:*''«È una storia mirabile, | come il potente Dio || con largo intendimento | entro la specie degli uomini || spartisca
:*''«È meraviglia dire || come dio possente nel suo ampio spirito || alla stirpe degli uomini spartisce sapienza, || terra e rango; egli su tutto ha potere; || a volte lascia che si volga alle sue brame || la mente
:*«Meravigliosa cosa è dire come il possente Dio, secondo i suoi profondi disegni, distribuisca alla razza degli uomini saggezza, terre e la condizione della nobiltà; di tutte le cose Egli è il Signore. A volte Egli permette che il pensiero e il cuore di un uomo di una famosa casata si muovano nel pieno piacere, a lui concede la gioia terrena di un reame, il governo di uomini nella sua città cinta da mura, gli dà il dominio delle regioni della terra, di un regno tanto vasto che egli, nella sua poca saggezza, non sa neppure concepirne i possibili confini. Nell'abbondanza egli vive, non lo molestano né vecchiezza ne malattia, né la nera angoscia gli affligge l'anima, né, in alcun luogo, l'odio assassino è generato da lotte; il mondo si muove secondo quanto egli desidera! Di un fato infausto egli nulla conosce, sinché il seme dell'arroganza cresce e si fortifica. Allora dorme la sentinella, il guardiano dell'anima; troppo profondo è quel sonno, avvolto da affanni; vicinissimo è l'uccisore che, con malvagità, scocca la freccia dall'arco. Allora egli, che non tiene alta la guardia, è colpito al cuore da una freccia amara, gli ordini perversi e strani dello spirito maledetto: non se ne può difendere. Troppo limitato gli pare ora ciò di cui a lungo ha goduto, l'avidità gli riempie il buio cuore e non più distribuisce anelli laminati d'oro per acquistarsi fama; e l'oscuro destino che incombe egli lo scorda, non se ne dà cura, perché prima Dio, il Signore della gloria, gli aveva concesso una larga parte d'onore. Nel giorno estremo, però, ecco che la sua veste di carne, essendo mortale, cede e precipita nella morte che per essa era stata fissata. Gli succede un altro, il quale eredita tutto e, senza pensarci, disperde le sue cose preziose, i tesori di quell'uomo, a lungo accumulati: non ne teme l'ira! Difenditi da questa malvagità, caro Beowulf, il migliore tra i cavalieri, e per te scegli la parte migliore, gli avvisi di un valore che dura per sempre; non tollerare che l'orgoglio macchi, campione, la tua fama! Per un poco, adesso, è in fiore il tuo valore ma presto accadrà che della tua potenza ti depredino la malattia o la spada o l'abbraccio del fuoco o l'onda dell'acqua o il morso della spada o il volo della lancia, o la vecchiezza tremenda; e allora il lampo che ti arde negli occhi si offuscherà e si spegnerà, e presto accadrà, fiero cavaliere, che la [[morte]] ti abbatterà.» ('''Tolkien''', pp. 135-137)
*{{NDR|Su Hroðgar}} ''þæt wæs án cyning, || aéghwæs orleahtre | oþ þæt hine yldo benam || mægenes wynnum | sé þe oft manegum scód.''
:*''È stato un principe unico, | senza nessun difetto, || finché
:*''era un re senza pari || in tutto irreprensibile, finché della gioia della forza || lo privò la vecchiaia, che spesso a molti apportò danno.'' ('''Brunetti''')
:*Non ebbe mai rivali quel re, nessun difetto mai, sinché l'età non lo privò dalla sua forza gioiosa - ciò che spesso colpisce un uomo. ('''Tolkien''', p. 145)
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*{{NDR|Su Þryð}} ''Ne bið swylc cwénlíc þéaw || idese tó efnanne | þéah ðe hío aénlicu sý· || þætte freoðuwebbe | féores onsaéce || æfter ligetorne | léofne mannan.''
:*''Non erano rituali, || questi suoi, da regina, | decenti in una donna || (per quanto eccezionale), tessitrice di [[pace]]: || pretendere la vita, | per rabbie immaginarie, || degli uomini che amava.'' ('''Koch''', p. 171)
:*''non è da regina || tenere
:*{{NDR|La [[donna]]}} Dovrebbe esser una tessitrice di pace per gli uomini, non circondare la vita dell'uomo amato con racconti menzogneri e maligni. ('''Tolkien''', p. 149)
*''Oft seldan hwaér || æfter léodhryre | lýtle hwíle || bongár búgeð | þéah séo brýd duge.''
:*''Ma è sempre molto raro || che resti ferma un attimo |dopo la morte di un uomo || la lancia che
:*''Assai di rado accade || dopo la disfatta
:*Vediamo spesso, però, che, in qualsiasi luogo, quando un [[principe]] cade, è raro che a lungo s'intenerisca la lancia assassina, per quanto nobile sia la sposa! ('''Tolkien''', pp. 153-155)
*''Swá bealdode | bearn Ecgðéowes || guma gúðum cúð | gódum daédum· || dréah æfter dóme· | nealles druncne slóg || heorðgenéatas· | næs him hréoh sefa || ac hé mancynnes | maéste cræfte || ginfæstan gife | þé him god sealde || héold hildedéor. | Héan wæs lange || swá hyne Géata bearn | gódne ne tealdon || né hyne on medobence | micles wyrðne || drihten wereda | gedón wolde· || swýðe sægdon | þæt hé sléac waére || æðeling unfrom· | edwenden cwóm || tíréadigum menn | torna gehwylces.''
:*''Così agì bravamente, | il figlio di Ecgþēow, || noto per le sue guerre | e per i grandi gesti: || si conquistò la sua gloria. | Non ammazzava, certo, || ubriaco, i compagni | delle sue stanze: in lui || non
:*''Così diede prova di valore il figlio di Ecgtheow, || uomo famoso per guerre, per grandi imprese; || perseguì gloria, ebbri non uccise || i compagni di focolare, non ebbe animo feroce || ma con la più gran forza tra gli uomini || resse, il valoroso,
:*Così il figlio di Ecgtheow, celebre in battaglia, mostrò la propria virilità con nobili gesta, portandosi in modo onorevole. Mai, seduto a bere, abbatté i compagni del suo focolare; il suo non era un cuore crudele e, con la potenza più grande, egli sempre amministrò i doni copiosi che Dio gli aveva concesso, a lui, guerriero audace. Per lungo tempo era stato disprezzato, poiché i figli dei Geati non lo consideravano degno d'onore, né il re del popolo che ama il vento voleva concedergli un posto d'onore tra i seggi dove gli uomini bevono l'idromele. Sospettavano fosse di temperamento fiacco, privo di spirito d'iniziativa, sebbene nobile fosse la sua nascita. Ora era giunto, per lui uomo benedetto dalla gloria, un mutamento, la fine d'ogni sua pena di cuore. ('''Tolkien''', p. 163)
[[File:Stories of Beowulf slave stealing golden cup.jpg|thumb|Lo schiavo deruba [[Drago (Beowulf)|il Drago]]]]
*{{NDR|Sul [[Drago (Beowulf)|drago]]}} ''Hé gesécean sceall || hearm on hrúsan | þaér hé haéðen gold || warað wintrum fród· | ne byð him wihte ðý sél. || Swá se ðéodsceaða | þréo hund wintra || héold on hrúsan | hordærna sum || éacencræftig | oð ðæt hyne án ábealch || mon on móde: | mandryhtne bær || faéted waége· | frioðowaére bæd || hláford sínne·''
:*Da sempre il suo uso è ghermire i tesori che trova nella terra; e là, reso saggio dai molti anni, egli sorveglia l'oro pagano
*''Þá se wyrm onwóc | --wróht wæs geníwad-- || stonc ðá æfter stáne· | stearcheort onfand || féondes fótlást· | hé tó forð gestóp || dyrnan cræfte | dracan héafde néah. || Swá mæg unfaége | éaðe gedígan || wéan ond wraécsíð | sé ðe waldendes || hyldo gehealdeþ''.
Riga 152:
*''weard unhíore || gearo gúðfreca | goldmáðmas héold || eald under eorðan· | næs þæt ýðe céap || tó gegangenne | gumena aénigum. || Gesæt ðá on næsse | níðheard cyning· || þenden haélo ábéad | heorðgenéatum || goldwine Géata· | him wæs geómor sefa || waéfre ond wælfús, | wyrd ungemete néah || sé ðone gomelan | grétan sceolde, || sécean sáwle hord, | sundur gedaélan || líf wið líce· | nó þon lange wæs || feorh æþelinges | flaésce bewunden.''
:*Sottoterra il mostruoso guardiano, avido e pronto alla lotta, antico, teneva quei tesori dorati
*''Ic genéðde fela || gúða on geogoðe· | gýt ic wylle || fród folces weard | faéhðe sécan, || maérðum fremman | gif mec se mánsceaða || of eorðsele | út geséceð.'' ('''Beowulf''')
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*''ealle wyrd forswéop || míne mágas | tó metodsceafte || eorlas on elne· | ic him æfter sceal.'' ('''Beowulf''')
:*«Il fato ha spazzato via tutti i miei congiunti, li ha portati al destino che era loro assegnato, uomini nobili e valorosi
*''déað bið sélla || eorla gehwylcum | þonne edwítlíf.'' ('''Wiglaf''')
Riga 197:
===[[Ludovica Koch]]===
*Il ''Beowulf'', lo vedremo, ha una reale complessità intellettuale. I suoi strumenti di rappresentazione sono raffinati e sensibili. Le sue abitudini mentali sono anche relativistiche e ironiche. È dunque proprio
*Questo poema racconta una storia semplice e significativa, e almeno
*Una delle scene più impressionanti del poema, la colluttazione fra Bēowulf e Grendel, è raccontata addirittura dall'esterno della reggia, e solo nelle sue conseguenze o nelle sue manifestazioni estreme. Come se il narratore non avesse retto, e fosse scappato con gli altri danesi terrorizzati a rifugiarsi sulle mura. Si vedono le panche divelte che schizzano via dalla soglia; si sentono il fracasso, le pareti che tremano, il terribile ululato del Mostro.
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