Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

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*Agli amici e agli individui affini si dovrebbe parlare apertamente, e devo dire che in questi ultimi decenni i socialdemocratici si sono permessi di nuotare tra le onde del monetarismo, del liberalismo economico e della globalizzazione senza fondamentalmente metterli in discussione. Al massimo hanno cercato di mitigarne gli effetti peggiori. Le forze di sinistra davano la priorità alla discussione di problemi come la posizione delle donne, le minoranze, i migranti e altri temi ampiamente socio-culturali; questioni certamente di grande importanza, ma che hanno sviato l'attenzione da problemi riguardanti in particolare i lavoratori, la classe media, i comuni cittadini che stavano perdendo il lavoro, se non addirittura i mezzi di sostentamento. (p. 85)
*C'è qualcosa di sbagliato nella cultura e nella mentalità della classe politica. Cinismo, lotta per conquistare i voti degli elettori a tutti i costi per mezzo dell'inganno e facendo uso di promesse per lo più impossibili da mantenere, sono praticamente diventati la norma. Il passo verso la corruzione e un comportamento criminale è breve. (p. 87)
*Gli Stati Uniti potrebbero assumere un ruolo di primaria importanza nella cessazione dei conflitti, nella lotta per la salvaguardia dell'ambiente e nella soluzione di altri problemi, se solo cercassero di creare partenariati invece di insistere sulla ricerca di una posizione di dominio. Ma gli eventi degli ultimi decenni mostrano che i politici americani non hanno ancora afferrato questo concetto. L'uso della forza rimane la loro argomentazione preferita. (p. 99)
*Sentiamo spesso parlare di due tendenze contraddittorie nella politica estera degli Stati Uniti, una realistica e l'altra idealistica. I "realisti" tendono a difendere gli interessi nazionali, in particolare gli interessi in ambito commerciale e militare, mentre gli "idealisti" spingono per intraprendere la strada verso la democrazia e i diritti umani. Ovviamente questa è una semplificazione grossolana. Non è possibile, infatti, identificare due "fazioni" separate all'interno della politica americana. Ciononostante, direi che ogni loro amministrazione tende a interpretare gli interessi del Paese in modo espansivo e globale e ad affermarli di conseguenza, ignorando quelli di altre nazioni e, di recente, spesso con dispiacere dei loro alleati. (p. 100)
*Dopo la dissoluzione dell'Urss, gli Stati Uniti perseguirono una strategia di dominanza, sfruttando il "momento unipolare" esclusivamente nel loro interesse. Per di più scoprirono di avere tali interessi in diverse località del pianeta: Iraq, Balcani, Afghanistan, Libia, Siria e, da ultimo, il Venezuela. Ogni singolo presidente americano ha combattuto una guerra tutta sua.<br>Il mondo è migliore per questo? I comuni cittadini americani hanno forse tratto beneficio da queste campagne militari? Ve n'è stata almeno una che abbia contribuito a rendere il mondo più sicuro? Quanto ci vorrà per rimuovere le macerie prodotte da queste rischiose imprese e dal budget militare sempre più gonfio? (p. 101)
*Il 2020 ha inflitto una nuova calamità all'umanità, dando inizio a un'ulteriore sfida globale. Nell'arco di soli due o tre mesi, l'[[pandemia di COVID-19 del 2019-2020|epidemia di coronavirus]] ha travolto il mondo intero. Ma se all'inizio sembrava esserci la speranza di poter gestire questa situazione senza troppe difficoltà, ben presto gli scienziati hanno cominciato a lanciare degli avvertimenti in merito al contrario, che sfortunatamente non sono stati ascoltati da numerosi leader e rappresentanti politici. (p. 169)
*{{NDR|Sulla [[pandemia di COVID-19 del 2019-2020]]}} È già diventato banale sostenere che il mondo non sarà più come prima, una volta che avremo debellato questo nemico invisibile e ci saremo lasciati alle spalle questa calamità. Ma come esso ''sarà'' esattamente, dipenderà solo dalle lezioni che impareremo mentre questi eventi si svolgono sotto i nostri occhi. (p. 169)