Paolo Bertetto: differenze tra le versioni

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*La ricchezza di tecniche e di invenzioni dispiegate nel lavoro di regia, fa di ''[[Napoleone (film 1927)|Napoléon]]'' uno dei vertici della sperimentazione nella storia del cinema e una sorta di compimento linguistico delle intrinseche potenzialità del cinema muto. (p. 52)
*La sequenza dell'esperimento fantascientifico di ''[[Futurismo (film)|Futurismo]]'', che consente la resurrezione della protagonista, è una sintesi efficace dello spirito e del progetto artistico e immaginario del film. Da un lato il montaggio accelerato da l'idea dell'ipermodernità dei procedimenti tecnologici impiegati per far rivivere Claire Lescot, ''l'inhumaine''. [...] La diversificazione delle immagini, uso dei dettagli, variazioni luministiche, il ricorso alla tintura e al viraggio, mostrano la forza espressiva e dinamica del cinema. Dall'altro il laboratorio fantascientifico, progettato da [[Fernand Léger|Léger]], costituisce un concentrato di gusto modernistico e meccanomorfo e rappresenta la prospettiva futuribile del film. (p. 53)
*{{NDR|Su ''[[La corazzata Potëmkin]]''}} La sequenza della scalinata è giustamente famosa per la maestria drammatica dell'organizzazione del visibile e della tensione emotiva, realizzata grazie a straordinarie tecniche di montaggio e di ripresa. [...] Coordina punti di ripresa diversi, dettagli di grande forza visiva, gesti di differente intensità drammatica e piani diversi delle immagini per costruire un'esplosione di pathos che non può lasciare indifferente le spettatore. La rappresentazione della repressione dei [[cosacchi]] è trasformata in un vettore di pathos crescente, orchestrato attraverso un insieme di conflitti grafici e spaziali, di accensioni violente, di immagini forti di sangue, di ferite, di dolore e di morte. Queste immagini sono montate in contrappunto visivo con le inquadrature degli stivali, dei fucili e dei repressori stessi, che Ėjzenštejn distribuisce, scandendo il ritmo ossessivo e minaccioso della violenza poliziesca. Le inquadrature sono poi caratterizzate dall'estrema brevità, dal crescendo progressivo del ritmo, dalla intensificazione dei contrasti sino a produrre una vera esplosione visivo-dinamica emozionale. (p. 63)
*{{NDR|Su ''[[La stregoneria attraverso i secoli]]''}} [...] il film è insieme un documento forte, ispirato a un'ottica di tolleranza, ma è anche un percorso che sa usare a volte l'ironia, altre volte il paradosso per descrivere e interpretare un capitolo di oscura e pesante repressione esercitata soprattutto contro le donne meno soggette alle leggi e al potere ufficiale, gestito dagli uomini. (p. 68)
*{{NDR|Su ''[[Vampyr - Il vampiro]]''}} Dreyer realizza poi un horror assolutamente atipico, che rinuncia ai caratteri abituali del genere per inseguire un'idea di pazzia e di orrore del tutto personale. L'immagine della donna vampiro da un lato, e la famosa inquadratura effettuata dall'interno della tomba, con la donna vampiro che si affaccia a guardare dentro, costituiscono nuclei di tensione profonda e di inquietudine che attraversano tutto il film e investono lo spettatore come una sottile minaccia. (p. 69)