Varvàra Dolgorouki: differenze tra le versioni

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*Viaggiando all'estero, spesso [[Aleksandr Sergeevič Dolgorukov|mio padre]] prendeva un letto per mia madre, ma noi si viaggiava in seconda, proprio per la nostra educazione. Ricordo anche che, per la stessa ragione, a Parigi, scesi al raffinato Hôtel Vendôme, mio padre mi portava apposta in ristoranti a buon mercato, che appena allora cominciavano a sorgere. Dovevo imparare e comprendere che la vita può esser vissuta molto dimessamente. Contrariamente ad affermazioni inesatte stampate sui miei genitori, devo dichiarare che nella loro casa mai vi fu eccesso di pompa, come cosacchi in alta o altra qualsiasi uniforme; né altri lussi assolutamente fantastici. (p. 89)
*All'inizio del 1912 [[Aleksandr Sergeevič Dolgorukov|mio padre]] cominciò a soffrire di ulcera allo stomaco; spesso doveva restare a letto per un pio di settimane, con forti dolori. Cercava di dare il minimo di importanza alla sua malattia, continuando a mostrare il massimo interesse a tutto quello che accadeva nel mondo. [...] Nella primavera del 1912 vi furono a Mosca celebrazioni per commemorare la vittoria del 1812 su [[Napoleone]]. Mio padre, sentendosi meglio, poté adempiere per l'ultima volta ai suoi doveri di Gran Maresciallo della Coerte imperiale. Ebbe la forza di prendere parte a tutte le cerimonie, ma ciò fu troppo per lui, nel suo stato di salute. Tornò stanchissimo e dovette presto rimettersi a letto per non alzarsi mai più. Il 7 di giugno del 1912, un'ora dopo che era stato chiamato il prete, mio padre trapassò in pace. (pp. 118-119)
*A quei tempi molti giovani, persino ragazzi di quattordici o quindici anni, avevano segretamente lasciato la famiglia per arruolarsi nell'[[Armata Bianca]]. Le salme di molti di loro, uccisi al fronte, furono portate a Novotcherkàsk (residenza dell'Atamano dei cosacchi del Don), composte nelle bare ed esposte in file nella cattedrale per essere sepolte il giorno dopo con maggiore solennità. Una moltitudine di gente ansiosa, con l'angoscia scritta in volto, invase la cattedrale cercando tra i morti per accertarsi che nessuno dei suoi fosse tra essi. Erano un triste spettacolo i giovani volti morti di quei ragazzi che spontaneamente, appassionatamente, avevano dato la vita per la patria. Furono fotografati e numerati, così come le loro tombe, per consentire più tardi alle famiglie di ritrovare la loro sepoltura. Ma, all'avvento dei [[Bolscevismo|bolscevichi]] tutte le liste e tutte le fotografie furono distrutte così che le tombe di quegli ignoti giovani eroi rimarranno per sempre ad invocare silenziosamente giustizia. (. 142)
*Mi è stato detto che lo stesso {{sic|[[Pavel Nikolaevič Miljukov|Miliukòff]]}}, a Parigi, credo nel 1936 (non più in Russia a mietere quel che aveva seminato), osò dire in una conferenza che, se l'imperatore avesse avuto un solo uomo fedele, la Rivoluzione non sarebbe potuta scoppiare. Una repellente menzogna perché laggiù al fronte stavano combattendo migliaia e migliaia di uomini fedeli. E stavano combattendo come i leali soldati russi combattevano e morivano allora per la fede, lo tsar e la patria. (da ''Appendice II'', p. 168)