Guido Piovene: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Guido Piovene==
*La persecuzione antiebraica è solo uno degli aspetti del [[razzismo]] nel [[mondo]], ma ne è stata l'espressione più orribile.<ref>Da un articolo pubblicato sul ''Corriere della sera'', 1961; da ''La coda di paglia'', Mondadori, 1962.</ref>
*Sembra che [[Matera]] si affacci a un sottosuolo scoperchiato e abitato, che nell'insieme forma una città maggiore. Una tale adunanza di semicavernicoli, in cui si prolunga senza soluzione di continuità l'esistenza della preistoria, non ha paragone in Europa, ed è tra i paesaggi italiani che generano più stupore.<ref>Citato in Luigi Ranieri, ''Basilicata'', UTET, 1972, p. 353.</ref>
*Una [[vizio e virtù|virtù]] è sempre un [[vizio e virtù|vizio]] trasformato. Bisogna avere il coraggio di ammettere che ogni virtù si ricava dal vizio.<ref>Dalla prefazione a ''La gazzetta nera'', Mondadori, Milano, 1953.</ref>
*Viaggiare dovrebbe essere sempre un atto di [[umiltà]]. (da ''De America'')
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*[[Rieti]] è una bella città e di struttura aristocratica. Dalla cattedrale romanica al duecentesco Palazzo dei Papi, dai potenti archi gotici ai quartieri con viuzze, scalinate esterne, torri mozze ed archivolti, dalla Loggia del Vignola alle molte dimore nobiliari, la città aduna un nucleo di aristocrazia romana e ne porta l'impronta.<ref>Citato in ''[http://www.rietidascoprire.it/chisiamo/chisiamo.html Chi siamo]'', ''Rietidascoprire.it''.</ref>
*[[Salerno]] è diversa da Napoli, nell'apparenza e nello spirito. Qui veramente cadono molti luoghi comuni sull'Italia meridionale. L'aspetto è infatti quasi settentrionale, e la pulizia quasi svizzera. I discorsi sono secchi, brevi, propri di persone attive. [...] Coloro che conoscono la vita salernitana nell'intimo mi dicono ch'essa è un miscuglio, tipico dell'Italia meridionale in questa fase di passaggio, e nei luoghi di punta, di usanze ancora patriarcali e di modernismi talvolta anche strani ed eccessivi. [...] Osservando bene Salerno, si ha dunque l'impressione di un centro abbastanza tipico della fase di trasformazione dell'Italia meridionale. L'industrializzazione e il benessere sono in progresso, anche se le antiche passività gravino ancora fortemente. (2013, pp. 477-478)
*Sembra che [[Matera]] si affacci a un sottosuolo scoperchiato e abitato, che nell'insieme forma una città maggiore. Una tale adunanza di semicavernicoli, in cui si prolunga senza soluzione di continuità l'esistenza della preistoria, non ha paragone in Europa, ed è tra i paesaggi italiani che generano più stupore. Spaccata da valli rupestri, Matera è una specie di [[Siena]] del Sud, più remota nel tempo [...].<ref>Citato meno estesamente in Luigi Ranieri, ''Basilicata'', UTET, Torino, 1972, p. 353.</ref> (2013, p. 747)
*{{NDR|Sulla Calabria}} Si direbbe che qui siano franati insieme i detriti di diversi mondi; che una divinità arbitraria, dopo aver creato i continenti e le stagioni, si sia divertita a romperli per mescolarne i lucenti frantumi. (2013, p. 660)
*Si sale sulla costa del monte d'un giallo fulvo; ai piedi si ha la pianura, l'immenso quadrilatero della [[Reggia di Caserta|reggia]]; poi ci si interna, e la pianura sparisce. Esiste in [[Provenza]] una splendida ed illustre città abbandonata tra le rocce, Les Beaux; {{sic|[[Casertavecchia|Caserta vecchia]]}}, longobarda, sorta nell'ottavo secolo, già sede di vescovi e conti, è il suo equivalente italiano. Soltanto Les Beaux è di due stili, medievale e Rinascimento, Caserta tutta medievale; e Les Beaux è celebrata in Francia, mentre Caserta vecchia è quasi ignota da noi. Capace di alloggiare molte migliaia di persone, ne racchiude duecento circa. È un nodo di case e viuzze morto e monocromo, del colore giallastro del travertino; intorno un paesaggio di colli brulli, sassosi, seminati di spunzoni di torri; un paesaggio fermo e perfetto. (2013, p. 494)