Ferdinand Gregorovius: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Così giungemmo a [[Giardino di Ninfa]], la leggendaria città rovinata, mezzo sepolta nella palude, con le sue mura, le sue torri, le sue chiese, i suoi chiostri e le sue case coperte di edera. Il suo aspetto è più incantevole di quello di [[Pompei]], le cui case sembrano spettri o mummie sventrate, faticosamente strappate alla lava vulcanica. Sopra Ninfa invece si muove, al soffio del vento, un mare di fiori; ogni muro, ogni chiesa, ogni casa è rivestita d'edera, e su tutte quelle rovine oscillano i purpurei stendardi del dio trionfante della primavera. (''La Campagna romana'', vol. I, p. 177)
*Ammassato in un cupo e triste angolo dell'Urbe, rimpetto al Trastevere, abita qui da più secoli, quasi reietto dal resto del genere umano, il popolo degli ebrei di Roma. (''Il Ghetto e gli ebrei di Roma, 1853'', vol. II, p. 94)
*Il [[Ghetto di Roma|Ghetto romano]] è fra tutte le comunità israelitiche d'Europa la più importante, per i rapporti storici del popolo d'Israele con l'Urbe. Altre, soprattutto quelle della Spagna e del Portogallo, e la Sinagoga di Amsterdam, offrono un più vivo interesse, ma tutto teologico, a causa delle loro scuole talmudiche; nessuna però è tanto antica e tanto importante quanto la Sinagoga romana: questa rappresenta la più vetusta radice del cristianesimo nella capitale stessa del mondo cristiano. (''Il Ghetto e gli ebrei di Roma, 1853'', vol. II, p. 97)