Eugenio Dupré Theseider: differenze tra le versioni

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==''I papi di Avignone e la questione romana''==
*Sotto [[Papa Giovanni XXII|Giovanni XXII]], Avignone divenne stabilmente la dimora oltremontana del Papato, ed egli è il primo papa veramente «avignonese». Ma non soltanto per il fatto che egli, senza esitazioni, fissò fin dal principio la sua sede sulla riva del Rodano. Troviamo in lui, rilevati da quello spicco che dipende dalla sua vigorosa personalità, tutti gli elementi dello «stile avignonese» sia in buono sia in cattivo senso. (parte I, cap. II, pp. 48-49)
 
*A questo papa {{NDR|[[Papa Benedetto XII|Benedetto XII]]}} l'idea di lasciare Avignone e la Francia non doveva ripugnare come ai suoi predecessori, in quanto egli (le sue biografie lo attestano concordi) era del tutto sciolto da ogni vincolo d'affetto terreno, e assolutamente estraneo a qualsiasi «politica di famiglia». Si può ammettere realmente che, se le circostanze fossero state più favorevoli, egli avrebbe chiuso la parentesi avignonese con un quarantennio d'anticipo. (parte I, cap. III, p. 78)
 
*Ne era oratore {{NDR|di una delegazione inviata ad Avignone presso papa Clemente VI}} un oscuro scrivano, tale Nicola di Lorenzo, detto al modo dialettale [[Cola di Rienzo]], che, davanti al papa e al consesso dei cardinali, ripeté anch'egli il fervido appello per il ritorno a Roma e per la concessione del Giubileo, ed in più portò al papa le lamentele del popolo di Roma contro i baroni, «derobbatori de strada», e causa principale per cui la città giaceva desolata. Lo ascoltò il papa con interesse e diletto di conoscitore, perché Cola parlava assai bene, con copia di citazioni classiche e sacre, con mirabile oratoria. Ma nemmeno l'appassionata eloquenza di Cola poté convincere il papa al grande passo {{NDR|del ritorno alla sede romana}}. (parte II, cap. I, p. 89)