John Powell: differenze tra le versioni

gesuita statunitense
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Nuova pagina; testo: 'Padre '''John Powell''' è uno scrittore statunitense contemporaneo. Storie tratte da ''Stories from miy Heart'': === Raperonzolo === Questa è una favola... una favola dei ...'
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Versione delle 18:40, 13 lug 2007

Padre John Powell è uno scrittore statunitense contemporaneo.

Storie tratte da Stories from miy Heart:

Raperonzolo

Questa è una favola... una favola dei fratelli Grimm, leggermente modificata. C'era una volta, così sembra, una giovane ragazza di nome Raperonzolo. Era tenuta prigioniera in una torre da una vecchia e brutta strega, dall'aspetto veramente repellente. La vecchia strega ripeteva sempre alla giovane e bella Raperonzolo: "Sei brutta come me, Raperonzolo!" Non essendoci specchi nella torre, Raperonzolo era sicura di essere brutta. Non aveva mai cercato di lasciare la torre, temendo che la sua bruttezza avrebbe fatto allontanare gli altri. Un giorno il principe azzurro arrivò sul suo cavallo bianco, mentre la giovane Raperonzolo era affacciata alla finestra della torre per prendere una boccata d'aria fresca. Si scambiarono un sorriso e fu amore a prima vista. Raperonzolo gettò le sue lunghe trecce bionde dalla finestra (le estremità, naturalmente, rimasero attaccate alla sua testa) e il principe azzurro, avendo fatto il boy scout, le intrecciò come una scaletta e salì. Quando i loro occhi si trovarono a pochi centimetri di distanza, Raperonzolo scoprì in quelli luminosi del principe azzurro di essere bellissima. Così si paracadutarono subito dalla finestra della torre e vissero per sempre felici e contenti. Morale della storia: abbiamo tutti bisogno degli occhi di un altro per vedere la nostra bellezza. Come dice la canzone: "Non sei nessuno finchè qualcuno non ti ama. Domanda: i miei occhi riflettono a coloro che mi sono intorno la loro bellezza?" Cio che io sono, in qualunque momento del processo del divenire una persona, sarà determinato dalla mia relazione con coloro che mi amano o rifiutano di amarmi, con coloro che io amo o rifiuto di amare.

Cercatori di bene

Alcuni anni fa, un gruppo di ricercatori decise di studiare la felicità con un metodo puramente scientifico. Così selezionarono le 100 persone più felici e contente che riuscissero a trovare. Intervistarono queste 100 persone felici e inserirono le loro interviste nel computer, con lo scopo di trovare che cosa avessero in comune. All'inizio furono messi un pò fuori strada dal fatto che il 70 per cento di essi proveniva da piccole città con meno di 15.000 abitanti. Proprio quando erano sul punto di rinunciare scoprirono che il 100 per cento di queste persone aveva veramente qualcosa in comune. Erano tutti classici "cercatori di bene". (Gli scienziati dovettero inventarsi questo termine per descrivere questa qualità). Cercavano il bene in se stessi, negli altri e in tutte le situazioni della vita. Tornando a noi, una delle vicine università mi avrebbe dato una laurea ad honorem in cambio di un discorso di inizio anno. Fui naturalmente ben contento di farlo. Così improntai il mio discorso d'inizio anno sui "cercatori di bene". Sollecitai i laureandi a diventare cercatori di bene, perchè ero sicuro che sarebbero stati più felici. Circa due mesi dopo, ricevetti la lettera di una di quei laureati. Mi diceva che, quel giorno, suo padre aveva fatto tantissime foto alla cerimonia di laurea e alla festa che c'era stata dopo, per scoprire, solo alla fine della giornata, che non c'era il rullino dentro la macchina fotografica. Dopo avermi raccontato questo, concluse scrivendo: "La sfido ad essere un cercatore di bene in questa occasione e a trovarci del bene". Le scrissi: "Pensa all'umiltà che tuo padre ha guadagnato da questo errore. Eccolo lì, padre di una laureata, ma incapace di mostrare le foto a causa di una sua svista. E pensa alla meravigliosa opportunità per te di accettare le sue scuse e perdonarlo"