Cola di Rienzo: differenze tra le versioni

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Montanelli e Gervaso: megalomania di Cola
Eugenio Dupré Theseider
 
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*La rapida caduta di Cola attesta l'inconsistenza e l'inadeguatezza del suo programma non rispondente alle esigenze della penisola italiana del Trecento e meno che mai alla città di Roma che ha amato il tribuno, pensando di potersi risollevare con il suo intervento, mentre le sue incomprensibili posizioni politiche hanno ulteriormente indebolito e isolato l'Urbe, alla fine del tribunato molto più rissosa e confusa di quanto non fosse nell'anno precedente e oltretutto priva momentaneamente dell'appoggio del papa, pieno di risentimento per i Romani. ([[Ludovico Gatto]])
 
*Ne era oratore {{NDR|di una delegazione inviata ad Avignone presso papa Clemente VI}} un oscuro scrivano, tale Nicola di Lorenzo, detto al modo dialettale Cola di Rienzo, che, davanti al papa e al consesso dei cardinali, ripeté anch'egli il fervido appello per il ritorno a Roma e per la concessione del Giubileo, ed in più portò al papa le lamentele del popolo di Roma contro i baroni, «derobbatori de strada», e causa principale per cui la città giaceva desolata. Lo ascoltò il papa con interesse e diletto di conoscitore, perché Cola parlava assai bene, con copia di citazioni classiche e sacre, con mirabile oratoria. Ma nemmeno l'appassionata eloquenza di Cola poté convincere il papa al grande passo {{NDR|del ritorno alla sede romana}}. ([[Eugenio Dupré Theseider]])
 
*Solo pochi studiosi sanno che è Cola di Rienzo, il tribuno romano del XIV secolo, il vero fondatore della moderna scuola archeologica, e che a lui deve essere ascritto il merito della rinascita degli studi classici, primato che finora è stato attribuito esclusivamente a [[Dante Alighieri]] e [[Francesco Petrarca]]. Essi non lo meritano. ([[Rodolfo Lanciani]])