Papa Giovanni Paolo II: differenze tra le versioni

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==Citazioni di papa Giovanni Paolo II==
*Al di fuori della [[misericordia]] di Dio non c'è nessun'altra fonte di [[speranza]] per gli esseri umani. (dall'omelia per la dedicazione del Santuario della divina Misericordia, Kraków-Łagiewniki, 17 agosto 2002)
*A questo cimitero di vittime della crudeltà umana nel nostro secolo si aggiunge ancora un altro grande cimitero: il cimitero dei [[aborto|non nati]], cimitero degli indifesi, di cui perfino la propria madre non conobbe il volto, acconsentendo, oppure cedendo alla pressione, perché venisse loro tolta la vita ancora prima di nascere. (dall'omelia all'aeroporto militare di Radom, Varsavia, 4 giugno 1991)
*A voi, [[Benevento|figli della terra campana]], nella quale si sono incrociate antiche e diverse civiltà: da quella sannita a quella romana, da quella longobarda a quella aragonese, si rivolge il mio pensiero, per esortarvi a conservare nel vostro animo l'eredità di quel nobile patrimonio spirituale e culturale, che tanto ha distinto il genio della vostra gente semplice, laboriosa, austera, umana e pia, ma anche fiera e gelosa delle proprie tradizioni storiche e religiose. La vostra presenza richiama alla mia mente anche i rapporti che, attraverso i secoli, sono fioriti tra la vostra terra e la mia Patria. Come è noto, il canonico camaldolese san Benedetto, nato a Benevento verso il 970-975, fu a capo del primo gruppo di missionari che si reco tra i popoli slavi e, in particolare, in Polonia, a predicare il Vangelo e impiantarvi la Chiesa di Cristo. <ref>[http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/g4n.htm Udienza al pellegrinaggio di Benevento, 10 agosto 1983]</ref>
*Al di fuori della [[misericordia]] di Dio non c'è nessun'altra fonte di [[speranza]] per gli esseri umani. (dall'omelia per la dedicazione del Santuario della divina Misericordia, Kraków-Łagiewniki, 17 agosto 2002)
*[[Benevento]]! È città legata per secoli al papato da molteplici vincoli di carattere religioso e civile, che affondano le radici nella storia. Dall'alto ho potuto ammirare la verde conca in cui sorge la vostra bella città, circondata da monti e da boschi. All'interno della Regione campana, nel cuore del Sannio storico, Benevento, lungi dal chiudersi in se stessa, è rimasta sempre aperta e disponibile ai contatti con le altre popolazioni della penisola e anche con le genti al di là del mare: la grande via romana – la "regina viarum" – che passava da qui, apriva le porte verso l'Oriente. Città di duchi e di signori, con i suoi monumenti essa ricorda la grandezza civile e religiosa che l'ha distinta nei secoli. Il suo è un nome augurale, che le fu dato dalla Roma pagana in sostituzione di "Maleventum"; ma il vigore più vero le è venuto dalla nuova Roma, quella cristiana, che le ha trasmesso la "buona novella" del Vangelo. Città di Benevento, io auspico che il tuo passato di rinomanza civile e di impegno religioso divenga ancora, per quanti oggi ti abitano, forza propulsiva per costruire un avvenire di autentico progresso! (da [http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1990/july/documents/hf_jp-ii_spe_19900702_cittadinanza-benevento_it.html Incontro con la cittadinanza di Benvento, 2 luglio 1990])
*Ecco l'antica [[Reggio Calabria|Reggio]], le cui origini si perdono nella notte dei tempi! Ecco la Reggio della Magna Grecia, di cui ancora conservate le vestigia monumentali e i preziosi cimeli nel vostro importante Museo nazionale, che ora accoglie anche i due grandi bronzi di Riace.<br> La storia di Reggio corre lungo i filoni delle grandi civiltà classiche europee: la greca, la romana, e la cristiana.<br>Nel toccare il suolo di questa città, provo una viva emozione al considerare che qui approdò, quasi duemila anni fa, Paolo di Tarso, e che qui l'Apostolo delle genti accese la prima fiaccola della fede cristiana; da qui il cristianesimo ha iniziato il suo cammino in terra calabra, espandendosi in ogni direzione, sia verso la costa ionica sia verso la fascia tirrenica. È questo un primato che mi piace sottolineare e che è motivo di giusto orgoglio per la Chiesa e per la città di Reggio Calabria.<br>Il vostro cristianesimo, ormai bimillenario, ha permeato le radici più profonde della vostra civiltà e della vostra cultura e vi ha dato la forza di far fronte con coraggio, e talvolta con eroismo, ai difficili momenti della vostra storia, durante le molteplici invasioni e dominazioni che la Calabria ha dovuto subire.<br>Ma soprattutto, il vostro animo temprato dalla fede ha trovato la forza di resistere alle calamità naturali; per due volte il terremoto, nel 1783 e, più recentemente, nel 1908, ha distrutto la vostra città, e per due volte l'avete ricostruita più grande e più bella.<br>Sì, la natura ha dotato di una bellezza particolare questa terra: Reggio, con l'azzurro intenso del suo cielo e le chiare acque del suo mare, con lo splendore del suo sole e il verde dei suoi monti aspromontani e, dall'altra parte dello stretto, la dirimpettaia Messina, città egualmente meravigliosa, con i monti Peloritani e con l'Etna che giganteggia sullo sfondo del mar Ionio, compongono uno degli scenari più suggestivi che sia dato ad occhio umano contemplare.[...]<br>Reggio! Città che hai nelle tue radici la fede di Paolo. Reggio! Che hai un cuore antico ma sempre giovane e caldo, nel nome di Dio ti saluto e ti benedico! (dal ''Discorso alla cittadinanza di Reggio Calabria'', domenica, 7 ottobre 1984 [https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1984/october/documents/hf_jp-ii_spe_19841007_cittadinanza-reggio-calabria.html vatican.va])
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{{NDR|Giovanni Paolo II, ''Parole sull'uomo'', BUR 1989}}. ISBN 88-17-11517-7
 
==''Poesie''==
===[[Incipit]]===
'''PIETRA DI LUCE'''<br>VEGLIA PASQUALE 1966<br>INVOCAZIONE<br>''Comincia il colloquio con me stesso''<br>Questo significa forse che arrivo in pieno quanto il consenso delle genti<br>proclama grande e importante – nel vicendevole annunzio?<br>Questo significa forse che concordo nel conto degli anni con Thietmar,<br>il cronista di Merseburg, e vedo il passato<br>con gli occhi di Maestro Vincenzo, cercando armonia<br> con questo passato?<br>(o forse antepongo la mia visione delle vie del passato come le appresi dalle cronache<br>alla visione del buio degli scavi di Wiślica?<br>Significa che arrivo alle radici dello stesso albero,<br>e mi addentro nel segreto della sua crescita,<br>che anche in me si propaga, che da me prende corpo.<br>Io mi sento nell'albero e sento l'albero in me.<br><br>L'albero è un corpo fisico.<br>La storia degli uomini, dei miei simili, cerca un suo Corpo.
 
{{NDR|Karol Wojtyla, ''Poesie'' (1939-1978), traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Edizioni di San Marco, 1986.}}
===Citazioni===
*''Nell'istante della partenza ciascuno è più grande degli eventi di cui<br> | egli fu minima parte (scheggia di un certo secolo<br> | o schegge di due secoli, riunite in una vita).'' (1986, p. 23)
*[[Tempo]] di nascita, il [[passato]], non di [[morte]]. (1986, p. 24)
*Oltre il linguaggio, l'abisso. È questa forse l'incognita della debolezza che conosciamo nei [[Padre|padri]] e forse l'ereditiamo? (1986, p. 100)
*La [[schiavitù]] fu il verdetto sulla dorata [[libertà]]. (1986, p. 101)
*La [[storia]] stende sopra la [[lotta]] delle [[Coscienza|coscienze]] uno strato di eventi. In questo strato vibrano [[Vittoria|vittorie]] e sconfitte. La storia non le ricopre, anzi le fa risaltare.<br>Può andar la storia contro la corrente delle coscienze? (1986, p. 104)
*''Attendo qui le tue mani cariche dei lavori d'ogni giorno, | attendo qui le tue mani che reggono un semplice panno. | Nel paese dei più profondi significati porta le tue mani, [[Santa Veronica|Veronica]], | porta le tue mani | e tocca il volto dell'uomo.'' (1994, p. 197)
 
==''Redemptoris Mater''==
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{{NDR|Karol Wojtyla, ''Segno di contraddizione'', Vita e pensiero, 1977.}}
 
==''Poesie''==
===[[Incipit]]===
'''PIETRA DI LUCE'''<br>VEGLIA PASQUALE 1966<br>INVOCAZIONE<br>''Comincia il colloquio con me stesso''<br>Questo significa forse che arrivo in pieno quanto il consenso delle genti<br>proclama grande e importante – nel vicendevole annunzio?<br>Questo significa forse che concordo nel conto degli anni con Thietmar,<br>il cronista di Merseburg, e vedo il passato<br>con gli occhi di Maestro Vincenzo, cercando armonia<br> con questo passato?<br>(o forse antepongo la mia visione delle vie del passato come le appresi dalle cronache<br>alla visione del buio degli scavi di Wiślica?<br>Significa che arrivo alle radici dello stesso albero,<br>e mi addentro nel segreto della sua crescita,<br>che anche in me si propaga, che da me prende corpo.<br>Io mi sento nell'albero e sento l'albero in me.<br><br>L'albero è un corpo fisico.<br>La storia degli uomini, dei miei simili, cerca un suo Corpo.
 
===Citazioni===
*Nell'istante della partenza ciascuno è più grande degli eventi di cui<br>egli fu minima parte (scheggia di un certo secolo<br>o schegge di due secoli, riunite in una vita). (p. 23)
*[[Tempo]] di nascita, il [[passato]], non di [[morte]]. (p. 24)
*Oltre il linguaggio, l'abisso. È questa forse l'incognita della debolezza che conosciamo nei [[Padre|padri]] e forse l'ereditiamo? (p. 100)
*La [[schiavitù]] fu il verdetto sulla dorata [[libertà]] (p. 101)
*La [[storia]] stende sopra la [[lotta]] delle [[Coscienza|coscienze]] uno strato di eventi. In questo strato vibrano [[Vittoria|vittorie]] e sconfitte. La storia non le ricopre, anzi le fa risaltare.<br>Può andar la storia contro la corrente delle coscienze? (p. 104)
 
{{NDR|Karol Wojtyla, ''Poesie'' (1939-1978), traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Edizioni di San Marco, 1986.}}
 
==''Tertio millennio adveniente''==
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*Giovanni Paolo II, ''Segno di contraddizione'', Vita e pensiero, 1977.
*Giovanni Paolo II, ''Poesie'' (1939-1978), traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Edizioni di San Marco, 1986.
*Giovanni Paolo II, ''Poesie'', traduzione di A. Kurczab e M. Guidacci, Newton, Roma, 1994. ISBN 8879837591
*Giovanni Paolo II, ''Tertio Millennio Adveniente'', Editore ART'È, Bologna 1998.
*Giovanni Paolo II, ''Il sapore del pane: poesie'', traduzione di Alessandra Kurczab e Margherita Guidacci, Libreria Editrice Vaticana, 1979.