Benazir Bhutto: differenze tra le versioni
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*Alcuni esperti di politica occidentali e molti militari pakistani sostenevano che la democrazia era impossibile per una popolazione così divergente e disgregata, in un paese con una percentuale di analfabeti altissima e un reddito annuo pro capite molto basso. Nel Pakistan c'era un gran numero di persone che non potevano neppure parlarsi perché ogni regione aveva la sua lingua e le sue tradizioni. Una popolazione come quella, si diceva, poteva essere tenuta in riga soltanto da un regime militare. Ma mio padre aveva dimostrato l'infondatezza di questa teoria istituendo con successo un governo democratico, grazie al quale era il voto popolare e non la forza delle armi a decidere chi doveva comandare nel paese. (p. 103)
*{{NDR|Sull'amministrazione di [[Zulfiqar Ali Bhutto]]}} La sua amministrazione aveva stampato la prima edizione del Corano priva di errori, aveva abolito il numero chiuso che i governi precedenti avevano imposto per il pellegrinaggio dei pakistani alla Mecca e aveva reso obbligatoria l'istruzione religiosa (''Islamiyat'') nelle scuole primarie e secondarie. Erano stati
*La stragrande maggioranza della gente, pensavo, sapeva che abbracciare l'interpretazione fondamentalista della ''[[Shari'a|Shariah]]'' avrebbe significato riportare indietro di mille anni i progressi che i pakistani avevano fatto nel campo dei diritti umano e dello sviluppo economico. Sarebbe stato necessario abolire completamente il sistema bancario, ad esempio, perché un'interpretazione ristretta dell'Islam considera usura la richiesta di un interesse, e le donne avrebbero dovuto rinunciare a tutti i passi avanti che mio padre le aveva incoraggiante a compiere.<br>Mio padre, infatti, aveva aperto alle donne la diplomazia, gli impieghi statali, la polizia. Per promuovere l'istruzione femminile aveva nominato una donna alla carica di vicecancelliere dell'Università di Islamabad, e nel governo aveva affidato a due donne i ruoli di governatore del Sindh e vicepresidente dell'Assemblea nazionale. Anche le comunicazioni erano state aperte alle donne; per la prima volta erano apparse in televisione donne giornaliste. (pp. 106-107)
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