Michele Scherillo: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Cesare Balbo]]}} Un uomo che pare un eroe di [[Plutarco]] e uno scrittore che pare Plutarco. (da ''[http://www.archive.org/stream/laletturarivis1905milauoft#page/n683/mode/2up Gabriele Pepe e Gabriele Rossetti]'', ''La Lettura'', luglio 1905, p. 1)
 
*{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]]}} Povero vecchio sognatore! Aveva vagheggiata un'Italia laica, indipendente, libera, governata dalle Alpi al Faro da un unico Re prode e fedele e da un Parlamento elettivo; e moriva, già cieco, alla vigilia che quel sogno magnanimo era per tradursi in una realtà! Come [[Mosè]] sul [[Monte Nebo|monte di Nebo]], anch'egli, l'apocalittico poeta, moriva in cospetto della Terra promessa! (''ibidem'', p. 14)
 
*[[Dante Alighieri|Dante]] rivive intero nell'opera sua. Perciò la ''[[Divina Commedia]]'' è molto più che l'''Iliade''. [[Omero]] è assente dall'opera sua, non è che un nome, un'ombra vana; e la ''Commedia'' è invece la grande, l'immortale voce di Dante: ''os magna sonaturum''. <br /> Chi ha messo alla pari Dante e [[William Shakespeare|Shakespeare]], ha discorso da esteta; ma ha mostrato di non comprendere la ragione complessa dell'eccellenza di Dante uomo-poeta, a cui s'inchinano, con così stupendo consenso, tutte le nazioni colte del mondo, gareggiando nel tributargli onore i vinti e i vincitori di ieri, i potenti di oggi e quelli di domani, dal Belgio e dalla Francia alla Germania, dall'Inghilterra al Giappone e agli Stati Uniti. <br /> Dante è esso medesimo un'affascinante opera d'arte, e la ''Commedia'' non è che la sua espressione vocale. Egli è, come con l'usata felicità disse il [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]], nello stesso tempo l'Omero e l'Achille del suo mondo poetico. Nessuno dei personaggi del gran dramma oltramondano riesce a interessarci a sé così lungamente come la persona del poeta, attore e narratore insieme. (da ''Dante (Commemorazione secentenaria)'', ''Emporium'', Vol. LIII, n.º 315, marzo 1921, [https://archive.org/stream/emporium5354berguoft#page/n153/mode/2up p. 128])<ref>Gli stessi concetti, a volte con frasi uguali o simili, erano già apparsi in Michele Scherillo, ''Le origini e lo svolgimento della letteratura italiana. Vol. I'', Ulrico Hoepli, Milano, 1919, [https://archive.org/stream/leoriginielosvol01sche#page/80/mode/2up pp. 80 sgg.]</ref>