Ernesto Buonaiuti: differenze tra le versioni

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===''Lo gnosticismo''===
[[Gnosticismo]], per definizione, può dirsi qualsiasi sistema che, pieno di fiducia nelle capacità iniziali della ragione, crede di risolvere i vari problemi dell'essere, con sicurezza e fuori di ogni illuminazione esteriore: la parola γνῶσις<ref>gnósis</ref> è adoperata dai classici come sinonimo di conoscenza. Ma per uso costante, tale designazione ha un ámbito più ristretto, e suole indicare alcune speciali dottrine, fiorite in varie epoche della storia della filosofia, le quali, nate da una compenetrazione bizzarra di [[misticismo]] e [[razionalismo]], si sono chiuse in una terminologia di mistero e in una aristocratica riserbatezza, quasi sdegnando la propaganda minuta dei propri principî fra gli strati inferiori della società: per i [[Scuola pitagorica|pitagorici]] come per [[Platone]], γνῶσις significa una contemplazione superiore dell'[[infinito]]. Per antonomasia poi si suol chiamare gnosticismo una manifestazione di pensiero, strana e a prima vista indecifrabile, che, fra il primo e il terzo secolo del [[cristianesimo]], insidiò la tradizione evangelica, e, prendendo a prestito dal [[Neoplatonismo|neo-platonismo]] alcuni concetti cosmologici e dal cristianesimo altri [[Soteriologia|soteriologici]], soddisfece anch'esso alle tendenze [[Sincretismo|sincretistiche]] di quel periodo storico, e morì sopraffatto dalla corrente meno affinata, ma democratica e sana, del cattolicismo. <!-- (Introduzione) -->
 
===''Lutero e la Riforma in Germania''===
Di un movimento che ebbe la prima occasione al suo divampare nell'insegnamento innovatore di un monaco, fedifrago alla sua vocazione e ribelle alla sua chiesa, sarà impossibile cogliere l'orientamento fondamentale e il presupposto normativo, se non si saranno in antecedenza esplorate le ragioni spirituali e i coefficienti impalpabili, che determinarono l'evoluzione del suo corifeo. <!-- (cap. I, p. 1) -->
 
===''Pascal''===