I promessi sposi: differenze tra le versioni

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*[...] alcuni clienti legati alla casa per una dipendenza ereditaria, e al personaggio per una servitù di tutta la vita; i quali, cominciando dalla minestra a dir di [[sì e no|sì]], con la bocca, con gli occhi, con gli orecchi, con tutta la testa, con tutto il corpo, con tutta l'anima, alle frutte v'avevan ridotto un uomo a non ricordarsi più come si facesse a dir di no. ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo XIX|cap. XIX]])
*{{NDR|L'innominato}} Era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro, ma vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e d'animo, che sarebbe stata straordinaria in un giovine. ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo XX|cap. XX]])
*{{NDR|A [[Lucia Mondella|Lucia]]}} – Vi dico che non abbiate paura: non siete una bambina, e dovete capire che noi non vogliamo farvi male. Non vedete che avremmo potuto ammazzarvi cento volte, se avessimo cattive intenzioni? Dunque state quieta. ([[Nibbio (personaggio)|Nibbio]]: 2010, p. 248, cap. XX)
*Il [[delitto]] è un padrone rigido e inflessibile, contro cui non divien forte se non chi se ne ribella interamente. ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo XX|cap. XX]])
*{{NDR|All'[[innominato]]}} – Ma... dico il vero, che avrei avuto più piacere che l'ordine fosse stato di darle una schioppettata nella schiena, senza sentirla parlare, senza vederla in viso. ([[Nibbio (personaggio)|Nibbio]]: 2010, p. 252, cap. XXI)