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*Allora Giacobbe chiamò quel luogo [[Penuel]] "Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva". (32, 31)
*[[Dina (Bibbia)|Dina]], la figlia che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del paese. Ma la vide Sichem, figlio di Camor l'Eveo, principe di quel paese, e la rapì, si unì a lei e le fece violenza. Egli rimase legato a Dina, figlia di Giacobbe; amò la fanciulla e le rivolse parole di conforto. Poi disse a Camor suo padre: "Prendimi in moglie questa ragazza". Intanto Giacobbe aveva saputo che quegli aveva disonorato Dina, sua figlia, ma i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame. Giacobbe tacque fino al loro arrivo. Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per parlare con lui. Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono molto, perché quelli aveva commesso un'infamia in Israele, unendosi alla figlia di Giacobbe: così non si doveva fare! (34, 1 – 7)
*[...] i due figli di Giacobbe, [[Simeone]] e [[Levi (patriarca)|Levi]], i fratelli di [[Dina (Bibbia)|Dina]], presero ciascuno una spada, entrarono nella città con sicurezza e uccisero tutti i maschi. Passarono così a fil di spada Camor e suo figlio Sichem, portarono via Dina dalla casa di Sichem e si allontanarono. I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella. Presero così i loro greggi e i loro armenti, i loro asini e quanto era nella città e nella campagna. Portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini e le loro donne e saccheggiarono quanto era nelle case. Allora Giacobbe disse a Simeone e a Levi: "Voi mi avete messo in difficoltà, rendendomi odioso agli abitanti del paese, ai Cananei e ai Perizziti, mentre io ho pochi uomini; essi si raduneranno contro di me, mi vinceranno e io sarò annientato con la mia casa". Risposero: "Si tratta forse la nostra sorella come una prostituta?". (34, 25 – 31)
*Poi Israele levò l'accampamento e piantò la tenda al di là di Migdal-Eder. Mentre Israele abitava in quel paese, Ruben andò a unirsi con Bila, concubina del padre, e Israele lo venne a sapere. (35, 21 – 22)
*[[Giacobbe|Israele]] amava [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]] più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. (37, 3 – 4)
*[[Giuda (patriarca)|Giuda]] prese una moglie per il suo primogenito [[Er (Bibbia)|Er]], la quale si chiamava [[Tamar]]. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a [[Onan]]: "Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello". Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. (38, 6 – 10)
*Giuda la vide {{NDR|[[Tamar]]}} e la credette una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia che io venga con te!". Non sapeva infatti che quella fosse la sua nuora. Essa disse: "Che mi darai per venire con me?". Rispose: "Io ti manderò un capretto del gregge". Essa riprese: "Mi dai un pegno fin quando me lo avrai mandato?". Egli disse: "Qual è il pegno che ti devo dare?". Rispose: "Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano". Allora glieli diede e le si unì. Essa concepì da lui. [...] Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullàm, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò. [...] Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: "Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa della prostituzione". Giuda disse: "Conducetela fuori e sia bruciata!". Essa veniva già condotta fuori, quando mandò a dire al suocero: "Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono incinta". E aggiunse: "Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone". Giuda li riconobbe e disse: "Essa è più giusta di me, perché io non l'ho data a mio figlio Sela". E non ebbe più rapporti con lei. (38, 15 – 26)
*Quand'essa {{NDR|Tamar}} fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli. Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: "Questi è uscito per primo". Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: "Come ti sei aperta una breccia?" e lo si chiamò [[Perez e Zerach|Perez]]. Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò [[Perez e Zerach|Zerach]]. (38, 27 – 30)
*Poi il faraone disse a Giuseppe: "Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come te. Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te". Il faraone disse a Giuseppe: "Ecco, io ti metto a capo di tutto il paese d'Egitto". Il faraone si tolse di mano l'anello e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d'oro. Poi lo fece montare sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: "Abrech". E così lo si stabilì su tutto il paese d'Egitto. Poi il faraone disse a Giuseppe: "Sono il faraone, ma senza il tuo permesso nessuno potrà alzare la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto". E il faraone chiamò Giuseppe Zafnat-Paneach e gli diede in moglie [[Asenat]], figlia di Potifera, sacerdote di On. (41, 39 – 45)
*Intanto nacquero a Giuseppe due figli, prima che venisse l'anno della carestia; glieli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe chiamò il primogenito [[Manasse (patriarca)|Manasse]], "perché – disse – Dio mi ha fatto dimenticare ogni affanno e tutta la casa di mio padre". E il secondo lo chiamò [[Efraim]], "perché – disse – Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione". (41, 50 – 52)