I promessi sposi: differenze tra le versioni

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*{{NDR|A [[Renzo Tramaglino|Renzo]] e [[Lucia Mondella|Lucia]]}} A noi poverelli le matasse paion più imbrogliate, perché non sappiam trovarne il bandolo; ma alle volte un parere, una parolina d'un uomo che abbia studiato... so ben io quel voglio dire. ([[Agnese (personaggio)|Agnese]]: [[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo III|cap. III]])
*{{NDR|Ad [[Azzecca-garbugli]]}} Oh! signor dottore, come l'ha intesa? l'è proprio tutta al rovescio. ([[Renzo Tramaglino|Renzo]]: [[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo III|cap. III]])
*Perché{{NDR|Ad [[Agnese (personaggio)|Agnese]]}} E si faceva tant'olio, che ogni povero veniva a prenderne, secondo il suo bisogno; perché noi {{NDR|[[frate|frati]]}} siam come il [[mare]], che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi. ([[fra Galdino]]: [[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo III|cap. III]])
*E lo sposo {{NDR|Renzo Tramaglino}} se n'andò, col cuore in tempesta, ripetendo sempre quelle strane parole: «a questo mondo c'è [[giustizia]], finalmente!» Tant'è vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica. ([[s:I promessi sposi (1840)/Capitolo III|cap. III]])
*Un venticello d'autunno, staccando da' rami le foglie appassite del [[gelso]] le portava a cadere, qualche passo distante dall'albero. (2010, cap. IV)<ref>Da ''I promessi sposi'', a cura di Enrico Ghidetti, Feltrinelli, Milano, 2010, p. 42. ISBN 978-88-07-82162-2</ref>