Federico Zeri: differenze tra le versioni

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*[...] sono esistite culture alle quali era estranea l'espressione figurativa, ma che si sono manifestate in altri modi: fra questi la [[cucina]], la preparazione dei cibi, può avere un ruolo primario. A volte può essere significativa la sola ricetta di un cibo. Ma la preparazione dei [[Dolce (cucina)|dolci]], come accadde nell'Italia barocca, ha costituito un fatto artistico di prim'ordine. (Seconda conversazione, p. 49)
*Sappiamo da fonti, e anche da incisioni, che grandi artisti, come [[Gian Lorenzo Bernini]], si sono dedicati alla fattura di dolci monumentali per l'aristocrazia romana. Queste opere erano fatte in gelatina, in panna montata, in creme di vario colore e solidità. Tali produzioni dovevano essere estremamente libere, capricciose, perché è molto più facile modellare in gelatina che non in creta o, addirittura, in marmo. Nella preparazione dei dolci manca quella ostilità quella refrattarietà di una materia come il marmo, per esempio, che appunto impedisce di esprimersi con la fantasia sbrigliata con cui si possono esprimere opere effimere. (Seconda conversazione, p. 49)
*In realtà, tutta la grande arte è sempre il prodotto di una straordinaria tecnica. E bisogna saper leggere questa abilità tecnica nei suoi minimi dettagli. [...]. Voi troverete questa perizia eccezionale in Michelangelo, come scultore e come pittore; la trovate in Leonardo in ogni sua manifestazione; la trovate in Dürer; la trovate anche in Picasso, nonostante certi salti funambolici che a prima vista lasciano sconcertati. Questi artisti sono stati soprattutto dei grandissimi tecnici. Più è profonda la loro tecnica più grandi sono le loro produzioni. (Seconda conversazione, p. 66)
 
==''Klimt, Giuditta I''==