Dipinto: differenze tra le versioni

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*Per me un quadro è l'articolazione di una preghiera, un mezzo magico per raggiungere l'al di là, in seno al mondo. ([[Pierre Drieu La Rochelle]])
*Più si conoscono la letteratura e la storia e più possiamo impadronirci del significato di un'opera figurativa. Più vaste sono le nostre conoscenze di un periodo e più è facile penetrare nello spirito dei suoi testi artistici. Ma non bisogna illudersi: molti dei suoi significati essenziali ci sfuggono. Un'enorme quantità di questi significati, e della loro stratificazione culturale, sociale, allegorica, simbolica, va persa definitivamente. ([[Federico Zeri]])
*Ragazzi, non è che se ti pesti un dito mentre appendi un quadro poi fai causa al pittore. (''[[Crozza nel Paese delle Meraviglie]]'')
*Raro avveniva a quei tempi che un pittore potesse fare un quadro di testa sua. I comuni, i monasteri, le confraternite, le chiese davano non solo il soggetto del quadro, ma anche i particolari: le monache specialmente si adunavano a parlamento, e ciascuna nel quadro voleva il suo santo, e ne fissava l'atteggiamento, e perfino il vestito; e da ciò quel miscuglio di santi, quegli anacronismi di fogge e d'{{sic|accessorii}} che si trovano nei quadri del quattrocento. ([[Luigi Bonazzi]])
*Quando dipingo, non sono consapevole di ciò che sto facendo. È solo dopo una specie di periodo di «convivenza» con il mio quadro che mi rendo conto di ciò che ho fatto. Non ho nessun timore di apportare modifiche, distruggere l'immagine, ecc., perché il dipinto ha una vita a sé. Per me, cerco di farlo nascere. È solo quando perdo il contatto con il quadro che nasce fuori un pasticcio. Altrimenti c'è una pura armonia, la mia attività si imposta in base a un agevole dare e prendere, e il dipinto viene fuori bene. ([[Jackson Pollock]])
*Quando in un quadro mi rimane dello spazio, l'adorno di figure che invento. ([[Paolo Veronese]])
*– Quanto ci metti a fare un quadro?<br />– Ah... a volte un giorno, a volte un anno. Non si può dire, deve crescere.<br />– Non sapevo che i quadri crescessero.<br />– Ma i sentimenti sì, e sono molto importanti i sentimenti. Be', prendi me: nessuno mi ha insegnato a disegnare e così dipingo quello che sento quando guardo una cosa.<br />– Ah sì?<br />– È come... come innamorarsi, credo. Capisci? Incontri qualcuno, la cosa cresce e non pensi più a nessun altro.<br />– È interessante.<br />– Dal mio punto di vista, è così anche l'arte. Ogni quadro, se è buono, è un atto d'amore. (''[[La strada scarlatta]]'')
*Ragazzi, non è che se ti pesti un dito mentre appendi un quadro poi fai causa al pittore. (''[[Crozza nel Paese delle Meraviglie]]'')
*Raro avveniva a quei tempi che un pittore potesse fare un quadro di testa sua. I comuni, i monasteri, le confraternite, le chiese davano non solo il soggetto del quadro, ma anche i particolari: le monache specialmente si adunavano a parlamento, e ciascuna nel quadro voleva il suo santo, e ne fissava l'atteggiamento, e perfino il vestito; e da ciò quel miscuglio di santi, quegli anacronismi di fogge e d'{{sic|accessorii}} che si trovano nei quadri del quattrocento. ([[Luigi Bonazzi]])
*Sono convinto che il quadro più realista non è mai reale. ([[Domenico Paladino]])
*Un quadro in un museo è forse la cosa al mondo che ascolta il maggior numero di osservazioni stupide. ([[Edmond e Jules de Goncourt]])