Vincenzo Mollica: differenze tra le versioni

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*Ma lui aveva una grande forza che era l'ironia e l'ironia non sempre veniva capita in quegli anni, in cui tutti erano molto settari. [...] Lui badava a fare le sue canzoni e le sue canzoni dovevano rispecchiare fedelmente il suo pensiero ma anche la bizzarria, quella bizzarria positiva che accompagnava il suo pensiero, la capacità che aveva di deformare la realtà per raccontarla meglio, usando l'arma del paradosso. [...] Il cantautore più paradossale ed è stato quello che costruendo i paradossi più incredibili raccontava poi con perfetto realismo quelli che erano i suoi tempi, quella che era la sua vita, che erano i suoi amori.<ref name=quarta/>
*{{NDR|Sulle canzoni di Rino Gaetano}} Sono canzoni che se le riascolti ancora oggi hanno tutte un loro perché, una loro verità e una loro attualità. Era un vero fustigatore, era uno che metteva un dito nella piaga e ci metteva pure un po' di sale se serviva per allargare quella brutta ferita.<ref name=quinta/>
*Tre sono i pensieri che guidano il mio lavoro.<br>Il primo è di [[Vinicius De Moraes]] e recita: "La vita, amico, è l'arte dell'incontro".<br>Il secondo è di [[Federico Fellini]]: "È la curiosità che mi fa svegliare la mattina".<ref>La citazione, la cui forma corretta è: «Del resto, è solo la curiosità che mi fa svegliare la mattina», è in realtà tratta dal film di Federico Fellini ''[[La voce della Luna]]'' e viene pronunciata dal personaggio Ivo Salvini, interpretato da Roberto Benigni.</ref><br>Il terzo è del sottoscritto: "Nelle pieghe del banale si nasconde l'animale".<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20060508131834/http://www.mollica.rai.it/credits.html "Istantanee" (...Prima che dimentichi tutto...)]'', ''Rai.it''.</ref>
*[[Danijel Žeželj|Zezelj]] è un poeta del fumetto, che scrive versi disegnando. È un cantore visionario di questo fine millennio, è uno dei pochi che sappia materializzare quell'aria di apocalisse che respiriamo. I suoi disegni e le sue storie non sono tranquillizzanti e anche quando trasmettono una dolcezza infinita lasciano sempre una scia amarognola incancellabile.<ref>Citato in Danijel Zezelj, Il Ritmo del Cuore, Il Grifo, 1993. ISBN 978-8873900726</ref>