Ubayde Zākāni: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Ubayde Zākāni==
*Riguardatevi[[Vagabondaggio]] sempre, mi raccomando, dallae [[mortesolitudine]], chésappiate, giàson dail'uno tempila antichifonte ladella mortegioia, ful'altra giudicatala cosasorgente della antipaticavita.<ref>Da ''Trattato dei cento consigli (Resāleh-ye sad pand)'', in ''Letteratura universale'', vol. XXXIX, Angelo Michele Piemontese, ''Storia della letteratura persiana. {{small|Le origini – Il periodo ghazanavide – L'età selgiuchide – l'epoca dei Mongoli}}'', vol. I, traduzione per Ubayde Zākāni di Angelo Michele Piemontese, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1970, p. 174173.</ref>
*Riguardatevi sempre, mi raccomando, dalla [[morte]], ché già dai tempi antichi la morte fu giudicata cosa antipatica.<ref>Da ''Trattato dei cento consigli (Resāleh-ye sad pand)'', in ''Letteratura universale'', vol. XXXIX, Angelo Michele Piemontese, ''Storia della letteratura persiana'', p. 174.</ref>
*Un derviscio e suo figlio erano fermi sul ciglio della strada mentre passava un funerale. Chiese il figlio al padre:<br>«Chi c'è nella cassa, papa?»<br>«Eh, un uomo.»<br>«E dove lo stanno portando?»<br>«Eh, in un posto dove non si mangia e non ci si veste, dove non c'è pane né legna né argento né oro né mobile né tappeto.»<br>«Ma papà, non è che lo stanno portando a casa nostra?»<ref>Da ''L'epistola esilarante (Resāleh-ye Delgosha)'', in ''Letteratura universale'', vol. XXXIX, Angelo Michele Piemontese, ''Storia della letteratura persiana'', vol. I, p. 178.</ref>
 
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