Gesualdo Bufalino: differenze tra le versioni

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*Il 16 giugno 1904 [[Leopold Bloom|Ulisse-Bloom]] esce di casa per affrontare, come ogni giorno, i lestrìgoni e le nausiche della sua vita. È un ebreo, un segnato: che s'è convertito, ed è dunque segnato due volte. Aveva un figlio, e l'ha perduto; ha una moglie, ma ne è tradito. Eppure non è un uomo infelice. Ma, spontaneo o ipocrita, cavalleresco o sordido, porta a spasso per una [[Dublino]] ch'è la stessa città dell'universo, con purgatori, inferni e paradisi sensa numero, il suo tondo famelico occhio, i suoi sensi in allarme, la sua coscienza brulicante e inesausta, la forza cordiale di cangiare la sua meschima giornata in una leggenda tragicomicoeroica. Come vorrebbe, e non sa, ciascuno di noi. (p. 406)
*I personaggi dell'[[Ulisse|Ulysses]], parola di Svevo, camminano «col teschio scoperchiato». Diversamente lui, [[Zeno Cosini]], uomo cosa, uomo di troppo, quanto più sembra frugarsi e svelarsi, tanto più si nasconde dietro malefedi e schermi d'umore, coltivando – in guerra col medico che potrebbe, magari, guarirla – la sua nevrosi come un privato vizio da camera. Eroe rovesciato di un'esistenza d'atti mancati e disguidi, al quale rimane un sogno soltanto, di giudizio e salvezza universale: la terra che galleggi, esplosa e vacante d'uomini, nel silenzio degli spazi purificati. (p. 419)
*Un poliziotto che ha famiglia, dopo tanti implacabili celibi. Con la sua pipa, i grandi fazzoletti, le scarpe campagnuole, da veterinario o curato, con cui batte il pavè color ferro di una Parigi di piogge e soli, da un bistrò a una portineria, per scale che stillano confessioni da tribunale, fra mura che nascondono grida e grovigli di vipere quiete. Senza abboccare mai alle esche inique dell'immginazione, alle lusinghe a volte fallibili della ragione: ma lasciandosi impregnare naso e cappotto dagli odori decisivi del delitto. E allora, con tristezza, con dura pietà, lo colpisce. (p. 448)
 
==''Il malpensante''==