Gesualdo Bufalino: differenze tra le versioni

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*«Tutti gli oggetti visibili, amico, sono solo maschere di cartone» ci avvisa Achab. E noi chiediamo: chi è Achab, chi è Moby Dick? Un demone e un dio, certo, ma come si scambiano le parti? O non sono forse demoni entrambi, entrambi dii? A meno che non recitino solo l'avventurosa fiaba d'una balena e d'un pescatore di Nantucket, un vendicativo scorridore d'oceani, sul cui capo turbinano le bibliche ossesioni di chi ha vegliato troppo sul [[Libro di Giona]]. Non importa: a noi lettori di quindici o sessant'anni basta solo il picchio sul cassero di quella gamba d'avorio in osso di capodoglio; e il subitaneo sparire e ricomparire, fra due spume bianche, d'una groppa bianca, irta di ramponi spezzati, dannata a non poterne morire. (p. 205)
*Coi «Miserabili» la società, e sia pure secondo scenogrammi di esorbitante teatro, si processa allo specchio, e si vede brutta. [[Jean Valjean|Jean]] disegna così, con le sue spalle di scaricatore e la sua sostanziale malinconia, una parabola-tipo di ingiustizia, sofferenza e redenzione, da Valjean a Madeleine a Fauchelevent a Leblanc. Vittima della macchina civile, ma forse è più giusto dire bullone spanato nell'ingranaggio, egli porta in una Parigi di palazzi e di fogne la sua solitudine di malfattore braccato e martire, a cui alla fine non mancherà una morte edificante per essere santo. (p. 224)
*Statuetta del monello parigino, cencioso miscuglio di bambino e di adulto, insegna di arroganza festosa e di causticità meloeroica. Di lui è giocoforza ricordare il pittoresco abitacolo in Piazza della Bastiglia, nel ventre dell'elefante; e il suo morire, come se provasse un giocattolo nuovo, e sfiorando con grazia l'enfasi del sublime, davanti alla barricata di Via Chauvrière. (p. 228)
 
==''Il malpensante''==