Fernanda Pivano: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sull'incendio al Torino Film Festival del 2001}} Durante la guerra. Abitavo a Torino con i miei genitori e durante i bombardamenti bruciavano molte case. Anche la nostra in corso Vinzaglio. Ma la vita, per fortuna, si imponeva sempre con prepotenza. [...] Lo ricordo bene come, come fosse ieri: durante un incendio siamo scesi tutti in strada e nonostante le fiamme e il panico che s'era creato, due ragazzi si baciavano seduti su una panchina "Bravi!" gli urlai sorridendo, ma venni subito rimproverata da mio padre che mi diede della "matta".<ref>Dall'intervista ''Rassegna bella e sfortunata'', ''La Stampa'', 24 novembre 2001, p. 37</ref>
*E davvero agli inizi era eroico sostenere gli scrittori americani – anche [[Mark Twain]], anche [[Faulkner]] – quando nessuno qui ne voleva sapere perché la loro base ideologica era il pragmatismo, e in Italia o non lo conoscevano o non lo accettavano. È stato riassunto con molta poesia da [[Scott Fitzgerald|Fitzgerald]] nella frase: "il personaggio è l'azione, l'azione è il personaggio". Invece nei romanzi europei il personaggio è pensiero, però poi il pensiero non è personaggio. E allora vengono fuori elucubrazioni, ragionamenti, fantasie dove il personaggio non ha una sua consistenza reale.<ref>Citato in Giulia Borghese, ''Cara Fernanda l'America ti scrive'', ''Corriere della Sera'', 12 dicembre 1998.</ref>
*{{NDR|[[Napoli]]}} È<ref>In minuscolo nella fonte dopo i due punti.</ref>l'unica vera capitale d'Italia, avendo conservato splendori e miserie dell'impero spagnolo. Questo è l'unico posto al mondo dove gli aristocratici possono ancora fare i funerali col tiro a 8 di cavalli infiocchettati. Dove convivono la miseria disperata di [[Spaccanapoli]] e la sofisticazione disperata delle case degli aristocratici, capaci di affrontare così bene il ridicolo di quei fiocchetti sui cavalli ai funerali.<ref>Citato in Bianca de Fazio, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/01/14/la-pivano-incorona-napoli-qui.html?ref=search La Pivano incorona Napoli "è qui l' unica vera capitale"]'', ''ricerca.repubblica.it'', 14 gennaio 2003.</ref>
*{{NDR|Sul teatro di Moreno a Beacon}} Era quello dunque il teatro che era stato meta di un pellegrinaggio di molti autori e attori; non solo provenienti dal Living Theatre, ma anche da Hollywood, attori che avevano trovato in [[Jacob Levi Moreno|Moreno]] lo psichiatra ideale per la comune vocazione per il palcoscenico. E se ne accorsero anche gli sceneggiatori cinematografici che lo citarono abbondantemente da ''Spellbound'' di Hitchcok fino a ''Tootsie'' con Dustin Hoffman. Ricordo quello che mi disse Zerka Moreno nell'intervista per il ''Corriere della Sera'' [...] A Beacon venni a sapere di questi giochi di ruolo dove lo psichiatra e i suoi attori ausiliari diventavano i personaggi della famiglia e del romanzo familiare del paziente ma anche degli animali, dei draghi e i diavoli delle fantasie. Venni a sapere di un episodio straordinario. Una paziente schizofrenica, che in seguito alla morte per incidente del suo bambino era convinta di vivere all'inferno e non parlava più, non comunicava più, venne portata al Teatro del dottor Moreno quando sembrò irrecuperabile. Moreno glielo mise in scena nel suo teatrino di Beacon, l'inferno del delirio, e chiese a un attore di gettare tra le luci rosse del palcoscenico un cuscino, parlandogli come fosse il bambino della paziente condannato alle fiamme per l'eternità. Così la donna urlò e si alzò in piedi per interrompere il gioco e pianse e lottò e lentamente ritrovò prima la parola poi la ragione.<ref>Dallo Psicocinema al Teatro del Tempo, 1991 Teatro Carignano, Torino [http://www.plays.it/ipod/atti-dello-psicodramma-9/la-carretta-del-dottor-moreno-di-fernanda-pivano/ in Plays.it]</ref>
*{{NDR|Parlando della traduzione dell'''[[Antologia di Spoon River]]''}} Era superproibito quel libro in italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare [...], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto.<ref>Dal programma televisivo ''La Storia siamo noi'', Raitre, 25 febbraio 2008. [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=269 Video] disponibile su ''Rai.it''.</ref>
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*[[Ottavio Rosati]] protervo e ribaldo, sfacciato e aggressivo, cinico e irruente, si capiva dopo cinque minuti che questa messa in scena proteggeva una generosità patologica e una gentilezza di altri tempi. A 20 anni era davvero convinto, (e lo è tutt'ora che ne ha più di 40) che per vivere le esperienze accessibili attraverso i funghi allucinogeni o LSD, lo psicodramma sia più che sufficiente.<ref>Dalla prefazione a ''[[Da Storia nasce Storia|Da Storia nasce storia]]'' di Ottavio Rosati, Nuova Eri-Rai, 1994, p. 9. ISBN 8839707956</ref>
*[[Cesare Pavese|Pavese]] voleva che lo leggessi {{NDR|''[[Ernest Hemingway#Addio alle armi|Addio alle armi]]''}} per farmi capire la differenza tra la letteratura inglese e quella americana. Gli altri libri che mi lasciò quella sera con questa intenzione furono l'''[[Antologia di Spoon River]]'' di [[Edgar Lee Masters]] ''Autobiografia'' di [[Sherwood Anderson]] e i ''Fili d'erba'' di [[Walt Whitman]].<ref>Dalla postfazione ad ''[[Addio alle armi]]'', p. 316.</ref>
*Penso che [[Napoli]] sia l'unica capitale d'Italia perché è una città che raccoglie le qualità tipiche di una capitale: estrema miseria ed estremo fasto. A parte le bellezze naturali, che non sono suo merito, le è rimasta la ''grandeur'' spagnola ed è l'unica città a sommare a questa ''grandeur'' l'''allure'' della grande capitale.<ref>Citato in Giuliana Gargiulo, ''Napoli è'', Alfredo Guida Editore, Napoli, 1997, [https://books.google.it/books?id=Qrj9YPpN-QYC&lpg=PP1&dq=&pg=PA79#v=onepage&q&f=false p. 79]. ISBN 88-7188-168-0</ref>
*Quando la [[Simone de Beauvoir|Beauvoir]] scrisse tutto di loro con tanto di nomi e cognomi e lettere d'amore a beneficio del pubblico, [[Nelson Algren|Algren]], il grande, che aveva inventato la letteratura proletaria, si vergognò tanto che si ritirò dalla sua Chicago per andare a vivere altrove.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 17 settembre 1994.</ref>
*Quando negli anni Settanta, per ubbidire ad [[Allen Ginsberg]], andai ad Ascona a incontrare [[Timothy Leary]], allora ricercato dal FBI, suscitai molte perplessità tra gli amici, terrorizzati che mi lasciassi attirare nel suo regno del Lsd. A giudicare dalla quantità di telegrammi che mi mandò, il più preoccupato di tutto era [[Ottavio Rosati|Rosati]], questo ragazzo avviato a diventare psicoanalista che avevo appena incontrato a Roma e che aveva deciso di dovermi difendere dalle mie cattive amicizie letterarie.<ref>Dalla prefazione a ''[[Da Storia nasce Storia|Da Storia nasce storia]]'' di Ottavio Rosati, Nuova Eri- Rai, 1994, p. 9. ISBN 8839707956</ref>