Anna Maria Mozzoni: differenze tra le versioni
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[[File:Anna Maria Mozzoni.jpg|thumb|Anna Maria Mozzoni]]
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'''Anna Maria Mozzoni''' (1837 – 1920), femminista e giornalista italiana.
==''Del voto politico delle donne''==
===[[Incipit]]===
La salita al potere della sinistra parlamentare fu salutata dal paese come l’alba del giorno della riparazione, chè se il programma che questa deponeva sul banco dei Ministri non segnava le colonne d’Ercole nelle vie della libertà, accennava almeno alla fine di quella Via crucis, che s’andava dirupando sotto i passi degli italiani. Gli uomini che il voto del 18 Marzo avea recati in alto, compresero il senso di quel voto e tosto, dopo il famoso programma di Stradella, si bucinò di un largo piano ricostitutivo dell’ordine amministrativo e si nominarono numerose commissioni incaricate di raccogliere elementi alla compilazione di progetti di legge, che dovevano sostituire la realtà laddove, secondo la frase felicissima del presidente del Consiglio, non v’era che la nuda presunzione legate.
===Citazioni===
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==''La donna e i suoi rapporti sociali''==
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===Citazioni===
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*Come nel codice da riformarsi, il progettato impone ai coniugi l'obbligo reciproco di coabitazione, di fedeltà e d'assistenza, salvo poi a pesar sulla donna poco men che prima nelle singole applicazioni di quei generali doveri. Ambedue sono obbligati a coabitare, ma la moglie sola è punita in caso di trasgressione. Il marito non è altro mai che assente. (p. 20)
*Un'ultima osservazione mi rimane a fare sulla maniera colla quale il progetto ha regolate le sostanze della donna rispettivamente alla famiglia. I principii liberali; che informano il progetto dell'onorevole ministro, l'hanno qui tratto a conclusioni che, se sono coerenti alli antecedenti da lui posti, non sono per avventura molto utili alla famiglia, né si ispirano alla natura. </br>Quando due individui si pongono in società, è impossibile che di ragione e di fatto essi conservino la loro piena autonomia individuale e tanto meno quando, come nella società matrimoniale, sono vincolati all'interesse dei terzi. (p. 26)
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===Citazioni===
*Negare alla donna una completa riforma nella sua educazione, negarle più ampii confini alla istruzione, negarle un lavoro, negarle una esistenza nella città, una vita nella nazione, una importanza nella opinione non è ormai più cosa possibile; e gli interessi ostili al suo risorgimento potranno bensì ritardarlo con una lotta ingenerosa, ma non mai impedirlo. (p. 6)
*La religione fu sempre e dovunque potentissimo mezzo a dominare la donna, e sta bene; ma io vorrei che questo sentimento, ch'è in lei tanto sentito e dominante, non in mano altrui fosse, ma in sua mano; non diretto a farla schiava perpetua dell'altrui avviso, epperò dell'interesse altrui talora cieco strumento, ma sollievo le fosse e guida attraverso i delirii dell'umana mente e gli errori d'una peranco non adulta filosofia. (p. 7)
*Tutti i poeti, dai grandi ai piccoli, dagli immortali ai pria morti che nati, la cantarono in ogni tono, e in ogni metro, vedendola ora colle traveggole del delirio amoroso, ora coi lividi occhiali dell'orgoglio e dell'odio per affetti incorrisposti od incompresi. [...] Altri considerando invece che la donna non è atta alla generazione che in una fase relativamente avanzata della sua vita, e vedendola sopravvivere tanto tempo al disimpegno delle materne cure ne derivarono, non fosse con quelle la sua missione esaurita, e pensarono potesse nelle cose del mondo portare la sua influenza, ed intervenire siccome essere intelligente e volitivo, potente di mezzi proprii. Di qui la gelosa insistenza di tutte le leggi sovente ad impedire, e sempre a sfavorire implicitamente sì, ma non meno potentemente, il sapere ed i mezzi del sapere alla donna. (p. 8)
*Esclusa dal sapere, la donna, rimaneva esclusa eziandio dal potere; ed eccola ridotta a passività assoluta, cosa e non essere, di maggiore o minor valore relativo, di nessun valore intrinseco, orba d’ogni coscienza di sé, ch'è la prima ragione d'ogni forza. (p. 9)
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▲* Famiglia vera non può essere quella, nella quale havvi servo e padrone, tirannia e schiavitú. Non sono questi i rapporti di famiglia! [...] Il matrimonio, anche ridotto ad istituzione religiosa, consacrò nelle sue formole la violenza e lo invilimento della donna. (p.15)
▲* [rivolto all'uomo] Cupido di possesso, si aggiudicò la donna siccome proprietà; e si persuase dovere la buona moglie credersi seriamente cosa del marito; e cosí via di trotto procedendo, egli trovò d'aversi confezionato un tipo femminile di tutta sua convenienza, e su questo tipo elaborò le leggi, i costumi e l'educazione della donna; e questo è tutto il lavoro che la filosofia compí rispettivamente alla donna in sessanta secoli. Né potrebbe dirsi certamente che noi calunniamo l'uomo! (p.26,27)
==''Un passo avanti nella cultura femminile''==
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===Citazioni===
*Gli è per questo concetto, che non perdiamo di vista, che vorremmo, innanzi di presentare al pubblico un progetto ( che potrebbe da taluno estimarsi inopportuno ) a favore dell'istruzione femminile, dando una rapidissima occhiata allo stato intellettuale della donna nelle contrade civilizzate, sottoporgli, compendiosamente adunati, quei dati che ci fanno credere alla somma opportunità di una simile iniziativa, e saremo ben lieti se questi dati condurranno il nostro lettore alle nostre medesime conclusioni. (p. 7)
*Il sollevamento morale e intellettuale della donna è innegabilmente uno dei bisogni più sentiti e più confessati del tempo nostro - Gli spiriti logici vedono esser questo uno dei più potenti corollari dell'uguaglianza predicata dalla filosofia, e la necessaria conseguenza di quella rivoluzione che la società civile ha tutta accettata, e che ha impresso a tutte le istituzioni sociali e politiche e religiose una rapida trasformazione. (p. 8)
*Dal rapido sguardo dato alla donna d'Italia e di Francia appare evidente che,se l'individualità giunge ad ogni tratto ad affermare le attitudini del sesso gentile ad ogni produzione dello spirito, le masse sono tuttora inconscie ed ottenebrate dalla vita vigorosa dell'oscurantismo e dalle civili e politiche istituzioni per nulla affatto pressate di spingerle avanti. (p. 34)
==''La donna e i suoi rapporti sociali''==
===[[Incipit]]===
Molti e molti parlarono della donna, i quali anche pretesero parlarne seriamente, ma io non istimo che il difficile problema ch'ella presenta, all'uomo, alla famiglia, alla Società, svolto al dottamente e finamente da tanti, in epoche diverse, e svariate località, abbia tutti interi raccolti i dati onde completi ne risultino i criterii; oserei anzi asserire, che niun scrittore forse trovossi, parmi, fin qui che, se uomo, sapesse appieno dimenticar le passioni, se donna, gl'interessi, onde sarei per dire desiderabile cosa nell'ardua tesi un criterio neutro affatto che, non punto interessato ad esagerare i vizii o i pregi del sesso femminile, né a coprirli, ce ne desse la pittura parziale e con essa i dati e gli estremi ove basare un solido raziocinio, a derivarne poi analoghe ed assennate le istituzioni che debbono moderarne le condizioni e gli interessi.
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