Dilma Rousseff: differenze tra le versioni

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*L'embargo non porta da nessuna parte, non ha portato da nessuna parte in oltre mezzo secolo. Credo che gli Stati Uniti abbiano mosso un passo estremamente felice, strategico per l’America Latina. E dico di più: credo che il presidente Obama abbia avuto molto coraggio nel muoverlo. Non si torna indietro, la ruota della storia non retrocede, e ora ci saranno investimenti a Cuba.
*Chi ritiene che le economie di Brasile e Messico competano tra loro si sbaglia, le nostre economie sono complementari. I nostri paesi rappresentano i due maggiori mercati d’America latina, noi brasiliani siamo il secondo destinatario degli investimenti diretti messicani, superati solo dagli Stati Uniti, vuol dire che c’è già una ruota che sta girando.
 
{{Int|1=Da ''[http://www.inchiestaonline.it/osservatorio-internazionale/dilma-rousseff-discorso-della-presidente-dopo-il-golpe-parlamentare/ Dilma Rousseff: Discorso della presidente dopo il golpe parlamentare]''|2=''Inchiestaonline.it'', 31 Agosto 2016}}
*Ho sempre creduto nella democrazia e nello Stato di diritto, e sempre ho visto nella Costituzione del 1988 una delle grandi conquiste del nostro popolo.
*Fra i miei difetti non vi è la slealtà e la viltà. Non tradisco gli impegni che assumo, i principi che difendo o coloro che lottano al mio fianco. Nella lotta contro la dittatura ha ricevuto nel mio coppo le ferite della tortura. Per anni ho assaporato l’amara sofferenza della prigione. Ho visto compagni e compagne violentati e assassinati. Allora ero molto giovane. Aspettavo molto dalla vita. Avevo paura della morte, delle conseguenze della tortura nel mio corpo e nella mia anima. Ma non ho ceduto. Ho resistito. Ho resistito alla tempesta di terrore che cominciava a inghiottirmi, nel buio dei tempi amari in cui il paese viveva. Ma non ho cambiato di lato. [...] Ho lottato per una società in cui non vi fosse miseria o esclusione. Ho lottato per un Brasile sovrano, più uguale e in cui non ci fosse ingiustizia. Sono orgogliosa di ciò. Chi crede, lotta.
*Sono stata intransigente in onestà nella gestione della cosa pubblica. Per questo, di fronte alle accuse che si muovono contro di me, non posso non sentire nuovamente in bocca il sapore aspro e amaro dell’ingiustizia e dell’arbitrio.
*Nel passato dell’America Latina e del Brasile, ogni volta che interessi di settori della élite economica e politica venivano sconfitti nelle urne, e non vi erano ragioni giuridiche per una destituzione legittima, si tramavano cospirazioni che sfociavano in colpi di Stato. Oggi, una volta ancora, quando gli interessi di settori della élite economica e politica sono contrariati e feriti nelle urne, ci troviamo davanti al rischio di una rottura democratica. I modelli politici dominanti nel mondo ripudiano la violenza esplicita. Oggi la rottura democratica si dà attraverso la violenza morale e pretesti costituzionali per dare apparenza di legittimità al governo che si insedia senza la legittimazione delle urne.
*La minaccia più preoccupante di questo processo di impeachment senza crimine di responsabilità è congelare per incredibili 20 anni tutte le spese in salute, educazione, infrastrutture sanitarie, abitazione. È impedire che per 20 anni più bambini e giovani abbiano accesso alle scuole; che per 20 anni le persone possano avere migliore assistenza medica; che per 20 annni le famiglie possano sognare una casa in prorietà.
*Si viola la democrazia e si punisce una innocente. Questo è lo scenario che caratterizza il giudizio che si compirà per la volontà di coloro che lanciano contro di me pretesti accusatori senza fondamento.
*Questo è il secondo giudizio che subisco in cui la democrazia sta seduta, insieme a me, sul banco degli accusati. Allora, oltre alle ferite dolorose della tortura, rimase registrata una foto, della mia presenza davanti ai miei agguzzini, nel momento in cui io li guardavo a testa alta mentre essi nascondevano il viso, con paura di essere riconosciuti e giudicati dalla storia. Oggi, quattro decadi dopo, non vi è prigione illegale, non vi è tortura, i miei giudici sono giunti qui attraverso lo stesso voto popolare che mi ha portato alla presidenza. Ho il massimo rispetto per tutti, ma continuo a testa alta, guardando negli occhi i miei giudici.
 
{{Int|1=Da ''[https://www.avvenire.it/mondo/pagine/intervista-a-dilma-roussef «Torno in campo perché Lula sia presidente del mio Brasile»]''|2=Intervista di Lucia Capuzzi, ''Avvenire.it'', 27 gennaio 2017}}