Franz Kafka: differenze tra le versioni

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[[File:De Kafka Brief an den Vater 001.jpg|thumb|La prima pagina autografa da ''Lettera al padre''.]]
===[[Incipit]]===
Carissimo padre,<br />di recente mi hai domandato perché mai sostengo di avere paura di te. Come al solito, non ho saputo risponderti niente, in parte proprio per la paura che ho di te, in parte perché questa paura si fonda su una quantità tale di dettagli che parlando non saprei coordinarli neppure passabilmente. E se anche tento di risponderti per iscritto, il mio tentativo sarà necessariamente assai incompleto, sia perché anche nello scrivere mi sono d'ostacolo la paura che ho di te e le sue conseguenze, sia perché la vastità del materiale supera di gran lunga la mia memoria e il mio intelletto.<br />{{NDR|Franz Kafka, ''Lettera al padre'', traduzione di Francesca Ricci, Newton Compton, 1993}}
====Originale====
:''Liebster Vater,<br />Du hast mich letzthin einmal gefragt, warum ich behaupte, ich hätte Furcht vor Dir. Ich wusste Dir, wie gewöhnlich, nichts zu antworten, zum Teil eben aus der Furcht, die ich vor Dir habe, zum Teil deshalb, weil zur Begründung dieser Furcht zu viele Einzelnheiten gehören, als dass ich sie im Reden halbwegs zusammenhalten könnte. Und wenn ich hier versuche Dir schriftlich zu antworten, so wird es doch nur sehr unvollständig sein, weil auch im Schreiben die Furcht und ihre Folgen mich Dir gegenüber behindern und weil überhaupt die Grösse des Stoffs über mein Gedächtnis und meinen Verstand weit hinausgeht.''
 
====I traduzione====
Carissimo padre,<br />di recente mi hai domandato perché mai sostengo di avere paura di te. Come al solito, non ho saputo risponderti niente, in parte proprio per la paura che ho di te, in parte perché questa paura si fonda su una quantità tale di dettagli che parlando non saprei coordinarli neppure passabilmente. E se anche tento di risponderti per iscritto, il mio tentativo sarà necessariamente assai incompleto, sia perché anche nello scrivere mi sono d'ostacolo la paura che ho di te e le sue conseguenze, sia perché la vastità del materiale supera di gran lunga la mia memoria e il mio intelletto.<br />
{{NDR|Franz Kafka, ''Lettera al padre'', traduzione di Francesca Ricci, Newton Compton, 1993}}
 
===Citazioni===
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===''La metamorfosi''===
[[File:Franz Kafka Die Verwandlung 1916 Orig.-Pappband.jpg|thumb|Copertina della prima edizione de ''La metamorfosi'', Leipzig: Kurt Wolff, 1915]]
 
====[[Incipit]]====
=====Originale=====
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[[File:Kafka Das Schloss 1926.jpg|thumb|Copertina della prima edizione de ''Das Schloß'' ("Il castello"), pubblicato postumo nel 1926.]]
===[[Incipit]]===
Era sera tarda quando K. arrivò. Il paese era affondato nella neve. La collina non si vedeva, nebbia e tenebre la nascondevano, e non il più fioco raggio di luce indicava il grande Castello. K. si fermò a lungo sul ponte di legno che conduceva dalla strada maestra al villaggio, e guardò su nel vuoto apparente.<br />Poi andò a cercarsi un tetto; nell'osteria erano ancora svegli, l'oste non aveva stanze da appigionare, ma, molto sorpreso e sconcertato da quel cliente tardivo, gli propose di farlo dormire nella sala su un pagliericcio. K. accettò. Alcuni contadini erano ancora seduti davanti ai loro boccali di birra, ma egli non volle parlare con nessuno, andò lui stesso a prendersi il pagliericcio in solaio, e si coricò vicino alla stufa. Faceva caldo, i contadini erano silenziosi, K. li guardò ancora per qualche minuto con gli occhi stanchi, poi s'addormentò.<br />Ma poco dopo lo svegliarono.<br />{{NDR|Franz Kafka, ''Il castello'', traduzione di [[Anita Rho]], Oscar Mondadori, 1979}}
====Originale====
:''Es war spät abends, als K. ankam. Das Dorf lag in tiefem Schnee. Vom Schloßberg war nichts zu sehen, Nebel und Finsternis umgaben ihn, auch nicht der schwächste Lichtschein deutete das große Schloß an. Lange stand K. auf der Holzbrücke, die von der Landstraße zum Dorf führte, und blickte in die scheinbare Leere empor.<br />Dann ging er ein Nachtlager suchen; im Wirtshaus war man noch wach, der Wirt hatte zwar kein Zimmer zu vermieten, aber er wollte, von dem späten Gast äußerst überrascht und verwirrt, K. in der Wirtsstube auf einem Strohsack schlafen lassen. K. war damit einverstanden. Einige Bauern waren noch beim Bier, aber er wollte sich mit niemandem unterhalten, holte selbst den Strohsack vom Dachboden und legte sich in der Nähe des Ofens hin. Warm war es, die Bauern waren still, ein wenig prüfte er sie noch mit den müden Augen, dann schlief er ein. Aber kurze Zeit darauf wurde er schon geweckt.''
 
====I traduzione====
Era sera tarda quando K. arrivò. Il paese era affondato nella neve. La collina non si vedeva, nebbia e tenebre la nascondevano, e non il più fioco raggio di luce indicava il grande Castello. K. si fermò a lungo sul ponte di legno che conduceva dalla strada maestra al villaggio, e guardò su nel vuoto apparente.<br />Poi andò a cercarsi un tetto; nell'osteria erano ancora svegli, l'oste non aveva stanze da appigionare, ma, molto sorpreso e sconcertato da quel cliente tardivo, gli propose di farlo dormire nella sala su un pagliericcio. K. accettò. Alcuni contadini erano ancora seduti davanti ai loro boccali di birra, ma egli non volle parlare con nessuno, andò lui stesso a prendersi il pagliericcio in solaio, e si coricò vicino alla stufa. Faceva caldo, i contadini erano silenziosi, K. li guardò ancora per qualche minuto con gli occhi stanchi, poi s'addormentò.<br />Ma poco dopo lo svegliarono.<br />
{{NDR|Franz Kafka, ''Il castello'', traduzione di [[Anita Rho]], Oscar Mondadori, 1979}}
 
===Citazioni===
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''Jemand mußte Josef K. verleumdet haben, denn ohne daß er etwas Böses getan hätte, wurde er eines Morgens verhaftet. Die Köchin der Frau Grubach, seiner Zimmervermieterin, die ihm jeden Tag gegen acht Uhr früh das Frühstück brachte, kam diesmal nicht. Das war noch niemals geschehen. K. wartete noch ein Weilchen, sah von seinem Kopfkissen aus die alte Frau, die ihm gegenüber wohnte und die ihn mit einer an ihr ganz ungewöhnlichen Neugierde beobachtete, dann aber, gleichzeitig befremdet und hungrig, läutete er. Sofort klopfte es und ein Mann, den er in dieser Wohnung noch niemals gesehen hatte, trat ein.''
 
====Giuseppe Landolfi Petrone e Maria Martorelli====
====I traduzione====
Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché, senza che avesse fatto nulla di [[male]], una mattina venne arrestato. La cuoca della signora Grubach, la sua [[Padrone|padrona]] di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella volta non venne. Ciò non era mai accaduto. K. aspettò ancora un po', guardò dal suo cuscino la vecchia signora che abitava di fronte e che lo osservava con una curiosità del tutto insolita in lei, poi però, meravigliato e affamato a un tempo, suonò. Subito qualcuno bussò e entrò un uomo, che egli non aveva mai visto prima in quella casa.<br />
{{NDR|Franz Kafka, ''Il processo'', traduzione di Giuseppe Landolfi Petrone e Maria Martorelli, Newton Compton Editori, 1989}}
 
====IIPrimo traduzioneLevi====
Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poiché un mattino, senza che avesse fatto nulla di male, egli fu arrestato. La cuoca della sua affittacamere, cioè della signora Grubach, che ogni mattino verso le otto gli portava la prima colazione, quel giorno non venne. Era la prima volta che una cosa simile capitava. K. aspettò un poco; col capo appoggiato al guanciale, notò che la vecchietta sua dirimpettaia lo osservava con una curiosità per lei del tutto inconsueta, ma poi, deluso ed affamato ad un tempo, si decise a suonare il campanello. Subito bussarono alla porta, ed entrò un uomo che in quella casa K. non aveva mai visto prima.<br />
{{NDR|Franz Kafka, ''Il processo'', traduzione di [[Primo Levi]], Einaudi, 1983}}
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===[[Explicit]]===
====Giuseppe Landolfi Petrone e Maria Martorelli====
 
====I traduzione====
Con gli occhi esterrefatti egli vide ancora il viso dei due al di sopra del suo, guancia contro guancia, che spiavano la fine. «Come un cane!» {{NDR|[[Ultime parole dai libri|Ultime parole]]}} mormorò, e gli parve che la sua [[vergogna]] gli sarebbe sopravvissuta.<br />
{{NDR|Franz Kafka, ''Il processo'', traduzione di Giuseppe Landolfi Petrone e Maria Martorelli, Newton Compton Editori, 1989}}
 
====IIPrimo traduzioneLevi====
[...] – Come un cane! – disse, e fu come se la [[vergogna]] gli dovesse sopravvivere.<br />
{{NDR|Franz Kafka, ''Il processo'', traduzione di Primo Levi, Einaudi, 1983}}