Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*Quest'[[oreficeria|arte degli orefici]], quando sia fatta schiettamente e senza alcuna sofisticheria, si mostra nell'esteriore apparenza tanto onorata e gloriosa che ragionevolmente convien lodarla e cederle quei titoli che son debiti a tutti quei mestieri c'han del famoso e dell'egregio, com'ella veramente agli occhi universali si discopre. È primieramente di gran piacere e diletto per l'ornamento che porge a tutti, fabricando collane, anelli, bottoni, pendenti, manigli, perle, rosette, catene, corone, armille e mill'altre politezze ch'ornano il corpo di tutti mirabilmente, ma molto più delle donne, in ciascuna cosa per lor natura degli uomini più vaghe e graziose. (p. 777)
*Di più gli è necessario al buon pastore saper mongere le pecore, e far stringere il latte, che è della professione dei [[casaro|casiaruoli]]. Il che si fa col quaglio, ch'è fatto col ventricolo dell'agneletto di latte, cavato fuori dal corpo quando si amazza, e poi secco al fumo; e quello, posto insieme con sale e aceto, fa quagliar il latte in un subito. Appresso è di mestiero saper fare le puine, il butiro, il formaggio, e 'l cao di latte; onde nasce in tutto l'arte dei casiaruoli. (p. 794)
*La qual'[[casaro|arte]] forse fu meglio intesa da [[Zoroastro]] che da alcun'altro: perché lui riferisce [[Plinio il Vecchio|Plinio]] nel libro undecimo, al capitolo quadragesimo secondo, che nel deserto visse d'un caseo tanto temperato per vinti anni che mai sentì le molestie della vecchiezza. (p. 794)
*Ma intorno a' [[campanaro|campanari]] o formatori di campane s'hanno da avere molte considerazioni. [...] È da notare in ultimo che le [[campana|campane]] si fanno con una certa regola, la qual da' intelligenti e prattici del mestiero si chiama scala campanaria, con la quale principiando dalle picciole di dieci libre di peso, si va per gradi salendo fino a vinticinque o trenta miliara. E per far questo pigliano per guida e fondamento l'orlo della campana che far vogliono, il qual dee far grosso più che in altro luogo, dovendo esser percosso con la mattarozza del battaglio acciò che suoni. (pp. 924-925)
*Ècci una certa professione c'ha dell'eroico in se stessa per esser tutta occupata nella distribuzione dell'armi, insegne, scudi o livree de' nobili, communemente detta la professione degli [[araldo|araldi]]. E mira solamente a dipingere cose ch'abbian dell'alto e del spiritoso, avendo per vergogna e per infamia portare nell'arme o bestia o vitello o pecora o agnello o capone o gallina o occa o alcuno di questi animali, i quali per servitù o per uso son necessari agl'uomini, tenendo all'opposito per cosa onorevole portar nell'insegne della lor nobilità bestie crudeli e fiere rapaci, con altre pitture che ritenghino in loro un certo non so che d'animo invitto e generoso. (p. 980)